Codice Civile art. 2751 bis - Crediti per retribuzioni e provvigioni, crediti dei coltivatori diretti, delle società od enti cooperativi e delle imprese artigiane 1 .

Donatella Salari
aggiornato da Giulia Cesetti

Crediti per retribuzioni e provvigioni, crediti dei coltivatori diretti, delle società od enti cooperativi e delle imprese artigiane 1.

[I]. Hanno privilegio generale sui mobili [2776, 27772] i crediti riguardanti:

1) le retribuzioni dovute, sotto qualsiasi forma, ai prestatori di lavoro subordinato [2099] e tutte le indennità dovute per effetto della cessazione del rapporto di lavoro [2120 ss.], nonché il credito del lavoratore per i danni conseguenti alla mancata corresponsione, da parte del datore di lavoro, dei contributi previdenziali ed assicurativi obbligatori [21162] ed il credito per il risarcimento del danno subito per effetto di un licenziamento inefficace, nullo o annullabile 2 3;

2) le retribuzioni dei professionisti , compresi il contributo integrativo da versare alla rispettiva cassa di previdenza ed assistenza e il credito di rivalsa per l'imposta sul valore aggiunto, e di ogni altro prestatore d'opera [intellettuale] dovute per gli ultimi due anni di prestazione [2233] 45;

3) le provvigioni derivanti dal rapporto di agenzia [1748] dovute per l'ultimo anno di prestazione e le indennità dovute per la cessazione del rapporto medesimo [1751]6;

4) i crediti del coltivatore diretto, sia proprietario che affittuario, mezzadro, colono, soccidario o comunque compartecipante, per i corrispettivi della vendita dei prodotti, nonché i crediti del mezzadro o del colono indicati dall'articolo 2765;

5) i crediti dell'impresa artigiana, definita ai sensi delle disposizioni legislative vigenti, nonché delle società ed enti cooperativi di produzione e lavoro per i corrispettivi dei servizi prestati e della vendita dei manufatti 7 ;

5-bis) i crediti delle società cooperative agricole e dei loro consorzi per i corrispettivi della vendita dei prodotti 8;

5-ter) i crediti delle imprese fornitrici di lavoro temporaneo di cui alla legge 24 giugno 1997, n. 196, per gli oneri retributivi e previdenziali addebitati alle imprese utilizzatrici 9 .

 

[1] Articolo inserito dall'art. 2 l. 29 luglio 1975, n. 426.

[2] La Corte cost., con sentenza 6 aprile 2004, n. 113 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente numero «nella parte in cui non munisce del privilegio generale sui mobili il credito del lavoratore subordinato per danni da demansionamento subiti a causa dell'illegittimo comportamento del datore di lavoro»; con sentenza 29 maggio 2002, n. 220 «nella parte in cui non munisce del privilegio generale sui mobili il credito del lavoratore subordinato per danni conseguenti a malattia professionale, della quale sia responsabile il datore di lavoro»; con sentenza 17 novembre 1983, n. 326 «nella parte in cui non munisce del privilegio generale, istituito dall'art. 2 l. 29 luglio 1975, n. 426, il credito del lavoratore subordinato per danni conseguenti ad infortunio sul lavoro, del quale sia responsabile il datore di lavoro, se e nei limiti in cui il creditore non sia soddisfatto dalla percezione delle indennità previdenziali e assistenziali dovute al lavoratore subordinato in dipendenza dello stesso infortunio».

[4] L'art. 1, comma 474, l. 27 dicembre 2017, n. 205, ha inserito, al presente numero, le parole «, compresi il contributo integrativo da versare alla rispettiva cassa di previdenza ed assistenza e il credito di rivalsa per l'imposta sul valore aggiunto,». dopo le parole: « le retribuzioni dei professionisti» .

