Codice Civile art. 2704 - Data della scrittura privata nei confronti dei terzi.Data della scrittura privata nei confronti dei terzi. [I]. La data della scrittura privata della quale non è autenticata la sottoscrizione [2703] non è certa e computabile riguardo ai terzi, se non dal giorno in cui la scrittura è stata registrata o dal giorno della morte o della sopravvenuta impossibilità fisica di colui o di uno di coloro che l'hanno sottoscritta o dal giorno in cui il contenuto della scrittura è riprodotto in atti pubblici [2699] o, infine, dal giorno in cui si verifica un altro fatto che stabilisca in modo egualmente certo l'anteriorità della formazione del documento. [II]. La data della scrittura privata che contiene dichiarazioni unilaterali non destinate a persona determinata [1992] può essere accertata con qualsiasi mezzo di prova. [III]. Per l'accertamento della data nelle quietanze [1199] il giudice, tenuto conto delle circostanze, può ammettere qualsiasi mezzo di prova. InquadramentoLa norma in esame indica i requisiti per poter utilizzare una scrittura privata non autenticata nei confronti di soggetti terzi alla stessa. Si tratta, in sostanza, di un ulteriore applicazione del principio di tutela dei terzi in buona fede. La disposizione prevede che la certezza della data della scrittura privata della quale non è autenticata la sottoscrizione è legata a requisiti ben definiti, ovverosia la registrazione, il giorno della morte o della sopravvenuta impossibilità fisica di colui o di uno di coloro che l'hanno sottoscritta o il giorno in cui il contenuto della scrittura è riprodotto in atti pubblici o, infine, il giorno in cui si verifica un altro fatto che stabilisca in modo egualmente certo l'anteriorità della formazione del documento. Discorso diverso viene fatto per le scritture che contengono dichiarazioni unilaterali non indirizzate a persona determinata, la cui data può essere provata in ogni modo. Analoga modalità è prevista per l'accertamento della data nelle quietanze. Si è discusso se l'indicazione degli elementi contenuta nella norma che consentono di dare certezza ad una data contenuta in una scrittura privata sia tassativa o meno. La giurisprudenza è costante nel ritenere tale elencazione non tassativa. IstitutoL'autenticazione della sottoscrizione della scrittura privata conferisce certezza alla sua datazione, fino a querela di falso, nei confronti sia delle parti, sia dei terzi (art. 2703). In mancanza di autenticazione, l'apposizione della data è rilevante solo fra le parti, nel senso che: (i) se la data manca, la scrittura privata è comunque valida (art. 2702) ed è senz'altro ammissibile la prova, anche per testimoni, del momento della effettiva formazione del documento; (ii) se invece essa è presente, e la scrittura privata non viene disconosciuta o viene verificata, la prova della falsità o della simulazione della sua data è in generale possibile, salvi gli eventuali limiti di ammissibilità dei mezzi di prova o altri meccanismi di prova legale, mentre occorre la querela di falso per escludere che la dichiarazione intorno alla data provenga da chi ha sottoscritto (Tommaseo, 178). Giova precisare che la data non deve essere intesa in senso stretto come indicazione del giorno, mese e anno del documento, ma anche solo come indicazione di atti o fatti che ne permettano la collocazione cronologica (c.d. computabilità del documento) (Cendon, 117). Ai fini dell'opponibilità ai terzi dell'anteriorità del documento la norma in esame detta invece una regola che rende irrilevante la datazione compiuta dalle parti sulla scrittura privata non autenticata. In effetti, tale documento può dirsi anteriore solo se lo è la data di un diverso evento che ne renda certa l'anteriorità; è, pertanto, inammissibile qualsiasi prova tanto della verità quanto della falsità della suddetta datazione, così come, più in generale, del momento della effettiva redazione del documento, datato o non datato, in quanto tale data