Codice Civile art. 2739 - Oggetto.

Giusi ianni

Oggetto.

[I]. Il giuramento non può essere deferito o riferito per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre, né sopra un fatto illecito [2043] o sopra un contratto per la validità del quale sia richiesta la forma scritta [1350], né per negare un fatto che da un atto pubblico risulti avvenuto alla presenza del pubblico ufficiale che ha formato l'atto stesso [2700].

[II]. Il giuramento non può essere deferito che sopra un fatto proprio della parte a cui si deferisce o sulla conoscenza che essa ha di un fatto altrui e non può essere riferito qualora il fatto che ne è l'oggetto non sia comune a entrambe le parti.

Inquadramento

La norma in commento individua l'oggetto del giuramento (decisorio o suppletorio), introducendo, altresì, la distinzione tra giuramento de veritate  e giuramento de scientia, a seconda del contenuto del mezzo di prova.

L'oggetto del giuramento

Il giuramento, sulla base di quanto disposto dall'art. 2739, non può essere deferito o riferito per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre (ciò in quanto il giuramento, per gli effetti suoi propri, ha efficacia dispositiva indiretta del diritto sui cui fatti costitutivi è deferito, sicché è inammissibile qualora verta su diritti indisponibili); né può avere ad oggetto un fatto illecito o un contratto per la validità del quale sia richiesta la forma scritta ad substantiam o ad probationem.

Con riferimento a tale ultima ipotesi, tuttavia, coerentemente alla disciplina generale di cui all'art. 2725, si è ammesso il giuramento nell'ipotesi in cui il documento sia andato smarrito o distrutto senza colpa del contraente che se ne voglia avvalere, se di tale circostanza si offra prova e si faccia menzione nella formula del giuramento ovvero allorché il giudice di merito abbia ritenuto, con incensurabile accertamento di fatto sorretto da congrua motivazione, che risulti già dimostrato questo presupposto di ammissibilità del giuramento (Cass.n. 22127/2015). Quanto al divieto di deferire giuramento su fatti illeciti, esso, secondo la giurisprudenza di legittimità trova la sua ratio nell'esigenza di impedire che il giurante sia costretto a scegliere tra l'ammettere circostanze lesive della sua dignità e del suo decoro ed il giurare il falso: sulla base di tale ratio si è esclusa la possibilità di deferirsi giuramento in ordine all'esistenza di un patto commissorio imposto al debitore dal creditore per l'esclusiva realizzazione dei propri interessi, integrando esso pur sempre un atto illecito o comunque un atto con causa illecita (Cass. n. 26851/2013). Più in generale, il giuramento, sia decisorio che suppletorio, deve vertere su fatti specifici e non può riguardare l'esistenza o inesistenza di rapporti giuridici o di situazioni giuridiche, né può deferirsi per provocare l'espressione di apprezzamenti od opinioni, e, tantomeno, di valutazioni giuridiche, dovendo la sua formula avere ad oggetto circostanze determinate, che, quali fatti storici, siano stati percepiti dal giurante con i sensi o con l'intelligenza, sicché non può costituirne oggetto la qualità di amministratore di condominio, essa implicando l'accettazione della nomina, che è un atto negoziale e non un fatto storico (Cass. n. 10184/2013; In senso conforme v. Cass. n. 29614/2023).

Il contenuto del giuramento

Il secondo comma dell'art. 2739, in materia di giuramento decisorio, introduce la distinzione tra giuramento de veritate  e giuramento de scientia, a seconda che esso sia deferito sopra un fatto proprio della parte a cui si deferisce o sulla conoscenza che essa abbia di un fatto altrui.

Il giuramento decisorio con formula de veritate, comunque, secondo quanto chiarito dalla giurisprudenza di legittimità, può vertere non solo su fatti propri del giurante, ma anche su fatti altrui che siano comunque caduti sotto la diretta percezione di questi, a condizione che ciò risulti dalla formula del giuramento (Cass. n. 476/2009). Nell'ipotesi, invece, di giuramento de scientia, la dichiarazione di non conoscere o non ricordare il fatto non equivale a rifiuto di prestare giuramento, ma a giuramento negativo, per cui la lite va decisa a sfavore della parte che lo aveva deferito (Cass. n. 598/1987).

Secondo una recente pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, nell'ambito del giudizio di accertamento del passivo fallimentare, qualora il curatore opponga la prescrizione presuntiva, il creditore può deferire giuramento decisorio (nella forma de scientia) al curatore. In questo caso, la dichiarazione del curatore di non sapere se il pagamento sia avvenuto o meno produce gli effetti del mancato giuramento (Cass. S.U., n. 25442/2023).

Bibliografia

Andrioli, Giuramento, in Nss. Dig. It., Torino, 1961

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