Codice Civile art. 2641 - Confisca 1 .Confisca 1. [I]. In caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti per uno dei reati previsti dal presente titolo è ordinata la confisca del prodotto o del profitto del reato e dei beni utilizzati per commetterlo2. [II]. Quando non è possibile l'individuazione o l'apprensione dei beni indicati nel comma primo, la confisca ha ad oggetto una somma di denaro o beni di valore equivalente3. [III]. Per quanto non stabilito nei commi precedenti si applicano le disposizioni dell'articolo 240 del codice penale.
[2] La Corte cost. con sentenza 4 febbraio 2025, n. 7, ha dichiarato in via consequenziale, ai sensi dell'art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale), l'illegittimità costituzionale del presente comma limitatamente alle parole «e dei beni utilizzati per commetterlo». InquadramentoÈ soggetto alla confisca di cui all'art. 2641 e, pertanto, al sequestro preventivo, ai sensi dell'art. 321, comma 2, c.p.p., ove sussista il fumus commissi delicti della fattispecie criminosa di cui all'art. 2634 (infedeltà patrimoniale), il bene, oggetto della appropriazione-distrazione che costituisce il prodotto del reato e quindi, il risultato della condotta criminosa, fatta salva la previsione dell'art. 240, comma 3, c.p. (Cass. n. 21458/2005). L'omissione dell'informazione di garanzia prima dell'adozione del decreto di sequestro preventivo (nella specie funzionale alla confisca per equivalente), ovvero la mancata indicazione degli elementi di essa nello stesso decreto, in caso di contestualità, in tanto comportano la nullità del provvedimento per violazione dell'art. 178, comma 1, lett. c), c.p.p., in quanto determinino la violazione del diritto di difesa per la mancata possibilità di partecipazione del difensore alle operazioni di esecuzione del sequestro (Cass. n. 28336/2013). In tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, costituiscono "beni utilizzati per commettere il reato" di cui all'art. 2638, confiscabili ai sensi dell'art. 2641 anche mediante l'apprensione di beni per valore equivalente, i finanziamenti concessi da un istituto di credito a terzi per l'acquisto di azioni ed obbligazioni dello stesso istituto, finalizzati a rappresentare una realtà economica del patrimonio di vigilanza dell'ente creditizio diversa da quella effettiva, con ostacolo delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (Cass. n. 42778/2017). E soggetto alla confisca obbligatoria di cui all'art. 2641 e, pertanto, al sequestro preventivo, ai sensi dell'art. 321, comma 2, c.p.p., il bene utilizzato per commettere il reato di corruzione fra privati, dovendo attribuirsi tale qualifica con riferimento al momento storico del perfezionamento dell'accordo criminoso (e verificando che tale caratteristica sia stata mantenuta nel momento successivo dell'esecuzione dell'accordo) quale mezzo concretamente utilizzato dalle parti per far conseguire ad uno dei soggetti indicati dall'art. 2635 l'utilità illecita, indipendentemente dal fatto che il bene stesso non sia strutturalmente funzionale alla commissione del reato e che successivamente ad essa non abbia conservato una destinazione illecita (Cass. n. 33027/2017). E' manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 2641, comma 2, nella parte in cui sottopone alla confisca per equivalente i beni utilizzati per commettere il reato di ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, di cui all'art. 2638 del medesimo codice, per violazione degli artt. 3, 27, 42, 117 Cost. (in relazione quest'ultimo all'art. 1 del primo protocollo addizionale CEDU e 17 e 49 CDFUE), non sussistendo sproporzione fra la condotta punita da tale disposizione e la confisca per equivalente dei mezzi utilizzati per attuarla (Cass. n. 1991/2018).
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