è, rispetto ai terzi, non computabile (Tommaseo, 179). TerziIn vista della ratio della norma deve ritenersi terzo chiunque non abbia partecipato alla formazione della scrittura, purché però vanti una situazione di vantaggio indipendente (autonoma) e incompatibile con quella oggetto della dichiarazione rappresentata attraverso la scrittura (Comoglio, 333). Anche la giurisprudenza ha chiarito che la qualifica di terzo rispetto ad un rapporto giuridico compete a qualsiasi soggetto che sia portatore di un interesse giuridicamente perfetto e differenziato dagli interessi delle parti del rapporto medesimo (Cass., n. 4030/1974). Pertanto, la giurisprudenza, ha ritenuto che siano terzi ai fini della norma in esame anche gli eredi e gli aventi causa, quando facciano valere una situazione soggettiva, oltre che incompatibile, anche autonoma rispetto all'atto: l'erede che agisca per la quota di riserva (Cass. II, n. 1449/1981; contra v. Cass. II, n. 13968/2009); il cessionario del credito rispetto alla ricevuta di pagamento sottoscritta dal cedente (Cass. III, n. 649/1984); l'acquirente rispetto alla locazione della cosa (Cass. III, n. 10204/1994). Circa la posizione del curatore la giurisprudenza (Cass. S.U., n. 4213/2013) ha affermato che lo stesso è terzo e non parte nei confronti del creditore che proponga istanza di ammissione al passivo del fallimento, in ragione di un suo preteso credito, circostanza da cui discende l'applicabilità dei limiti probatori indicati, dall'art. 2704. È il giudice di merito a valutare i fatti allegati dalla parte, in base ai quali la data di una scrittura privata non autenticata deve ritenersi certa rispetto ai terzi, giacchè l'art. 2704 non contiene un'elencazione tassativa di detti fatti (Cass. VI, n. 6462/2018). Cass. lav., n. 4099/2016 ha affermato che il rappresentato non diviene terzo rispetto al contratto stipulato a suo nome e per suo conto solo perché ne eccepisca la conclusione dopo la revoca della procura, e non può avvalersi, quindi, dell'art. 2704 al fine di riversare sulle altre parti l'onere di provare che il contratto si è perfezionato nella data indicata e prima della suddetta revoca o della perdita dei poteri rappresentativi. Fatti determinativi della data certa di fronte ai terziL'indicazione operata dalla norma non risulta tassativa. Secondo Cass. I, n. 27192/2019 in una fattispecie riguardante la riproduzione del contenuto di lettere riportanti il riconoscimento del debito in un ricorso per decreto ingiuntivo il credito documentato da scrittura privata non avente data certa attraverso la riproduzione del testo della scrittura in atto avente data certa, a differenza della mera indicazione del documento nell'atto, integra, un fatto atipico idoneo ad attribuire data certa al documento ai sensi dell'ultima parte dell'art. 2704, comma 1, c.c. L'accertamento della data di una scrittura privata non autenticata e della sussistenza ed idoneità di fatti diversi da quelli specificamente indicati nell'art. 2704, ma equipollenti a questi ultimi, in quanto idonei a stabilire in modo egualmente certo l'anteriorità - o, eventualmente, la posteriorità - della formazione del documento, è compito esclusivo del giudice del merito, la cui valutazione non è sindacabile in sede di legittimità, se correttamente motivata. In ogni caso secondo il S.C. poiché l' art. 2704 fa discendere la certezza della data della scrittura privata non autenticata rispetto ai terzi, oltre che dalla registrazione ovvero dagli eventi specificamente considerati dalla norma, anche dal verificarsi di un altro fatto che stabilisca in modo egualmente certo l'anteriorità della formazione del documento, la certezza della data di una fattura, nei riguardi del curatore fallimentare, non può essere desunta dai documenti di trasporto ad essa relativi, ove, a propria volta, non abbiano data certa e non siano quindi opponibili al fallimento. (Cass. I, n. 1389/2019). Pertanto, la serie di elementi contenuta nella norma è da considerarsi