Codice Civile art. 2712 - Riproduzioni meccaniche.

Donatella Salari

Riproduzioni meccaniche.

[I]. Le riproduzioni fotografiche, informatiche (1) o cinematografiche, le registrazioni fonografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime [261 c.p.c.].

(1) La parola «informatiche» è stata inserita dall'art. 23 d.lg. 7 marzo 2005, n. 82, e successivamente ribadita dall'art. 16, d.lg. 30 dicembre 2010, n. 235, che ha modificato l'art. 23 del d.lg. n. 82 del 2005, e ha introdotto l'art. 23 quater.

Inquadramento

L'articolo in commento analizza e disciplina una particolare tipologia di prove precostituite, consistenti nella riproduzione o rappresentazione meccanica di fatti o di cose (Tommaseo, 191). Tali riproduzioni o rappresentazioni vengono ottenute utilizzando le tecniche elaborate dal costante progresso scientifico.

Ancorché nella norma si faccia specifica menzione delle sole riproduzioni fotografiche, informatiche o cinematografiche e delle registrazioni fonografiche, il successivo riferimento «in genere» ad «ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose» consente di attribuire alla disposizione in oggetto il carattere di clausola generale, ovvero di norma di chiusura all'interno della sezione dedicata alla prova documentale.

Istituto e ambito di applicazione

Come si è detto, la disposizione in commento ha la valenza di clausola generale.

Pertanto, in conseguenza dei continui sviluppi della scienza e della tecnologia, la relativa disciplina è suscettibile di trovare applicazione anche con riferimento a “nuovi” strumenti di riproduzione (Patti, in Comm. S. B., 1996, 126).

Un'attenta dottrina osserva come un istituto di così grande rilevanza pratica, rilevanza peraltro destinata ad aumentare nel tempo di pari passo con il progresso della scienza, avrebbe meritato maggiore attenzione e una disciplina più dettagliata (Verde, 16).

Ovviamente le riproduzioni meccaniche de quibus non vanno confuse con le riproduzioni e con gli esperimenti disposti dal giudice istruttore ex art. 261 c.p.c., i quali integrano un'ipotesi di prova costituenda, con profili ed effetti del tutto diversi da quelli qui esaminati (Comoglio, in Tr. Res., 1997, 364; Massari, 1244).

Le copie fotografiche di scritture sono, secondo l'opinione maggioritaria, escluse dal campo di applicazione della norma.

Con riferimento ad esse, infatti, trova diretta applicazione l'art. 2719.

In tema di rapporto fra l'art. 2712 e l'art. 2719, una parte della dottrina lo risolve nel senso che l'art. 2712 avrebbe valenza generale rispetto all'art. 2719 (Patti, in Comm. S. B., 1996, 126).

Tuttavia, altri osservano come tra le due fattispecie esista invero una netta differenza, atteso che la rappresentazione o riproduzione di fatti e cose è un originale avente propria efficacia probatoria, mentre la copia fotografica prevista dall'art. 2719 ha un'efficacia probatoria dipendente da quella dell'originale (Mantovani, 2259).

Secondo l'orientamento prevalente, rientrano nell'ambito di applicazione dell'art. 2719 e non in quello della norma in commento le cosiddette «veline», ossia le riproduzioni di documenti scritti ottenute con carta copiativa (per tutti Verde, 17).

Sono ritenuti estranei alla disciplina di cui all'art. 2712 anche il telegramma e il telex, mentre è discussa la sua applicabilità al telefax.

L'orientamento della Corte di Cassazione è consolidato nel ritenere che il documento trasmesso via telefax sia soggetto all'ambito di applicazione dell'art. 2712 (Cass. I, n. 349/2013; Cass. I, n. 13916/2007; Cass. III, n. 24814/2005; Cass. lav., n. 886/1989).

