Codice Civile art. 2579 - Interpreti ed esecutori.Interpreti ed esecutori. [I]. Agli artisti attori o interpreti di opere o composizioni drammatiche o letterarie, e agli artisti esecutori di opere o composizioni musicali, anche se le opere o composizioni sovraindicate sono in dominio pubblico, compete, nei limiti, per gli effetti e con le modalità fissati dalle leggi speciali (1), indipendentemente dall'eventuale retribuzione loro spettante per la recitazione, rappresentazione od esecuzione, il diritto ad un equo compenso nei confronti di chiunque diffonda o trasmetta per radio, telefono od altro apparecchio equivalente, ovvero incida, registri o comunque riproduca su dischi fonografici, pellicola cinematografica od altro apparecchio equivalente la suddetta recitazione, rappresentazione od esecuzione. [II]. Gli artisti attori od interpreti e gli artisti esecutori hanno diritto di opporsi alla diffusione, trasmissione o riproduzione della loro recitazione, rappresentazione od esecuzione che possa essere di pregiudizio al loro onore o alla loro reputazione. (1) V. artt. 80 ss. l. 22 aprile 1941, n. 633. InquadramentoIn tema di assicurazione Enpals, non sono soggetti a contribuzione previdenziale i corrispettivi dovuti per contratto al lavoratore dello spettacolo per la cessione dei diritti di immagine o connessi al diritto d'autore per la qualità di esecutore o interprete in registrazioni audiovisive, non costituendo esse compensi differiti per l'attività di spettacolo, che è solo quella dal vivo, ma corrispettivo della cessione di diritti assoluti riconosciuti dagli artt. 10 e 2579 e disciplinati dagli artt. 73, 80 — 85 e 96 della l. n. 633/1941 e successive modificazioni sul diritto d'autore (Cass. n. 1585/2004). L'interpretazione e l'esecuzione non costituiscono in sé opere dell'ingegno e non sono perciò oggetto di un diritto d'autore autonomo, ma solo di un diritto connesso che presuppone invece un'opera dell'ingegno come oggetto dell'interpretazione: a tale diritto non viene ricollegata una facoltà esclusiva di utilizzazione, ma solo un diritto ad un equo compenso (Ascarelli, 844). L'equo compenso di cui al primo comma, previsto anche dalla l. aut., per le singole categorie di interpreti ed esecutori, va determinato in base alle norme del regolamento per l'esecuzione della detta legge, e cioè il r.d. n. 1369/1942. L’art. 80 l. n. 633/1941, nel testo originario applicabile “ratione temporis”, riconosce agli artisti esecutori di opere o composizioni musicali il mero diritto ad un equo compenso nei confronti di chiunque abbia diffuso, trasmesso o inciso le loro rappresentazioni o esecuzioni. Solo in esito alle modifiche attuate, in sequenza, con gli art. 13 d.lgs. n. 685/1994, art. 6 d.lgs. n. 581/1996, artt. 10 e 11 d.lgs. n. 154/1997 e, da ultimo, art. 20 d.lgs. n. 68/2003, l'art. 80 è giunto all'attuale configurazione, riconoscendo all’interprete ed esecutore un diritto esclusivo d’autore avente ad oggetto l’autorizzazione alla riproduzione ed alla diffusione delle sue prestazioni artistiche (Cass. n. 1936/2017).
BibliografiaAscarelli, Teoria della concorrenza e dei beni immateriali, Milano, 1960, 698; Auteri, in AA.VV., Diritto Industriale, proprietà intellettuale e concorrenza, 4° ed., 492; Caselli, Codice del diritto d'autore,Torino, 1943, 325; Cavani, in La legge sul software. Commento sistematico, in Quaderni di Aida, Milano, 1994; Santini, I diritti della personalità nel diritto industriale, Padova, 1959, 40. |