integrabile con altre circostanze che permettano, in modo altrettanto sicuro, di stabilire la data di formazione dell'atto, come, ad esempio, l'apposizione di un timbro postale che faccia fede. A titolo esemplificativo la data certa può ad esempio essere costituita: dalla vidimazione dei libri sociali da parte di un notaio o del cancelliere, tenendo conto che se l'annotazione viene effettuata dopo la vidimazione di apertura o di chiusura del libro sociale, è rispetto a questa che va fissata la certezza della data; dalle risultanze del libro giornale di una banca soggetto a vidimazione annuale ad opera del pubblico ufficiale; dalla vidimazione notarile del registro valori in garanzia di una banca, in cui sia annotata una determinata operazione di credito su pegno, sempre che fra il contenuto di questa ed il documento invocato come sostitutivo della prelazione sussista il necessario collegamento; dalla vidimazione del libro pegni di una banca; dal timbro postale apposto su un foglio formante corpo unico con quello che contiene la scrittura privata non autenticata; dalla copia notarile, integrale o per estratto, di una scrittura privata non autenticata; dalla attestazione da parte dell'ufficiale giudiziario procedente a pignoramento di aver avuto cognizione personale di un documento ovvero dalla esibizione della scrittura privata allo stesso ufficiale giudiziario; o ancora dall'esecuzione del contratto consacrato nella scrittura in quanto tale esecuzione ne presuppone la conclusione. La prova del credito originato dal saldo negativo del conto corrente bancario, ai fini dell'ammissione allo stato passivo del fallimento richiede la produzione in giudizio della scrittura negoziale secondo la forma ad substantiam con data certa ex art. 2704 c.c. e come tale opponibile, prova non surrogabile con gli estratti conto inviati al correntista durante il rapporto (Cass. I, n. 33724/2022). Eccezioni al principio della data certa rispetto ai terziRispetto alle scritture in cui si rappresentano dichiarazioni unilaterali non destinate a persona determinata, la legge respinge la distinzione fra parti e terzi ai fini della prova della data. In tali casi può darsi la prova del momento in cui il documento è stato unilateralmente formato, in quanto si ritiene che non vi siano rischi di anti datazioni fraudolente (Rizzo,115). La disposizione di cui al comma 2 dell'articolo in commento si ritiene generalmente applicabile alle promesse al pubblico (Tommaseo, 180). La distinzione fra parti e terzi non opera neppure per quel che riguarda la data delle quietanze rilasciate al debitore: l'eccezione è stata introdotta dal legislatore in ossequio alla prassi commerciale di non registrarle (Rizzo 115). Infine ai sensi dell'art. 48, d.lgs. n. 82/2005 (sostituito dall'art. 33, d.lgs. n. 235/2010), la data e l'ora di formazione, di trasmissione o di ricezione di un documento informatico, trasmesso mediante posta elettronica certificata sono opponibili ai terzi se conformi alle disposizioni di cui al d.P.R. n. 68/2005 ed alle relative regole tecniche. Secondo Cass. lav, n. 983/2016 In caso di omesso versamento dei contributi assicurativi da parte del datore di lavoro e di avvenuta prescrizione dei medesimi, ai fini della costituzione della rendita prevista dall'art. 13 l. n. 1338/1962, va escluso che sia suscettibile di libera prova la risalenza del rapporto a un periodo antecedente a quello risultante da un attestato di propedeutico addestramento professionale. BibliografiaCendon, artt. 2697-2739. Prove, in Commentario al codice civile, Milano, 2009; Comoglio, Le prove civili, Torino, 2004; Conte, artt. 2697- 2730. Prove, Commentario al cod. civ., a cura di Cendon, Milano, 2008; Denti, La verificazione delle prove documentali, Torino, 1957; Patti, Della prova documentale, Bologna-Roma, 1996; Rizzo, Data, data certa, in Dig. civ., V, Torino, 1989; Tommaseo, in Comm. Cendon, VI, Torino, 1991; Verde, Prova documentale, in Enc. giur., XXV, Roma, 1991. |