Codice Civile art. 2749 - Estensione del privilegio.

Donatella Salari

Estensione del privilegio.

[I]. Il privilegio accordato al credito si estende alle spese ordinarie per l'intervento nel processo di esecuzione [499 ss. c.p.c.]. Si estende anche agli interessi dovuti per l'anno in corso alla data del pignoramento [491 ss. c.p.c.] e per quelli dell'anno precedente.

[II]. Gli interessi successivamente maturati hanno privilegio nei limiti della misura legale [1284] fino alla data della vendita.

Inquadramento

La disposizione, in ossequio alla disciplina generale sui privilegi, trova applicazione anche in riferimento a tutte le spese ordinarie affrontate dal creditore privilegiato a titolo individuale nel processo di esecuzione e non nell’interesse dei creditori concorrenti; ciò anche nell’ipotesi in cui l’esecuzione stessa sia stata iniziata da altri (ipotesi a cui deve ritenersi esplicitamente riferibile la norma), nonchè nel caso in cui venga intrapreso dal creditore medesimo ex ex art. 491 c.p.c.. (Miglietta-Prandi, in Comm. Utet 1995, 57).

Confrontando la norma con l'art. 2748 si desume che il creditore privilegiato prevale su quello pignoratizio infatti, per quest'ultimo, il riferimento concerne gli interessi dovuti per l'anno in corso e per il precedente (cfr. art.2741) mentre il creditore ipotecario, invece, gode di una estensione della prelazione agli interessi delle due annate precedenti e di quella in corso all'atto del pignoramento.

Le spese

La disposizione, in ossequio alla disciplina generale sui privilegi trova applicazione anche in riferimento a tutte le spese ordinarie affrontate dal creditore privilegiato a titolo individuale nel processo di esecuzione e non nell'interesse dei creditori concorrenti; ciò anche nell’ipotesi in cui l’esecuzione stessa sia stata iniziata da altri (ipotesi a cui deve ritenersi esplicitamente riferibile la norma), nonchè nel caso in cui venga intrapreso dal creditore medesimo ex art. 491 c.p.c. (Miglietta-Prandi, in Comm. Utet 1995, 57).

Confrontando la norma con l'art. 2748 si desume che il creditore privilegiato prevale su quello pignoratizio infatti, per quest'ultimo, il riferimento concerne gli interessi dovuti per l'anno in corso e per il precedente (cfr. art.2741) mentre il creditore ipotecario, invece, gode di una estensione della prelazione agli interessi delle due annate precedenti e di quella in corso all'atto del pignoramento.

La scelta codicistica si ispira, evidentemente al principio di accessorietà rispetto al credito principale, nondimeno con le limitazioni previste dalla disposizione. Deve ritenersi, accedendo alla tesi della dottrina, che vede nel precetto l'atto indispensabile perché l'esecuzione abbia inizio che quale accessori debbano considerarsi anche le spese di precetto (Andrioli, in Comm. S.B. 1958, 125; Del Vecchio, 49; Gualandi, 197).

La giurisprudenza di merito invece esclude le spese di precetto dall’ambito della norma in commento, qualora ne sia seguita l’esecuzione (Trib. Reggio Emilia 18 settembre 1989; Trib. Torino 5 settembre 1989).

È inoltre da credere, stante il carattere eccezionale delle disposizioni in materia di privilegio, che esso non si estenda alle spese sostenute per l'accertamento giudiziale del credito medesimo (es. spese per decreto ingiuntivo).

Le spese di intervento nella procedura fallimentare e gli interessi

Poiché la disciplina sostanziale delle cause legittime di prelazione nel fallimento è si uniforma a quella dettata dal codice civile, l'articolo in commento deve trovare applicazione ai diritti dei creditori anche nelle procedure concorsuali.

In questo senso si è pertanto pronunciata la Corte Costituzionale, con la sentenza 28 maggio 2001, n. 162 che ha dichiarato parzialmente incostituzionale l'art. 54, comma 3, l. fall.(r.d. 16 marzo 1942, n. 267; per la nuova disciplina, v. l'art. 153 d.lgs. n. 14/2019 “Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza”) allorché ai fini dell'estensione del diritto di prelazione agli interessi, non si riferisce all'art. 2749 così escludendo in spregio al principio di uguaglianza che nelle procedure concorsuali, anche gli interessi maturati sui crediti siano ugualmente privilegiat.

Si è così assistito ad un'aderenza della Consulta alla dottrina che, a proposito dell'art. 54 l. fall. (v. supra), ne aveva affermato il carattere solo processuale e non di deroga all'art. 2749 con la conseguenza che i creditori garantiti da ipoteca e pegno o privilegio si soddisfacevano in questa veste sul prezzo dei beni vincolati per il capitale gli interessi e le spese in sede di distribuzione dell'attivo fallimentare (Ciccarello, 740; Del Vecchio, 413; Miglietta, Prandi, in Comm. Utet 1995, 57).

Secondo Cass. I, n. 6587/2018  nell'ammissione al  passivo fallimentare (art. 54, comma 3 l.fall. nel testo previgente alla novella d.lgs. n. 5/2006; per la nuova disciplina, v. supra),  i crediti  con privilegio generale  sono idonei a produrre interessi  pur dopo la dichiarazione di fallimento fino alla liquidazione di una massa attiva totalmente capiente al pagamento integrale del credito privilegiato.

Non è inerente al tributo il credito per aggio, ossia  il compenso spettante al concessionario esattore per l'attività svolta su incarico e mandato dell'ente impositore con la conseguenza che, in sede di accertamento al passivo dei crediti insinuati dal concessionario, il credito per aggio non è quindi assistito dal relativo privilegio. (Cass. I, n. 24588/2019).

Bibliografia

: Ciccarello, Privilegio (dir. priv.), in Enc. dir., XXXV, Milano, 1986; Del Vecchio, I privilegi nella legislazione civile, fallimentare e speciale, Milano, 1994; Gaetano, Privilegi (diritto civile e tributario), in Nss. D.I., XIII, Torino, 1966; Messineo, Manuale di diritto civile e commerciale, III, Milano, 1959; Pratis, Della tutela dei diritti (artt. 2740-2783), II, 1, in Comm. cod. civ., Torino, 1976; Ravazzoni, Privilegi, in Dig. civ., XIV, Torino, 1996; Tucci, Privilegi, I, Diritto civile e tributario, in Enc. giur., XXIV, Roma, 1991.

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