Codice Civile art. 2595 - Limiti legali della concorrenza.Limiti legali della concorrenza. [I]. La concorrenza deve svolgersi in modo da non ledere gli interessi dell'economia nazionale e nei limiti stabiliti dalla legge [2596, 2598 ss.; 41 Cost.] [e dalle norme corporative] (1)(2). (1) Le disposizioni richiamanti le norme corporative devono ritenersi abrogate in seguito alla soppressione dell'ordinamento corporativo. (2) V. l. 10 ottobre 1990, n. 287, recante norme per la tutela della concorrenza e del mercato. InquadramentoI limiti posti dalla legge allo svolgimento della concorrenza risultano forniti, da un lato, dalle norme contenute nel presente Capo e, dall'altro, dalla disciplina contenuta nel Trattato istitutivo della Cee e nella normativa emanata dagli organi comunitari e dalla l. n. 287/1990 (norme per la tutela della concorrenza e del mercato). Con tale legge è stata istituita anche una Autorità garante della concorrenza e del mercato, con ampi poteri di indagine e con il potere di emettere diffide e sanzioni (v. artt. 10-24). La norma di cui all'art. 2595 non autorizza l'identificazione di un tipo di concorrenza illecita, fondato sulla violazione della legge e con carattere di autonomia rispetto alla concorrenza sleale, prevista nel successivo art. 2598 (Cass. n. 2911/1962). L'articolo in commento contiene un principio di carattere generale che, secondo l'opinione comune, è da ritenersi superato o sostituito dai principi enunciati nell'art. 41 Cost. (Auletta - Mangini, in Comm. S. B., 179). La norma ha comunque semplice valore di rinvio (Ghidini, 89). BibliografiaCottino, Diritto commerciale, I, Padova, 1999, 253; Ghidini, I limiti negoziali alla concorrenza, Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell'economia, diretto da Galgano, Padova, 1981, 89. |