Codice Civile art. 2615 - Responsabilità verso i terzi.

Roberto Amatore
aggiornato da Francesco Agnino

Responsabilità verso i terzi.

[I]. Per le obbligazioni assunte in nome del consorzio dalle persone che ne hanno la rappresentanza [2612 n. 4], i terzi possono far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo consortile (1).

[II]. Per le obbligazioni assunte dagli organi del consorzio per conto dei singoli consorziati rispondono questi ultimi solidalmente col fondo consortile. In caso d'insolvenza nei rapporti tra i consorziati il debito dell'insolvente si ripartisce tra tutti in proporzione delle quote [1299].

(1) Comma così modificato dall'art. 3 l. 10 maggio 1976, n. 377.

Inquadramento

I consorzi con attività esterna, svolgendo attività ausiliaria per conto delle imprese consorziate, costituiscono, nei confronti dei terzi, autonomi centri di imputazione di rapporti giuridici e di responsabilità e, pertanto, attesa la disciplina specificamente dettata dal codice civile, che attiene al sistema di pubblicità legale relativo alla struttura organizzativa (art. 2612), alla rappresentanza in giudizio (art. 2613), al fondo comune (art. 2614) e, soprattutto, alla responsabilità nei confronti dei terzi (art. 2615), nonché il processo di assimilazione alle società per azioni, evincibile dalla parziale estensione della disciplina di dette società (art. 2615-bis, aggiunto dall'art. 4 l. n. 377/1976), partecipano della stessa natura degli imprenditori commerciali consorziati e sono assoggettabili a fallimento ai sensi dell'art. 1 r.d. n. 267/1942 (l. fall.) (per la nuova disciplina v. d.lgs. n. 14/2019 “Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza”),  (Cass. n. 28015/2013). Il consorzio con attività esterna è un autonomo centro di rapporti giuridici, e pertanto ben può stipulare contratti anche in nome proprio (nella specie, il consorziato aveva chiesto al proprio consorzio il pagamento dell'intero corrispettivo versato dalla banca — committente verso il consorzio dell'appalto di spedizioni — per la quale aveva svolto autoservizio; la S.C., poiché l'acquisizione del contratto, concluso, come ammesso dallo statuto, in nome proprio, comportava l'affidamento del lavoro corrispondente ai singoli consorziati e poi la ripartizione tra gli stessi dell'utile conseguito, ha confermato la sentenza di rigetto della corte di merito) (Cass. n. 12958/2007). Le obbligazioni assunte in nome del consorzio dalle persone che ne hanno la rappresentanza — per le quali, a norma dell'art 2615, comma 1 (nel testo anteriore alla riforma della l. n. 377/1976), rispondono soltanto il fondo consortile e le persone che hanno agito in nome del consorzio — non sono soltanto quelle assunte dal consorzio in via strumentale per la sua stretta organizzazione materiale, ma sono tutte quelle assunte nella gestione rappresentativa degli interessi del consorzio in generale, secondo le finalità risultanti dall'atto costitutivo del medesimo; sono invece obbligazioni assunte dal consorzio per conto dei singoli consorziati — per le quali rispondono questi ultimi solidalmente col fondo consortile, ai sensi del secondo comma dell'art 2615 citato — tutte quelle che riguardano operazioni commerciali relative ai beni prodotti dai singoli consorziati, i relativi diritti e i trasferimenti di tali diritti, in quanto il consorzio e costituito come organismo preordinato all'attuazione di una disciplina unitaria di tali attività, e non del loro assorbimento o sostituzione. Conseguentemente, le singole imprese consorziate non sono passivamente legittimate rispetto all'azione diretta al pagamento delle provvigioni e delle indennità derivanti da un contratto di agenzia stipulato dal consorzio per l'attuazione delle finalità consortili (Cass. n. 4130/1979). Il contratto di consorzio di cui all'art. 2602 non comporta l'assorbimento delle imprese contraenti in un organismo unitario, con creazione di un rapporto di immedesimazione organica tra il consorzio e le imprese consorziate ma unicamente la costituzione di una organizzazione comune per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive attività dei contraenti, avente essa stessa carattere strumentale rispetto a quella delle imprese consorziate. Ne consegue che il consorzio di cooperative ammesso ai pubblici appalti, soggetto alla disciplina speciale dettata dall'art. 27-bis d.lgs.C.p.S. n. 1577/1947, non è solidalmente responsabile nei confronti dei terzi per le obbligazioni assunte da un'impresa consorziata nell'esecuzione di un contratto di appalto a quest'ultima assegnato dal consorzio, trovando applicazione il generale principio di cui all'art. 1372, comma 2, e ciò, a maggior ragione, nel caso in cui il consorzio sia costituito in forma di società cooperativa a s.r.l., attesa l'intensa autonomia di cui sono dotate le società di capitali, la quale esclude che le vicende dei rapporti facenti capo ai singoli soci possano ripercuotersi sulla società (Cass. n. 1636/2014).

