Codice Civile art. 2592 - Modelli di utilità.Modelli di utilità. [I]. Chi, in conformità della legge, ha ottenuto un brevetto per una invenzione atta a conferire a macchine o parti di esse, strumenti, utensili od oggetti particolare efficacia o comodità di applicazione o d'impiego, ha il diritto esclusivo di attuare l'invenzione, di disporne e di fare commercio dei prodotti a cui si riferisce [2589] (1). [II]. Il brevetto per le macchine nel loro complesso non comprende la protezione delle singole parti. (1) V. d.lg. 10 febbraio 2005, n. 30. InquadramentoIl brevetto per modelli e disegni ornamentali (art. 5 r.d. n. 1411/1940 e art. 2593) tutela la nuova linea estetica ed ornamentale data ad un determinato prodotto industriale in modo da renderlo esteticamente più gradevole; quello per modelli di utilità (art. 2 r.d. n. 1411/1940 e art. 2592) tutela quegli elementi che conferiscono particolare efficacia e comodità di applicazione o di impiego a macchine utensili od oggetti d'uso; conseguentemente i modelli ornamentali, ai fini della brevettabilità, devono presentare solo il requisito della novità estrinseca dell'oggetto rispetto agli altri di comune commercio, consistente in una particolare espressione figurativa, formale o cromatica, mentre per i modelli di utilità deve sussistere il requisito della novità intrinseca, pur se solo diretta a determinare un incremento di utilità o di comodità di un oggetto preesistente. Stabilire la sussistenza, o meno, dei suddetti requisiti di brevettabilità è questione di fatto riservata al giudice di merito, le cui valutazioni, di carattere inevitabilmente discrezionale, sono incensurabili in sede di legittimità quando non siano inficiate da motivazione illogica o lacunosa o contenente errori di diritto (Cass. n. 182/1995). L'invenzione industriale ed il modello di utilità sono fattispecie normative distinte che non possono coesistere, per cui la qualificazione di un ritrovato come invenzioni industriale esclude che il medesimo possa essere qualificato come modello di utilità e conseguire una duplice, cumulativa protezione brevettuale a titolo congiunto di invenzione e di modello, essendo solo consentito all'interessato di presentare contemporaneamente domanda di brevetto per invenzione e domanda di brevetto per modello di utilità, allo scopo di ottenere alternativamente, attraverso l'esame congiunto delle rispettive condizioni e requisiti, l'una o l'altra brevettazione, nel caso che la prima domanda non sia accolta, o sia accolta solo in parte, nei limiti del mancato accoglimento (Cass. n. 7398/1983). Requisiti dei modelli d'utilitàAi fini del riconoscimento del brevetto per modello di utilità è richiesto, come per il brevetto per le invenzioni, oltre al requisito formale della descrizione chiara e completa, il requisito sostanziale della novità intrinseca od originalità, da riconoscersi ogni qual volta sia possibile rinvenire un'idea nuova che incida su un meccanismo od una forma già noti, conferendogli nuova utilità mediante soluzioni ed accorgimenti che vadano oltre la mera applicazione di regole ovvie ed elementari e attribuiscano a macchine, strumenti, utensili ed oggetti, un incremento di efficienza o di comodità d'impiego (Cass. n. 8510/2008). L'accertamento della validità o meno di un'invenzione o di un modello di utilità, dei requisiti costitutivi della loro novità intrinseca ed estrinseca, dei caratteri peculiari utilizzabili ai fini della loro differenziazione, è rimesso all'apprezzamento del giudice del merito e si sottrae al sindacato di legittimità se giustificato da motivazione logicamente congrua e giuridicamente corretta (Cass. n. 3932/1984). L'invenzione industriale si fonda sulla soluzione di un problema tecnico, non ancora risolto, atta ad avere concrete realizzazioni nel campo industriale, tali da apportare un progresso rispetto alla tecnica ed alle cognizioni preesistenti (novità estrinseca) e da esprimere un'attività creativa dell'inventore, che non sia cioè semplice esecuzione di idee già note e rientranti nella normale applicazione di principi conosciuti, prescindendosi dalla maggiore o minore novità del risultato (novità intrinseca). Anche per i modelli di utilità deve sussistere il requisito della novità intrinseca, con la differenza che, mentre per l'invenzione essa deve riguardare lo strumento, l'utensile o dispositivo meccanico, il prodotto o risultato industriale e la applicazione tecnica di un principio scientifico, la novità intrinseca dei modelli si presenta ed opera sul piano dell'efficacia e della comodità di impiego di macchine, strumenti, utensili ed oggetti già conosciuti ed utilizzati. Detta novità deve determinare un incremento di utilità valutabile in un significato quantitativo, che, in quanto tale, presuppone una qualità (invenzione) che permane nelle sue caratteristiche strutturali e funzionali di base. (in applicazione del principio di cui alla massima è stata ritenuto corretta la decisione di merito che, sulla base di una analisi delle caratteristiche del dispositivo brevettato, del suo campo di applicazione e dei risultati industriali che è idoneo a determinare, ha escluso la sua collocazione fra le invenzioni, attribuendogli un'efficacia limitata ad imprimere maggiori comodità di impiego alle macchine tranciatrici già esistenti e normalmente impiegate per la lavorazione del legno, in quanto si tratta di dispositivo che rende più agevole l'operazione di affilatura e sostituzione della lama della macchina tranciatrice, sfruttando principi del tutto noti rispetto allo stato del progresso tecnico del momento) (Cass. n. 3932/1984). Ai fini del riconoscimento del brevetto per modello di utilità, è richiesta la sussistenza sia del requisito formale (della descrizione chiara e completa) che di quello sostanziale (della novità), al pari di quanto previsto per l'invenzione industriale, con la differenza che, mentre per l'invenzione la novità deve riguardare lo strumento, l'utensile o il dispositivo meccanico, il prodotto o risultato industriale e l'applicazione tecnica di un principio scientifico, nel caso del modello di utilità essa si presenta ed opera sul piano dell'efficacia e della comodità d'impiego di strumenti già noti, risultando connessa ad un'idea nuova che, pur non essendo tali da far qualificare il trovato come vera invenzione, configura, però, diversamente un meccanismo conosciuto, sì da consentire ad esso di fornire nuova utilità. L'accertamento della validità o meno di un modello di utilità, come di un'invenzione, è rimesso all'apprezzamento del giudice di merito, e si sottrae al sindacato di legittimità se sorretto da motivazione logicamente congrua e giuridicamente corretta (Cass. n. 8735/1998). BibliografiaAscarelli, Teoria della concorrenza e dei beni immateriali, Milano, 1960, 698; Auteri, in AA.VV., Diritto Industriale, proprietà intellettuale e concorrenza, 4° ed., 492; Caselli, Codice del diritto d'autore,Torino, 1943, 325; Cavani, in La legge sul software. Commento sistematico, in Quaderni di Aida, Milano, 1994; Santini, I diritti della personalità nel diritto industriale, Padova, 1959, 40. |