In proposito si è affermato che in caso d’inoltro del documento al numero del destinatario  si deve presumere  la piena conoscenza dello stesso da parte di costui  salvo prova diretta ad inficiare la regolare ed avvenuta recezione (Cass.VI, n. 18679/2017)

Si richiama la disciplina delle riproduzioni meccaniche anche per quanto attiene al c.d. documento informatico. In effetti, il supporto informatico non è strutturalmente diverso dagli altri supporti non cartacei ai quali si riferisce l'art. 2712 (Comoglio, in Tr. Res., 1997, 376; Patti, in Comm. S. B., 1996, 131).

Efficacia probatoria

L'efficacia probatoria delle riproduzioni, registrazioni e rappresentazioni di cui alla norma in oggetto viene descritta nel senso che esse formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime.

È controverso che cosa si debba intendere con la locuzione “piena prova”. Taluni la reputano un sinonimo di «prova legale» ex art. 2702. Altri, invece, ritengono che le riproduzioni siano in realtà un mezzo di prova liberamente valutabile e che esse abbiano efficacia di «piena prova» nel senso che, ove non disconosciute, possono anche da sole essere sufficienti a formare il convincimento del giudice (Liebman, 120; sul punto v. anche Comoglio, in Tr. Res., 1997, 364).

Va precisato che la norma in commento, come precisato dalla giurisprudenza di legittimità, opera anche nel caso di contumacia di colui contro il quale le riproduzioni sono allegate.

Secondo la dottrina maggioritaria, pertanto, si configurerebbe un vero e proprio onere di disconoscimento (Patti, in Comm. S. B., 1996, 128), anche se non manca chi ritiene che al contrario serva un atto positivo, ossia un riconoscimento, seppur implicito, della conformità della riproduzione ai fatti rappresentati.

Secondo la dottrina maggioritaria, nell'ipotesi in cui vi sia disconoscimento, la riproduzione non acquista valore di prova legale, ma resta una prova liberamente apprezzabile dal giudice.

Secondo Cass. III, n. 17810/2020 la conformità della riproduzione cartacea delle risultanze di un sito internet può essere oggetto di contestazione ai sensi dell'art. 2712 c.c. e delle norme del codice dell'amministrazione digitale, ma al giudice è sempre consentito - anche d'ufficio ai sensi dell'art. 447-bis, comma 3, c.p.c., se applicabile - l'accertamento della contestata conformità con qualunque mezzo di prova, inclusa la richiesta di informazioni al gestore del servizio ai sensi dell'art. 213 c.p.c. ovvero, come nella specie, mediante verifica diretta del sito.

Il principio è ribadito da Cass. III, n. 13519/2022 la capacità probatoria delle riproduzioni fotografiche, non spiega gli stessi effetti del disconoscimento previsto dall'art. 215, secondo comma, c.p.c., dal momento che la mancanza di richiesta di verificazione e di esito positivo di questa, rende inutilizzabile la scrittura, mentre nel primo caso nulla impedisce che il giudice possa accertare la conformità all'originale anche attraverso altri mezzi di prova, comprese le presunzioni. 

In tema di trattamento dei dati personali  secondo Cass. I  n. 9982 /2016 l'assenso, anche orale, esplicitato dall'utente del servizio al trattamento dei suoi dati per scopi promozionali aggiuntivi rispetto al servizio di telefonia mobile, può essere data anche attraverso le riproduzioni meccaniche o informatiche di cui all'art. 2712, effettuate dal titolare del trattamento, salva l'eventuale successiva verifica dell'idoneità del contenuto dell'acquisita annotazione.

Bibliografia

Liebman, Manuale di diritto processuale civile, II, Milano, 1981; Mantovani, sub art. 2712, in Comm. Cian, Trabucchi, Padova, 1992; Massari, Riproduzioni meccaniche, copie ed esperimenti (in materia civile), in NN.D.I., XV, Torino, 1968; Tommaseo, Delle prove, in Comm. Cendon, VI, Torino, 1991; Verde, Prova documentale, I, Diritto processuale civile, in Enc. giur., XXV, Roma, 1991.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario