Codice Civile art. 2736 - Specie.

Giusi ianni

Specie.

[I]. Il giuramento è di due specie:

1) è decisorio [233 c.p.c.] quello che una parte deferisce all'altra per farne dipendere la decisione totale o parziale della causa [2960];

2) è suppletorio [240, 265 c.p.c.] quello che è deferito d'ufficio dal giudice a una delle parti al fine di decidere la causa quando la domanda o le eccezioni non sono pienamente provate, ma non sono del tutto sfornite di prova, ovvero quello che è deferito al fine di stabilire il valore della cosa domandata, se non si può accertarlo altrimenti [241 c.p.c.].

Inquadramento

Il giuramento è un mezzo di prova consistente nella dichiarazione della verità di un fatto, posta in essere da una parte nelle forme solenni disciplinate dal codice di procedura civile e nel necessario contesto processuale. Esso può essere di due specie: il giuramento decisorio, che è quello deferito da una parte ad un'altra per farne dipendere, in tutto o in parte, la decisione della lite e il giuramento suppletorio, che può essere deferito d'ufficio dal giudice ad una delle parti in una situazione di semiplena probatio, quando cioè le domande o le eccezioni della parte medesima non sono del tutto provate ma neppure del tutto sprovviste di prova, ovvero ai fini della determinazione del valore della cosa domandata, sempre che il valore medesimo non possa essere accertato altrimenti.

Il giuramento decisorio

Secondo la disciplina dettata dall'art. 234 c.p.c., il giuramento decisorio può essere deferito in qualunque stato della causa — anche in grado di appello, purché verta su una circostanza già dedotta in primo grado (Cass. n. 21073/2015) — con dichiarazione fatta personalmente dalla parte o da lui sottoscritta ovvero dal procuratore munito di mandato speciale. Il giuramento decisorio può essere deferito, quindi, solo a chi abbia la capacità di disporre del diritto controverso (in forza di tale principio, ad esempio, si è ritenuto che il giuramento decisorio deferito al legale rappresentante di una persona giuridica su fatti inerenti all'attività della stessa può essere ammesso solo quando verta su fatti propri della persona fisica che nella detta qualità è chiamato a prestarlo: Cass. n. 21080/2005). Esso deve essere, inoltre, formulato in articoli separati e in modo chiaro e specifico: in particolare, come chiarito dalla giurisprudenza di legittimità, la formula del giuramento decisorio — attese le finalità di questo speciale mezzo di prova — deve essere tale che, a seguito della prestazione del giuramento stesso, il giudice non può fare altro che accogliere o respingere la domanda sul punto che ne ha formato oggetto (Cass. n. 9831/2014). I capitoli del giuramento decisorio devono, in altri termini, essere formulati in modo tale che il destinatario possa, a sua scelta, giurare e vincere la lite o non giurare e perderla (Cass. n. 9045/2010). Alla mancata prestazione del giuramento decisorio di cui all'art. 239 c.p.c. è legittimamente assimilabile l'ipotesi in cui il deferito presti il giuramento apportando modifiche alla formula ammessa dal giudice, tali da alterarne l'originaria sostanza (Cass. n. 11328/2017).  Il giuramento, in ogni caso, non può vertere sull'esistenza o inesistenza di rapporti giuridici o di situazioni giuridiche, né può deferirsi per provocare l'espressione di apprezzamenti od opinioni, e, tantomeno, di valutazioni giuridiche, dovendo la sua formula avere ad oggetto circostanze determinate che, quali fatti storici, siano stati percepiti dal giurante con i sensi o con l'intelligenza (Cass. n. 10184/2013). A fronte della richiesta di giuramento decisorio correttamente formulata, peraltro, il giudice di merito è sempre tenuto ad ammettere tale mezzo di prova, anche qualora i fatti con esso dedotti siano stati già accertati o esclusi in base alle risultanze probatorie, purché il contenuto del giuramento abbia il carattere della decisorietà in ordine al thema decidendum oggetto della controversia (Cass. n. 11964/2010; Cass. n. 16216/2019). La parte a cui il giuramento sia stato deferito, può riferirlo all'altra parte fino a che non abbia dichiarato di essere pronta a giurare (art. 234 c.p.c.). La falsa dichiarazione in sede di giuramento decisorio è penalmente sanzionata (art. 371 c.p.), ma anche un'eventuale condanna penale definitiva a carico del giurante non è causa di riapertura del processo civile (definito con sentenza passato in giudicato) in seno al quale il giuramento sia stato prestato.

Il giuramento suppletorio e quello estimatorio

A differenza del giuramento decisorio, il giuramento suppletorio può essere deferito solo dal giudice d'ufficio e postula una situazione di semiplena probatio, tale per cui i fatti oggetto di causa siano ritenuti non sufficientemente provati, ma neppure sprovvisti di prova. Peraltro, il giudice di merito che ritenga la causa giunta ad un stato di semiplena probatio ha solo la facoltà e non anche l'obbligo di deferire il giuramento suppletorio (piuttosto che applicare la regola residuale di giudizio ricavabile dall'art. 2969), così come alla parte che abbia assolto in modo insufficiente al proprio onere probatorio va riconosciuto, simmetricamente, non altro che un mero interesse di fatto a quel deferimento (ma non anche la possibilità di dolersi che l'organo giudicante non abbia, in ipotesi, esercitato il relativo potere), così che dovrà ritenersi sindacabile soltanto la decisione positiva del giudice di ricorrere a tale mezzo istruttorio, ma non anche quella negativa di non farne uso (Cass. n. 19270/2006). Nella scelta della parte cui deferire il giuramento il giudice è facultato ad avvalersi anche di elementi di valutazione desumibili dal comportamento processuale e stragiudiziale delle parti e di semplici presunzioni, indipendentemente dalla loro gravità, precisione e concordanza (Cass. n. 2676/2016). Sub specie di giuramento suppletorio è il c.d. giuramento estimatorio, che può essere deferito dal giudice per la determinazione del valore della cosa domandata, ove il valore medesimo non sia determinabile altrimenti e sempre che l'accertamento del valore della cosa sia essenziale in relazione al petitum (Cass. n. 1355/1998). Nel giuramento estimatorio, in particolare, ciò che rileva è l'essenzialità dell'accertamento del valore della cosa in relazione al "petitum", onde il giuramento può essere deferito anche per stabilire il valore di una cosa perduta o perita a causa dell'inadempimento di un'obbligazione strumentale alla sua conservazione e, dunque, per determinare il "tantundem" dovuto a fini risarcitori (Cass. n. 5090/2016).

Bibliografia

Andrioli, Giuramento, in Nss. Dig. It., Torino, 1961

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