Codice Civile art. 2527 - Requisiti dei soci (1).

Guido Romano

Requisiti dei soci (1).

[I]. L'atto costitutivo stabilisce i requisiti per l'ammissione dei nuovi soci e la relativa procedura, secondo criteri non discriminatori coerenti con lo scopo mutualistico e l'attività economica svolta.

[II]. Non possono in ogni caso divenire soci quanti esercitano in proprio imprese in concorrenza con quella della cooperativa (2).

[III]. L'atto costitutivo può prevedere, determinandone i diritti e gli obblighi, l'ammissione del nuovo socio cooperatore in una categoria speciale in ragione dell'interesse alla sua formazione ovvero del suo inserimento nell'impresa. I soci ammessi alla categoria speciale non possono in ogni caso superare un terzo del numero totale dei soci cooperatori. Al termine di un periodo comunque non superiore a cinque anni il nuovo socio è ammesso a godere i diritti che spettano agli altri soci cooperatori.

(1) V. nota al Titolo VI.

(2) Comma così sostituito dall'art. 28 d.lg. 28 dicembre 2004, n. 310.

Inquadramento

Il legislatore, nel demandare all'autonomia statutaria la fissazione dei criteri per l'ammissione dei nuovi soci, indica i criteri generali cui l'autonomia deve ispirarsi e, precisamente, il principio di non discriminazione e di coerenza con lo scopo mutualistico e con l'attività economia svolta dalla cooperativa (Tonelli 97). I criteri generali fissati dalla legge costituiscono anche il riferimento per la valutazione della legittimità delle clausole statutarie che prevedono i requisiti di ammissione dei soci.

L'accesso alla cooperativa è, dunque, subordinato al possesso di quegli specifici requisiti richiesti dallo statuto per il raggiungimento dello scopo mutualistico tipico di quella particolare cooperativa (Bonfante 125). Se la norma è stata tradizionalmente vista come espressione dei principi di variabilità del capitale e della porta aperta (Tonelli 97, Capo, 227), essa costituisce anche strumento di attuazione del principio mutualistico pretendendo che, nella fissazione dei requisiti, si individuino soggetti, per qualità personali, interessati alla gestione di servizio della cooperativa (Bonfante 125, Chieffi, 227).

I requisiti dei soci e l'autonomia statutaria

La norma demanda all'autonomia statutaria la fissazione dei requisiti necessari per l'ammissione alla cooperativa, limitandosi a prevedere che questi criteri devono essere non discriminatori, coerenti con lo scopo mutualistico e con l'attività economica svolta.

Si ritiene in dottrina che il principio della non discriminazione implichi una sostanziale parità di trattamento tra i soci (Capo 230; Tonelli, 97, Ceccherini, Schirò, 89, contra Bonfante). Possono essere stabiliti criteri, anche particolarmente selettivi, in relazione a specifiche categorie professionali o produttive cui si rivolge la cooperativa. Sono invece vietati criteri di selezioni basati sull'etnia, sul sesso, sulla religione o sulla fede politica (Chieffi 232), salvo che una simile clausola non sia giustificata in ragione dell'oggetto o dello scopo mutualistico della cooperativa (Bonfante 127).

È nulla la clausola di una cooperativa edilizia che limitava la possibilità di assumere la qualità di socio ai soli cittadini comunitari, escludendo quindi tale possibilità per i cittadini extracomunitari, in quanto tali (Trib. Monza, 27 marzo 2003, in Foro it., 2003, 3175).

È annullabile per eccesso di potere la delibera assembleare di una società cooperativa che modifichi lo statuto relativamente ai requisiti dei soci al fine di escludere taluni di essi dalla compagine sociale, dato che la qualità di socio è un diritto del quale la maggioranza non può disporre (Trib. Milano, 1 luglio 2005, in Banca borsa tit. cred. 2007, II, 478).

Il divieto di cui al secondo comma

Il secondo comma pone, per tutte le cooperative (Capo 232, Bonfante, 127, Chieffi, 231), il divieto per coloro che esercitano in proprio imprese in concorrenza con quella della cooperativa di divenire soci di quest'ultima. Tale divieto mira ad assicurare l'effettivo svolgersi della funzione mutualistica (Capo 232), impedendo il sorgere di conflitti di interessi all'interno dell'ente cooperativo. Il divieto non si applica ai soci finanziatori (Tonelli 98).

La dottrina osserva che — con particolare riferimento alle cooperative tra imprenditori (che svolgono necessariamente attività affini tra loro) — il carattere concorrenziale deve essere valutato in concreto e non in via astratta (Bonfante 127) ovvero che la norma deve essere interpretata in senso elastico tenendo conto l'effettiva compatibilità tra la partecipazione sociale dei primi ed il conseguimento dell'oggetto sociale della cooperativa medesima (Capo 232).

Attesa la valenza imperativa della norma, una partecipazione assunta in violazione del divieto deve essere considerata nulla (Capo 233).

Il socio in prova

L'ultimo comma prende in considerazione la figura del c.d. socio in prova o socio in formazione (sul punto, Cavanna, 208 ss.; Bonfante, 129 ss.; Capo, 233 ss.). Tali soci costituiscono una vera e propria categoria speciale (Capo 234) e non possono in ogni caso superare un terzo del numero totale dei soci cooperatori.

Bibliografia

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