[5] La Corte cost., con sentenza 29 gennaio 1998, n. 1 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente numero limitatamente alla parola «intellettuale». Successivamente  Corte cost. 3 gennaio 2020, n. 1,  ha dichiarato non fondata, nei sensi di cui in motivazione, una questione di legittimità costituzionale del n. 2 dell'art. 2751-bis - come modificato dalla l. n. 205/2017, cit., sollevata con riferimento all'art. 3, comma 1,Cost. sotto il profilo della disparità di trattamento tra le situazioni contemplate dallo stesso n. 2) e rispetto alle situazioni contemplate dai successivi numeri 3), 4), 5) e 5-bis): nella parte in cui il suddetto numero estende anche al credito per rivalsa i.v.a. il privilegio generale ivi attribuito al credito per le retribuzioni dei professionisti. L'estensione del privilegio mobiliare al credito di rivalsa i.v.a., benché testualmente collocata a fianco della sola categoria dei 'professionistì, non può avere l'effetto di determinare un'ingiustificata distinzione tra 'professionistì ed 'ogni altro prestatore d'operà, intellettuale o no: in base ad un'interpretazione costituzionalmente orientata, tutti beneficiano della stessa estensione del privilegio.

[6] La Corte cost., con sentenza 1 luglio 2022, n. 167 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente numero e dell'art. 1, comma 474, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020), nella parte in cui non prevedono, in favore dell'agente che svolga una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, il privilegio generale sui mobili esteso al credito di rivalsa per l'imposta sul valore aggiunto (IVA) sulle provvigioni dovute per l'ultimo anno di prestazione.

[7] Numero sostituito dall'art. 36, del d.l. 9 febbraio 2012, n. 5, conv., con modif., in l. 4 aprile 2012, n. 35. Il testo precedente recitava: «i crediti dell'impresa artigiana e delle società od enti cooperativi di produzione e di lavoro, per i corrispettivi dei servizi prestati e della vendita dei manufatti».

[8] Numero aggiunto dall'art. 182l. 31 gennaio 1992, n. 59.

[9] Numero aggiunto dall'art. 1172l. 23 dicembre 2000, n. 388.

Inquadramento

La tutela del lavoro secondo lo spirito della Costituzione ha spinto il legislatore ad introdurre con la l. n. 426/1975 una serie di privilegi generali in favore dei creditori che hanno come oggetto la prestazione lavorativa come rilevato dalla dottrina (Ciccarello, 729). Il ruolo centrale della tutela del lavoro trova conferma nell'art. 2777 laddove si dà precedenza solo alle spese di giustizia rispetto a questo tipo di credito.

L'art. 2751-bis risulta modificato, dalla legge di bilancio 2018  (l.  n. 205/2017, in G.U. n.302 del 29 dicembre 2017 - Suppl. Ordinario n. 62) in vigore dal 1 gennaio 2018.

Il testo emendato riguarda il n.2 del comma 1 ove il privilegio, già previsto per le retribuzioni dei professionisti e di ogni altro prestatore d'opera intellettuale dovute per gli ultimi due anni di prestazione, viene ora esteso al  contributo integrativo da versare alla rispettiva cassa di previdenza ed assistenza e il credito di rivalsa per l'imposta sul valore aggiunto.

I crediti dei lavoratori subordinati

Poiché al n. 1 la norma riferisce il privilegio mobiliare alle retribuzioni sia in senso dinamico che con riguardo alle prestazioni indennitarie la dottrina ritiene che la disposizione debba essere interpretata il più estensivamente. In questo senso vanno lette le pronuncia della Corte Costituzionale, sia pure con alcuni correttivi vedasi (Corte cost. n. 326/1983) circa la illegittimità costituzionale dell'art. 2751-bis, n. 1: laddove esclude il privilegio a favore del lavoratore subordinato per danni esitati da infortunio sul lavoro, mentre ha escluso da questa prelazione rispetto al credito l'obbligazione risarcitoria da demansionamento, in esito ad una condotta illegittima del datore di lavoro; Corte cost. n. 287/1991, invece, ha escluso  che vi sia discriminazione rispetto ai crediti dei prestatori di lavoro per le indennità di fine rapporto e, in subordine, degli altri crediti garantiti dal privilegio generale di cui all'art. 2751-bis, e non è praticabile l'art. 2776 con collocazione sussidiaria immobiliare nell'esito infruttuoso dell'esecuzione mobiliare rispetto ai creditori ipotecari.

Ove l'INPS, ai sensi dell'art. 2 l. n. 297/1982, abbia corrisposto al lavoratore il t.f.r. non versato dal datore di lavoro insolvente Il Fondo di Garanzia, è surrogato per legge nel privilegio di cui agli artt. 2751-bis e art. 2776 . In tal caso esso è onerato , in sede di azione di surrogazione, di provare non  la sussistenza degli elementi costitutivi dell'autonoma fattispecie previdenziale, ma soltanto l'avvenuta erogazione della prestazione assicurativa e la sussistenza del diritto al t.f.r. in capo al lavoratore (Cass. lav. , n. 25682/2019).

I crediti dei prestatori d'opera

Nel concetto di retribuzione in conseguenza di Corte cost. 29 gennaio 1998, n. 1, è stato espunto il termine «intellettuale» onde offrire ogni tutela alla prestazione d'opera. 

La giurisprudenza di legittimità ha sempre affermato che il privilegio non opera nel caso di studio associato (Cass., VI n. 19735/2017) considerato che la domanda per ottenere l'ammissione al passivo fallimentare da parte di uno studio così caratterizzato lascia presumere che l'opera professionale non sia riferibile al singolo associato ed esclude il privilegio laddove, pur essendo il credito opponibile al fallimento, esso non abbia per oggetto attività che non sono state svolte in favore del fallito (Cass. I, n. 21482/2017) salva l'allegazione e la prova della cessione del credito della prestazione professionale svolta personalmente dal singolo associato e così anche la giurisprudenza di merito (Trib. Padova, 20 novembre 2015, Trib.Monza, 27 ottobre 2015) critica la dottrina (Paganini, Sì al privilegio dell'avvocato membro dell'associazione professionale in ilfallimentarista.it). Per quanto riguarda i compensi per le prestazioni professionali rese dall'avvocato, in caso di plurimi incarichi svolti dal professionista il termine biennale previsto dall'art. 2751 bis, comma 1 n. 2, c.c., va riferito al complessivo rapporto professionale, con la conseguenza che restano fuori dal privilegio i corrispettivi degli incarichi conclusi in data anteriore al biennio precedente la cessazione del complessivo rapporto (Cass. I, n. 6884/2022)

I crediti dell'agente

Secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 19550/2015) le provvigioni e le indennità derivanti dal rapporto di agenzia, sono assistite dal privilegio generale sui mobili di cui all'art. 2751 bis, n. 3, per i crediti delle società personali che esercitino l'attività propria dell'agente qualora sia accertato, in concreto, che quest'ultima sia svolta direttamente dagli agenti-soci e che il fattore lavoro sia preminente su quello del capitale, ma va esclusa nel caso di società di capitali (Cass. S.U., n. 27986 /2013).

Va ricordato che l'agente può vantare, a sua volta, privilegio generale sui beni del debitore per le provvigioni maturate nell'ultimo anno di prestazioni nonché per le indennità dovute in conseguenza della cessazione del rapporto stesso. La dottrina è dell'avviso che in questi casi il privilegio del mandatario ed il relativo diritto di ritenzione si affiancano al privilegio in commento (Cerami, 7, 870; Formiggini, 400).

Anche per l'agente si è riproposto il problema dei crediti dei prestatori d'opera e cioè quello relativo all'individuazione del momento dal quale far decorrere «l'ultimo anno di prestazione». Secondo la giurisprudenza di merito è proprio la prestazione a costituire il riferimento per il computo del termine e non la data del fallimento o del pignoramento (App. Roma 23 febbraio 1988; Trib. Perugia 30 dicembre 1991) limitatamente però alle prestazioni svolte nell'ultimo anno, e non anche al credito inerente alle provvigioni maturate nello stesso periodo per prestazioni anteriori (Cass. n. 12852/1999).

