Codice Civile art. 2731 - Capacità richiesta per la confessione.Capacità richiesta per la confessione. [I]. La confessione non è efficace se non proviene da persona capace di disporre del diritto, a cui i fatti confessati si riferiscono. Qualora sia resa da un rappresentante, è efficace solo se fatta entro i limiti e nei modi in cui questi vincola il rappresentato [2737]. InquadramentoLa confessione, sia giudiziale che stragiudiziale, è atto di natura personale che, come tale, produce i suoi effetti tipici solo se proveniente dal titolare del diritto a cui il fatto confessato inerisce, che abbia la capacità di disporre del diritto medesimo. La capacità a confessareSulla base di quanto disposto dall'art. 2731, l'efficacia probatoria della confessione postula che essa sia resa da persona capace di disporre del diritto cui i fatti confessati si riferiscono, ossia da persona che abbia la capacità e la legittimazione ad agire negozialmente riguardo al diritto (Cass. n. 26623/2017). Non può essere, quindi, ad esempio, deferito interrogatorio formale al curatore fallimentare, nel giudizio di opposizione allo stato passivo, essendo egli terzo rispetto al fallito e privo della capacità di disporre del diritto controverso (Cass. n. 15570/2015); non possono avere efficacia di confessione le dichiarazioni rese dal sindaco di un comune in relazione ad attribuzioni conferite ad altri organi dell'ente da lui rappresentato, sia per difetto di legittimazione del presunto confitente sia per difetto della capacità di disporre del diritto controverso (Cass. n. 7135/2015);non può attribuirsi valore confessorio ai fatti ammessi dal commissario giudiziale della procedura di concordato preventivo, che non ha la capacità di disporre dei diritti dell'impresa (Cass. n. 17717/2011). La confessione può, invece, per espressa previsione, provenire dal rappresentante (legale o volontario) del titolare del diritto controverso, sempre che il rapporto di rappresentanza sia in vita nel momento in cui è resa la confessione (Cass. n. 28711/2008) e che la confessione rientri nei limiti dei poteri attribuiti al rappresentante dalla procura o dalla legge, a seconda che si tratti di rappresentanza volontaria o legale (Cass. n. 5264/1989). Non ha, quindi, ad esempio, capacità di confessare il genitore del minore, che può disporre dei beni di quest'ultimo solo con l'autorizzazione del giudice tutelare (Cass. n. 3188/2006, la quale ha aggiunto che la confessione resa da soggetto incapace sotto il profilo probatorio ha il valore di un mero indizio che il giudice può liberamente valutare unitamente agli altri elementi di prova acquisiti al processo). BibliografiaAndrioli, Confessione, in Nss. Dig. It., Torino, 1959, 20 |