Codice Civile art. 2603 - Forma e contenuto del contratto.

Roberto Amatore
aggiornato da Francesco Agnino

Forma e contenuto del contratto.

[I]. Il contratto deve essere fatto per iscritto sotto pena di nullità [1350, 1418 ss.].

[II]. Esso deve indicare:

1) l'oggetto e la durata del consorzio;

2) la sede dell'ufficio eventualmente costituito;

3) gli obblighi assunti e i contributi dovuti dai consorziati;

4) le attribuzioni e i poteri degli organi consortili anche in ordine alla rappresentanza in giudizio;

5) le condizioni di ammissione di nuovi consorziati;

6) i casi di recesso e di esclusione;

7) le sanzioni per l'inadempimento degli obblighi dei consorziati.

[III]. Se il consorzio ha per oggetto il contingentamento della produzione o degli scambi, il contratto deve inoltre stabilire le quote dei singoli consorziati o i criteri per la determinazione di esse.

[IV]. Se l'atto costitutivo deferisce la risoluzione di questioni relative alla determinazione delle quote ad una o più persone, le decisioni di queste possono essere impugnate innanzi all'autorità giudiziaria, se sono manifestamente inique od erronee, entro trenta giorni dalla notizia [1349, 2264, 2964 ss.].

Inquadramento

Anche nel contratto di consorzio, come in quello di società non trova applicazione la disposizione del secondo comma dell'art 1341 che esige la specifica approvazione per iscritto di determinate clausole (nella specie: clausola compromissoria) in quanto la parità di posizione dei soci rende inapplicabile nei loro rapporti la norma di tale articolo, che presuppone, invece, una iniziale contrapposizione di interessi, tale da collocare uno dei contraenti in posizione preminente rispetto all'altro o agli altri (Cass. n. 1951/1972). In tema di giudizio secondo equità, qualora il giudice di pace abbia ritenuto non necessaria l'adozione della forma scritta per l'adesione ad un consorzio fra proprietari d'immobili, mentre è inammissibile — stante la natura del procedimento — la censura relativa alla disapplicazione delle norme sostanziali relative all'obbligatorietà (o meno) della partecipazione al consorzio de quo e alla forma dell'adesione ad esso, neppure è configurabile la violazione dei principi informatori della materia (Corte Cost. n. 206/2004), giacché la costituzione dei consorzi tra proprietari d'immobili in zone residenziali, a differenza dei consorzi tra imprenditori per il coordinamento e la produzione degli scambi, non necessita dell'adozione di forme solenni, a meno che non sia conferito il godimento di beni immobili o di diritti reali immobiliari per un tempo eccedente il novennio o per un tempo indeterminato, onde, a maggior ragione, non può essere richiesta la forma scritta per l'adesione ad essi (Cass. n. 2960/2005). L'art. 2603, comma 1, che prevede la forma scritta, a pena di nullità, per il contratto di consorzio, si riferisce ai consorzi tra imprenditori per il coordinamento della produzione e degli scambi e, pertanto, non è applicabile al consorzio costituito tra proprietari d'immobili per la gestione delle parti e dei servizi comuni di una zona residenziale, il quale, non rientrando in nessuna delle categorie tipiche disciplinate dal codice o dalle leggi speciali, configura un'associazione non riconosciuta, che — costituita sul presupposto di un'obiettiva coincidenza di determinati bisogni o interessi ed allo scopo di provvedere con organizzazione comune al loro migliore soddisfacimento — è regolata dagli accordi degli associati e dagli artt. 36 e seguenti, nonché da ogni altra norma applicabile alle associazioni prive di personalità giuridica. Ne consegue che, per quanto riguarda i requisiti di forma dell'atto costitutivo di tale associazione, la necessità, per legge, della forma scritta (atto pubblico o scrittura privata) sussiste, ai sensi dell'art. 1350, n. 9, solo quando sia conferito il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari per un tempo eccedente i nove anni o per un tempo indeterminato (Cass. n. 4199/1984).

Contributi dei consorziati

Con riguardo all'attività contrattuale che un consorzio abbia posto in essere per conto della singola impresa consorziata, e che conseguentemente implichi, da parte di quest'ultima, in forza del patto consortile, l'acquisizione dei risultati del negozio stipulato con il terzo, con assunzione dei relativi vantaggi e rischi, la regolamentazione dei rapporti interni fra il consorzio e l'impresa consorziata, al fine del rimborso al primo delle spese sostenute, può esplicarsi anche mediante l'imposizione alla seconda di una congrua percentuale sugli utili dell'affare (Cass. n. 6822/1983). L'obbligo del partecipante ad un consorzio di versare a questo ultimo i contributi necessari al soddisfacimento delle sue esigenze finanziarie, in dipendenza delle spese occorrenti per il raggiungimento dello scopo consortile, di quelle di gestione, ovvero anche di liquidazione nel caso di delibera di scioglimento, pur derivando dalla suddetta qualità di partecipante, e non configurando corrispettivo di un servizio prestato, può essere fatto valere solo in forza di un bilancio debitamente approvato, alla stregua delle previsioni statutarie, ovvero di una deliberazione idonea a verificare la situazione finanziaria dell'ente ed a sostituire detto documento contabile, anche sotto il profilo della determinazione delle quote incidenti sui singoli consorziati (Cass. n. 5127/1985).

Inadempimento e sanzioni

La deliberazione con la quale l'assemblea consortile, avvalendosi dei poteri conferitile dal contratto di consorzio, accerta l'inadempienza di una delle imprese consorziate e le applica la sanzione prevista nello stesso contratto a norma dell'art. 2603 n. 7, non costituisce un arbitrato libero, invalido per la coincidenza dell'arbitro con una delle parti interessate alla controversia da risolvere, bensì, integra l'esercizio del normale processo volitivo con il quale alcuni contraenti accertano la inadempienza di un'altra parte e decidono di avvalersi degli strumenti previsti dal contratto per assicurare il raggiungimento dello scopo perseguito dal medesimo negozio (Cass. n. 919/1977).

Forma

L'adesione di un soggetto ad un consorzio, comportando modificazione del contratto plurilaterale ex art. 2607, deve farsi, al pari della costituzione del consorzio (art. 2603), per iscritto a pena di nullità. All'uopo non occorre la creazione di un unico documento, essendo sufficiente che attraverso uno o più atti scritti risultino i requisiti sostanziali, particolarmente quelli volitivi, riferibili a tutti i consorziati ed al soggetto aderente, idonei alla costituzione di nuove situazioni giuridiche (Cass. n. 4208/1981).

Bibliografia

Ascarelli, Teoria della concorrenza e di beni immateriali, Milano, 1960, 123; Bonvicini, Associazione temporanee di imprese, in Enc. giur., Roma, 1988, 1 ss.; Cottino, Diritto commerciale, Padova, 1999, I, 276; Volpe Putzolu, I consorzi per il coordinamento della produzione e degli scambi, Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell'economia, diretto da Galgano, Padova, 1981, 365.

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