Codice Civile art. 2595 - Limiti legali della concorrenza.

Roberto Amatore
aggiornato da Francesco Agnino

Limiti legali della concorrenza.

[I]. La concorrenza deve svolgersi in modo da non ledere gli interessi dell'economia nazionale e nei limiti stabiliti dalla legge [2596, 2598 ss.; 41 Cost.] [e dalle norme corporative] (1)(2).

(1) Le disposizioni richiamanti le norme corporative devono ritenersi abrogate in seguito alla soppressione dell'ordinamento corporativo.

(2) V. l. 10 ottobre 1990, n. 287, recante norme per la tutela della concorrenza e del mercato.

Inquadramento

I limiti posti dalla legge allo svolgimento della concorrenza risultano forniti, da un lato, dalle norme contenute nel presente Capo e, dall'altro, dalla disciplina contenuta nel Trattato istitutivo della Cee e nella normativa emanata dagli organi comunitari e dalla l. n. 287/1990 (norme per la tutela della concorrenza e del mercato). Con tale legge è stata istituita anche una Autorità garante della concorrenza e del mercato, con ampi poteri di indagine e con il potere di emettere diffide e sanzioni (v. artt. 10-24).

La norma di cui all'art. 2595 non autorizza l'identificazione di un tipo di concorrenza illecita, fondato sulla violazione della legge e con carattere di autonomia rispetto alla concorrenza sleale, prevista nel successivo art. 2598 (Cass. n. 2911/1962).

L'articolo in commento contiene un principio di carattere generale che, secondo l'opinione comune, è da ritenersi superato o sostituito dai principi enunciati nell'art. 41 Cost. (Auletta - Mangini, in Comm. S. B., 179). La norma ha comunque semplice valore di rinvio (Ghidini, 89).

Bibliografia

Cottino, Diritto commerciale, I, Padova, 1999, 253; Ghidini, I limiti negoziali alla concorrenza, Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell'economia, diretto da Galgano, Padova, 1981, 89.

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