In materia di società consortile costituita secondo il tipo delle società di capitali (nella specie, s.r.l.), la causa consortile può comportare la deroga delle norme che disciplinano il tipo adottato ove la loro applicazione sia incompatibile con profili essenziali del fenomeno consortile, fermo restando che siffatta deroga non può giustificare lo stravolgimento dei principi fondamentali che regolano il tipo di società di capitali scelto, al punto da renderlo non più riconoscibile rispetto al corrispondente modello legale; tra i principi inderogabili rientra quello recato dall'art. 2472, comma 1, in virtù del quale nella s.r.l., per le obbligazioni sociali, risponde soltanto la società con il suo patrimonio - fatta eccezione del caso disciplinato dall'art. 2497, comma 1, con conseguente inapplicabilità alla società consortile a responsabilità limitata dell'art. 2615, comma 2, che prevede la responsabilità solidale dei singoli consorziati con il fondo consortile per le obbligazioni assunte dagli organi del consorzio. Tale disposizione, tuttavia, non costituisce espressione di una regola generale, poiché la normativa speciale in tema di appalti pubblici (artt. 21, ultimo comma, l. n. 584/1977, e 23, comma 7, d.lgs. n. 406/1991), ha previsto la responsabilità illimitata e solidale dei consorziati per le obbligazioni assunte verso i terzi dalla società consortile nei confronti dell'ente appaltante, e, quindi, con l'art. 13, comma 2, l. n. 109/1994, anche nei confronti di subappaltanti e fornitori (Cass. n.  7473/2017).

I consorzi obbligatori per gli interventi di ricostruzione o riparazione degli immobili danneggiati dal sisma nelle Regioni Marche ed Umbria, di cui all'art. 3, comma 5, del d.l. n. 6/1998, conv. con l. n. 61/1998, agiscono sulla base di norme di diritto privato, rispondendo delle obbligazioni da loro assunte sia i singoli consorziati sia il consorzio stesso che le ha contratte, attraverso il suo presidente, nella qualità di mandatario dei medesimi consorziati. Ne consegue che alla responsabilità del consorzio si somma quella dei suoi membri, determinandosi, per effetto di questo vincolo solidale, una duplicità di legittimazioni passive - del consorzio, per l'intero, e del consorziato, nel limiti della sua quota - che opera in via alternativa o cumulativa (Cass. n. 12/2019).  

