Codice Civile art. 2606 - Deliberazioni consortili.Deliberazioni consortili. [I]. Se il contratto non dispone diversamente, le deliberazioni relative all'attuazione dell'oggetto del consorzio sono prese col voto favorevole della maggioranza dei consorziati [2604, 2607, 2611 nn. 3-4]. [II]. Le deliberazioni che non sono prese in conformità alle disposizioni di questo articolo o a quelle del contratto possono essere impugnate davanti all'autorità giudiziaria entro trenta giorni [2964 ss.]. Per i consorziati assenti il termine decorre dalla comunicazione o, se si tratta di deliberazione soggetta ad iscrizione, dalla data di questa. InquadramentoIl termine di trenta giorni, prescritto dall'art 2606, comma 2, per l'impugnazione delle delibere adottate dalle assemblee consortili in contrasto con la legge o con il contratto, opera non soltanto nel caso in cui il consorziato, agendo uti socius, lamenti che la deliberazione si è discostata dalla finalità del consorzio, ma anche nell'ipotesi in cui sia insorta una situazione di conflitto fra il gruppo costituito in consorzio ed il singolo consorziato uti singulus, assumendosi che una deliberazione dell'assemblea avrebbe leso l'interesse individuale di quest'ultimo. Il suddetto termine non opera nelle sole ipotesi in cui venga impugnata una deliberazione nulla perché adottata su oggetto illecito o impossibile, ovvero diretta a modificare l'oggetto del contratto senza le garanzie prescritte dall'art 2607 (nella specie, trattavasi dell'impugnativa di una deliberazione consortile con la quale era stata applicata una sanzione pecuniaria ad una delle imprese consorziate. I giudici del merito avevano respinto la domanda perché non proposta nel termine anzidetto e la suprema Corte ha confermato questa pronunzia, enunziando il principio di cui in massima) (Cass. n. 919/1977). In tema di consorzi, l'azione diretta all'accertamento negativo dell'esistenza di una delibera dei consorziati, per difetto dei presupposti della convocazione e riunione dell'assemblea (nella specie, trattandosi di decisione adottata con votazione a mezzo posta, in contrasto con le Disposizioni dello statuto), non è soggetta alla disciplina dettata dagli artt. 2606 e 2607, la quale riguarda la diversa ipotesi dell'impugnazione di delibere esistenti, ancorché viziate (Cass. n. 197/1978). Ai consorzi non possono estendersi sic et simpliciter i principi che regolano la società per azioni; tra l'altro i consorzi non hanno personalità giuridica e coloro che sono ad essi preposti non agiscono per un ente distinto dai consorziati, ma direttamente per questi, in virtù di mandati irrevocabili. Pertanto fuori dell'assemblea del consorzio uno dei consorziati può obbligarsi a osservare in anticipo la decisione che gli altri possano prendere, senza che ciò urti contro l'ordine pubblico o importi una limitazione del voto nell'assemblea, in quanto quest'ultimo nell'istituto in esame, ha solo lo scopo di consentire la discussione orale dei singoli argomenti senza escludere che prima o dopo, al di fuori della assemblea stessa, possano aversi impegni singoli. Se la determinazione dell'oggetto contrattuale può essere rimessa a un terzo, e non all'altro contraente, quando si tratti tuttavia di contratti, come quelli di consorzio, con più di due soggetti (per i quali il conflitto di interessi inerente alle modifiche del patto fondamentale può essere risolto, per la volontà comune, dalla maggioranza) il rimettersi per la determinazione dell'oggetto contrattuale alla volontà della maggioranza non implica assoggettamento alla volontà dell' altra parte con la quale si è in conflitto di interessi, ma alla volontà che è destinata a prevalere e che assume configurazione autonoma e distinta da quella dei singoli (Cass. n. 1991/1953). La delibera dell'assemblea di un consorzio, richiesta dallo statuto affinché il presidente possa agire o resistere in giudizio, concorre ad integrare la capacità processuale dell'ente, sicché la sua mancanza comporta l'inefficacia degli atti processuali compiuti a mezzo del presidente, per cui è inammissibile il ricorso per cassazione del medesimo proposto senza la detta autorizzazione (Cass. n. 7753/1995). La domanda diretta a far accertare la non conformità al vero del contenuto della delibera assembleare di un consorzio con attività esterna, quale riportato nel relativo verbale, integra gli estremi di un'azione di accertamento dell'inesistenza materiale di detta deliberazione e può pertanto essere proposta anche da un soggetto estraneo al novero dei consorziati, se a tale accertamento egli abbia un interesse concreto e attuale. Siffatto interesse è però da escludere nel caso in cui una successiva delibera della medesima assemblea consortile abbia confermato la precedente, non essendo il terzo legittimato a far valere, in base al disposto del secondo comma dell'art. 2606, l'eventuale contrarietà della delibera confermativa agli obblighi derivanti dal contratto consortile, ivi compreso l'obbligo di esecuzione secondo buona fede la cui violazione si sia tradotta in un eccesso di potere della maggioranza in danno della minoranza dei consorziati (Cass. n. 2334/2012). Impugnazione delle delibere consortiliLa domanda diretta a far accertare la non conformità al vero del contenuto della delibera assembleare di un consorzio con attività esterna, quale riportato nel relativo verbale, integra gli estremi di un'azione di accertamento dell'inesistenza materiale di detta deliberazione e può pertanto essere proposta anche da un soggetto estraneo al novero dei consorziati, se a tale accertamento egli abbia un interesse concreto e attuale. Siffatto interesse è però da escludere nel caso in cui una successiva delibera della medesima assemblea consortile abbia confermato la precedente, non essendo il terzo legittimato a far valere, in base al disposto del secondo comma dell'art. 2606, l'eventuale contrarietà della delibera confermativa agli obblighi derivanti dal contratto consortile, ivi compreso l'obbligo di esecuzione secondo buona fede la cui violazione si sia tradotta in un eccesso di potere della maggioranza in danno della minoranza dei consorziati (Cass. n. 2334/2012). BibliografiaAscarelli, Teoria della concorrenza e di beni immateriali, Milano, 1960, 123; Bonvicini, Associazione temporanee di imprese, in Enc. giur., Roma, 1988, 1 ss.; Cottino, Diritto commerciale, Padova, 1999, I, 276; Volpe Putzolu, I consorzi per il coordinamento della produzione e degli scambi, Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell'economia, diretto da Galgano, Padova, 1981, 365. |