Codice Civile art. 2588 - Soggetti del diritto.Soggetti del diritto. [I]. Il diritto di brevetto spetta all'autore dell'invenzione e ai suoi aventi causa (1). (1) V. d.lg. 10 febbraio 2005, n. 30. InquadramentoLa possibilità di distinguere tra diritto al brevetto (ossia la facoltà di chiedere la registrazione, riconosciuta all'inventore o a colui che a titolo derivativo acquista la completa descrizione dell'invenzione) e diritto sul brevetto (ossia la facoltà esclusiva di attuare e di godere dell'invenzione, concessa dall'art. 2584 a colui che ha brevettato) e, dunque, di ammettere una circolazione distinta di entrambi, non contraddice la logica dell'istituto brevettuale, la quale si concreta nel principio che soltanto chi brevetta bene ha il potere di esclusiva; sicché, tale potere non è riconosciuto a chi non brevetta o brevetta male perché non ha titolo per farlo (nella specie, un soggetto chiedeva la retrocessione di un brevetto appartenente ad una società fallita, sostenendo di essere l'autore dell'invenzione e di avere concesso alla società, quale suo amministratore, di chiedere la brevettazione a nome della società stessa; esibiva a tal proposito una scrittura privata nella quale era previsto il suo diritto a riottenere la disponibilità del brevetto nel caso di fallimento della società. La S.C. ha confermato la sentenza impugnata, che ha escluso il diritto alla retrocessione del brevetto, per l'impossibilità di scindere il diritto sul brevetto dal diritto di sfruttamento del brevetto) (Cass. n. 6392/2000). In materia di brevetti per invenzioni industriali, deve riconoscersi l'ammissibilità e la compatibilità, entro particolari limiti, nel nostro ordinamento, di un diritto di preuso nella ipotesi di sopravvenuta concessione di brevetto a favore di altri. Il preuso, infatti, trova espressa regolamentazione e tutela nel r.d. n. 1602/1934, il cui art. 33 comma 2, n. 3, r.d. n. 1602/1934 (v. ora art. 68 d.lgs. n. 30/2005), dispone che 'chi provi aver fatto uso legittimo dell'invenzione prima della presentazione della domanda di privativa può far riconoscere il suo diritto a continuare ad usarne nei limiti precedentì ne, in contrario, può valere il fatto che detta norma, e l'intera legge in cui la stessa e ricompresa, non sia mai entrata in vigore, giacche, come precisato dallo stesso legislatore in leggi successive, tutti i principi di cui al detto decreto n. 1602 del 1934 non si sono voluti ripudiare, ma solo guardare nel tempo, dopo averne sospesa l'attuazione, sdoppiando l'unitaria disciplina in due distinte leggi, del 1939 e del 1942 (r.d. n 1127/1939 e r.d. n 929/1942), rispettivamente per le invenzioni industriali e per il marchio d'impresa. Pertanto, il diritto di esclusività, conferito al titolare con la concessione del brevetto, bene inteso ed armonizzato anche con i principi equitativi, non deve incidere negativamente sul diritto del preutente, inventore o non inventore, a continuare, in una determinata zona territoriale, lo sfruttamento di una invenzione da altri brevettata e la coesistenza armonica dei due diritti, oltre a trovare una base nell'equità, rispetto il diritto quesito del preutente che non può essere pregiudicato da un fatto posteriore quale e quello della concessione del brevetto (Cass. n. 1351/1964). BibliografiaAscarelli, Teoria della concorrenza e dei beni immateriali, Milano, 1960, 698; Auteri, in AA.VV., Diritto Industriale, proprietà intellettuale e concorrenza, 4° ed., 492; Caselli, Codice del diritto d'autore,Torino, 1943, 325; Cavani, in La legge sul software. Commento sistematico, in Quaderni di Aida, Milano, 1994; Santini, I diritti della personalità nel diritto industriale, Padova, 1959, 40. |