Obbligazioni assunte per conto dei consorziati

I consorzi, contrattando con i terzi, operano quali mandatari dei consorziati, per cui le obbligazioni assunte sorgono direttamente in capo al singolo consorziato, senza bisogno della spendita del nome dello stesso (Cass. n. 3829/2001). I consorzi, contrattando con i terzi per conto dei consorziati, operano quali loro mandatari, dovendo farsi carico delle obbligazioni assunte verso i terzi; tuttavia, in deroga al principio generale contenuto nell'art. 1705,la responsabilità solidale tra consorzio e singolo consorziato, prevista dal secondo comma dell'art. 2615 in ipotesi di obbligazioni contratte per conto del singolo consorziato, crea una duplice legittimazione passiva del consorzio e del consorziato, anche senza spendita del nome di quest'ultimo, la cui obbligazione sorge, quindi, direttamente in capo a lui, per il solo fatto che sia stata assunta nel suo interesse. Trattandosi di responsabilità per debito altrui, l'obbligazione, nei rapporti interni fra consorzio e consorziato, grava unicamente su quest'ultimo (Cass. n. 3664/2006). Con la modifica dell'art. 2602, introdotta dalla l. n. 377/1976, e l'entrata in vigore della l. n. 240/1981 — che hanno realizzato un ampliamento della causa storica del contratto di consorzio — specifiche fasi dell'attività dei consorziati vengono affidate ad una organizzazione autonoma, che, per la gestione che deve compiere, non può non avere rilevanza esterna. Pertanto, il consorzio, contrattando con i terzi, ex art. 2615, comma secondo, e coerentemente ai principi di cui agli artt. 2608, 2609, opera quale mandatario dei consorziati, qualità nella quale è legittimato a compiere, ai sensi dell'art. 1710, atti interruttivi della prescrizione (nella specie, il consorzio aveva stipulato un'assicurazione per conto delle società consorziate) (Cass. n. 6774/1996). In deroga al principio generale contenuto nell'art. 1705, la responsabilità solidale tra consorzio e singolo consorziato, prevista dal secondo comma dell'art. 2615 in ipotesi di obbligazioni contratte per conto del singolo consorziato, non richiede la spendita del nome di quest'ultimo, la cui obbligazione sorge, quindi, direttamente in capo a lui, per il solo fatto che sia stata assunta nel suo interesse (Cass. n. 9509/1997). Nell'ipotesi di contratto d'appalto stipulato con un consorzio, il vincolo contrattuale sussistente tra il committente e il consorzio, e tra quest'ultimo e le società consorziate, fa sì che il committente sia solidalmente responsabile, ex art. 29, comma 2, del d.lgs n. 276 del 2003 (nella versione anteriore alle modifiche apportate dal d.l. n. 5 del 2012, conv. con modif. dalla l. n. 35 del 2012, e dalla l. n. 92 del 2012), per gli inadempimenti delle consorziate, dovendo individuarsi in queste ultime le vere "appaltatrici", rispetto alle quali sorge l'esigenza di tutela in favore dei lavoratori, posta a fondamento della citata disposizione (Cass. n. 40782/2021)

Responsabilità extracontrattuale

Il consorzio con attività esterna, pur essendo sfornito di personalità giuridica, è un autonomo centro di rapporti giuridici e pertanto assume la responsabilità, garantita dal fondo consortile, dei contratti che stipula in nome proprio. Quindi se un terzo subisce un danno ingiusto provocato dalla esecuzione, da parte di un'impresa consorziata, di opere oggetto di un contratto di appalto stipulato da un consorzio, è questo a risponderne, a titolo di responsabilità extracontrattuale, sotto il profilo del rischio derivante dalla gestione di un'attività imprenditoriale (Cass. n. 10956/1996). Un consorzio di sviluppo industriale deve ritenersi custode, per i fini di cui all'art. 2051, delle strade interne all'area consortile ed aperte al pubblico transito, in quanto proprio la realizzazione e la gestione (anche) di tali beni costituisce lo scopo dell'attività consortile, a nulla rilevando se esse si trovino all'interno di un centro abitato od in area periferica (Cass. n. 23680/2008). Il consorzio con attività esterna è responsabile nei confronti dei terzi dei danni a questi ultimi causati dalle imprese consorziate nello svolgimento di attività costituenti adempimento di un contratto stipulato direttamente dal consorzio (Cass. n. 18235/2008).

Bibliografia

Ascarelli, Teoria della concorrenza e di beni immateriali, Milano, 1960, 123; Bonvicini, Associazione temporanee di imprese, in Enc. giur., Roma, 1988, 1 ss.; Cottino, Diritto commerciale, Padova, 1999, I, 276; Volpe Putzolu, I consorzi per il coordinamento della produzione e degli scambi, Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell'economia, diretto da Galgano, Padova, 1981, 365.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario