Codice Civile art. 2649 - Cessione dei beni ai creditori.Cessione dei beni ai creditori. [I]. Deve essere trascritta, qualora comprenda beni immobili, la cessione che il debitore fa dei suoi beni ai creditori, perché questi procedano alla liquidazione dei medesimi e alla ripartizione del ricavato [1977 ss., 2687; 225, 231 trans.]. [II]. Non hanno effetto, rispetto ai creditori, le trascrizioni o iscrizioni di diritti acquistati verso il debitore, se eseguite dopo che la cessione è stata trascritta. InquadramentoLa norma fa riferimento al contratto di cessione dei beni ai creditori (cessio bonorum) di cui all'art. 1977 che consiste nell'incarico che il debitore conferisce a tutti od alcuni dei suoi creditori di vendere in tutto o in parte i propri beni e di ripartirne il ricavato per soddisfare i loro crediti, ossia strumento negoziale alternativo alla procedura esecutiva. La forme prescritta è quella scritta ad substantiam, con sanzione di nullità nel caso venga omessa. Se la cessio bonorum ha per oggetto beni immobili o mobili registrati (art. 2687) deve essere trascritto. La trascrizione, in tal caso, crea un vincolo d'indisponibilità nei confronti del debitore giustificato dal conferimento in favore dei creditori del potere di amministrare i beni in vista della loro liquidazione ai fini del soddisfacimento delle loro ragioni di credito. Ne deriva che la trascrizione di diritti contro il debitore eseguita dopo la trascrizione della cessione di beni non avrà effetto nei confronti dei creditori, anche laddove il loro acquisto fosse anteriore rispetto alla trascrizione della cessione o addirittura al contratto di cessione (Triola, 184). La norma parla di creditori, ma non si tratta di una massa indistinta dotata di una propria soggettività, pertanto nella trascrizione “a favore” costoro devono essere indicati nominativamente ed è possibile che all'atto di cessione dei beni possano aderire creditori ulteriori che si aggiungono a quelli originari (art.1981). Profili generaliAi fini dell'individuazione del soggetto contro il quale la formalità viene presa, ossia il debitore, va osservato che essa dovrà essere eseguita contro costui, anche sui successivi atti dispositivi che i creditori cessionari compiano a favore di terzi per soddisfarsi sul ricavato. In questo caso, va evidenziato che la cessio bonorm non ha effetti traslativi nei confronti del terzo, con la conseguenza che essa dovrà essere presa contro il debitore originario, rimasto proprietario del bene anche dopo l'avvenuta cessione. Secondo un opinione minoritaria (Gentile, 419 e Mastrocinque, 289) i creditori cessionari dei beni agirebbero iure proprio e, pertanto, gli atti traslativi andrebbero trascritti contro costoro. Ne conseguirebbe che la trascrizione in questione verrebbe eseguita al solo scopo di garantire solo la continuità delle trascrizioni medesime ai sensi dell'art. 2650. Funzione della trascrizioneLa trascrizione crea, rispetto alla cessione dei beni, un vincolo d'indisponibilità del tutto simile a quello del pignoramento. Secondo l'opinione prevalente la trascrizione della cessio bonorum costituisce elemento indispensabile ai fini dell'insorgenza del vincolo reale di indisponibilità sui beni oggetto della cessione e non produrrebbe pertanto solo una forma di efficacia interna tra debitore e creditori, anche se la giurisprudenza parla di effetti meramente obbligatori (Cass. n. 1991/ 5464). Secondo una tesi intermedia (Vassalli, 414) se la cessione si riferisce a rapporti obbligatori o diritti di credito la teoria della natura reale del vincolo d'indisponibilità impedirebbe un agevole circolazione giuridica dei beni, mentre in tema di diritti reali immobiliari il tenore letterale della disposizione in commento non lascerebbe dubbi circa la natura giuridica del vincolo impresso con la trascrizione ed il suo effetto dichiarativo che sfocia nell'inopponibilità dell'atto di disposizione verso il creditore che abbia provveduto alla trascrizione dell'atto di cessione dei beni. Perciò, in difetto di trascrizione, laddove i creditori cessionari abbiano realizzato atti di disposizione dei beni ceduti, i terzi — loro aventi causa- che abbiamo tempestivamente trascritto il loro titolo d'acquisto sono destinati a prevalere rispetto ai terzi aventi causa del debitore cedente, ma intempestivi nella trascrizione, considerato che essi non sono aventi causa dei creditori cessionari, ma del debitore. La situazione appare conforme a quella prevista dall'art. 2644, ossia secondo la regola della prevalenza di chi ha trascritto per primo: prior in tempore potior in iure. Viceversa, se la cessione è stata trascritta, lo stesso conflitto va dipanato alla luce non del confronto temporale tra i rispettivi titoli, ma dalla data della trascrizione di cui all'art. 2649. Il conflitto con i terzi che abbiano acquistato diritti dal debitore si risolve, perciò, indipendentemente dal criterio dell'anteriorità della trascrizione dei rispettivi titoli, ma in base al criterio della anteriorità della trascrizione dell'atto in base al quale il debitore ha perso il potere di disporre dei propri beni efficacemente nei confronti dei creditori cessionari (Triola, 186). BibliografiaAsaro, Colletti, Recco, La trascrizione: La giurisprudenza di risoluzione dei conflitti tra più aventi causa, Milano, 2011; Bianca, Diritto civile, III, Milano, 2000, 528; Bianca, L'atto di destinazione: problemi applicativi, in Atti del Convegno su Atti notarili di destinazione dei beni: art. 2645-ter c.c., Milano, 19 giugno 2006; Bianca, Il nuovo art. 2645-ter. 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