In relazione a tali crediti, la Corte costituzionale, da ultimo, ha pronunciato declaratoria di illegittimità costituzionale del numero 3) dell’art. 2751-bis c.c. nella parte in cui non contempla anche in favore dell’agente che svolga una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, il privilegio generale mobiliare esteso al credito di rivalsa per l’imposta sul valore aggiunto (IVA) sulle provvigioni dovute per l’ultimo anno di prestazione, così come invece già previsto, ai sensi del precedente numero 2) del medesimo articolo, per i compensi percepiti dai professionisti e ogni altro prestatore di lavoro autonomo - intellettuale e non - tenuto conto, in particolare, della finalità ultima della disposizione in commento, di assegnare una particolare collocazione privilegiata a taluni crediti derivanti dall’attività lavorativa.

I crediti del coltivatore

La l. n. 426/1975, si è preoccupata di tutelare anche i coltivatori diretti e le figure similari che pertanto godono del privilegio generale sui mobili del debitore (per la mezzadria vedasi la conversione in affitto di cui all'art. 25, l. n. 203/1982). Secondo la dottrina il privilegio di cui al n. 4 va esteso all'enfiteuta e dell'usufruttuario purché impegnati nella coltivazione del fondo (Del Vecchio, 107; Pratis, 186)

La giurisprudenza di legittimità ( Cass. n. 6842 /2015) ha chiarito che è privilegiato il coltivatore diretto e non l'imprenditore agricolo come definito dall'art. 2135, nel testo sostituito dall'art. 1 d.lgs. n. 228/2001, la qualifica di «coltivatore diretto» si desume dalla disciplina di cui agli artt. 1647 e 2083, sicché l'elemento qualificante va rinvenuto nella coltivazione del fondo da parte del titolare con prevalenza del lavoro proprio e di persone della sua famiglia, attività con la quale è compatibile quella di allevamento del bestiame solo qualora quest'ultima si presenti in stretto collegamento funzionale con il fondo.

I crediti dell'artigiano

In tema di privilegio artigiano il comma 1 dell'art. 36, d.l. n. 5/2012, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 35/2012 ha novellato l'art. 2751-bis, comma 1, numero 5. La modifica prevede che godono del privilegio generale sui mobili: «i crediti dell'impresa artigiana, definita ai sensi delle disposizioni legislative vigenti, nonché delle società ed enti cooperativi di produzione e lavoro per i corrispettivi dei servizi prestati e della vendita dei manufatti».

A tale proposito la giurisprudenza esclude che il solo fatto dell'iscrizione all'albo possa fondare il privilegio ex art. 2751-bis, n. 5, tenuto conto dei criteri di cui all'art. 2083 e pertanto della definizione di piccolo imprenditore, mentre risulta irrilevante il superamento delle soglie di fallibilità, ex art. 1, comma 2, l. fall., nel testo novellato dal d.lgs. n. 5/2006, non sussistendo più alcun collegamento tra la condizione di piccolo imprenditore e i presupposti per il fallimento.

I crediti delle cooperative di produzione e lavoro

In tema di privilegio previsto dall'art. 2751 bis, n. 5, c.c., la natura cooperativa e mutualistica dell'impresa non è sufficiente ai fini del privilegio, essendo richiesti altri requisiti quali la concreta pertinenza e correlazione del credito al lavoro dei soci, la prevalenza dell'apporto lavorativo di questi ultimi rispetto a quello dei dipendenti non soci, (Cass., I , n. 7085/2022).

I crediti delle società cooperative agricole e dei loro consorzi

Va evidenziato che il n. 5 bis dell'articolo in commento è stato introdotto con la novella di cui all'art. 18, l.n. 59/1992 onde allargare il privilegio alle cooperative agricole con la disposizione di cui all'art. 1, n. 44/1994 si è esteso l'ambito della nuova legge anche alle fattispecie sorte anteriormente all'entrata in vigore della citata l. n. 59/1992.

Secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 4383/2015) va disattesa la questione di legittimità costituzionale dell'art. 2751-bis, n. 5, nella parte in cui non prevede l'applicabilità del privilegio, che assiste i crediti dell'impresa artigiana e delle società od enti cooperativi di produzione e lavoro per i corrispettivi dei servizi prestati e della vendita di manufatti, anche ai crediti per compensi di appalti d'opera, considerato che in questo ultimo caso non vi è un indicatore che rassicuri sulla prevalenza dell'attività lavorativa rispetto agli altri fattori produttivi dell'impresa.

I crediti delle imprese fornitrici di lavoro temporaneo

Con l'art. 117, comma 2, l. n. 388/2000 (legge finanziaria per l'anno 2001) è stata introdotta nel testo in commento il n. 5-ter contenente una nuova fattispecie di privilegio a favore delle imprese fornitrici di lavoro temporaneo. La disposizione va coordinata con la l. n. 196/1997 poiché l'impresa utilizzatrice deve rimborsare a quella fornitrice gli oneri retributivi e previdenziali da questa sostenuti in favore del prestatore di lavoro temporaneo; ne deriva che tale credito debba considerarsi privilegiato con tutte le conseguenze del caso.

La giurisprudenza di merito, tuttavia, chiamata ad occuparsi del problema sopra evocato, ha ritenuto che non sono assistiti da privilegio generale i crediti dell'impresa fornitrice di lavoro temporaneo per le somme corrisposte ai lavoratori, con la conseguenza che, in caso di fallimento dell'impresa utilizzatrice, detti crediti potranno essere ammessi al passivo solo in via chirografaria (Trib. Torino 23 marzo 2004).

Bibliografia

Baldi, Il contratto di agenzia, Milano, 1992; Basso, il diritto di ritenzione, Milano, 2010; Bianca, Diritto Civile, Milano, 2012; Carrozza, Affitto di fondi rustici, in Dig. civ., I, Torino, 1989; Cerami, Agenzia (contratto di), in Enc. dir., I, Milano, 1957; Ciccarello, voce Privilegio: Diritto privato, in Enc. dir., XXXV, Milano, 1986; Del Vecchio, I privilegi nella legislazione civile fallimentare e speciale, Milano, 1994; Di Sabato, I privilegi, Napoli, 2008; Fontana, Note su contributi e privilegi in tema di assicurazione infortuni sul lavoro, in Rep. for. it. 1981; Formiggini, Agenzia (contratto di), in Nss.D.I., I, Torino, 1957; Gualandi, Tre questioni in tema di privilegi, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1964; Ingrao, La collocazione nello stato passivo fallimentare del credito erariale per ritenute d'acconto non versate, in Riv. dir. trib. 2012; Miconi, L'Imu nel fallimento e nelle altre procedure concorsuali: riflessioni a margine dei tributi sul “possesso” (rectius sul patrimonio), in Riv. dir. trib. 2014; Nappi, Guida al nuovo codice di procedura penale, Milano, 1992; Papagni, La mancata indicazione del bene degrada il credito di rivalsa Iva in chirografo nota a Cassazione civile, sez. I, 19/06/2014, n. 13978, in Dir.e giust. 2014; Papagni, Il credito di rivalsa Iva del professionista non è assistito da privilegio, nota a Cassazione civile, 03 luglio 2015, n.13771, sez. I, in Dir.e giust. 2015; Parente, Il sistema dei privilegi del credito, Milano, 2001; Pratis, Della tutela dei diritti (artt. 2740-2783), II, 1, in Comm. cod. civ., Torino, 1976; Pratis, Privilegio (diritto civile e tributario), in Nss. D.I., App., V, Torino, 1984; Ravazzoni, Privilegi (parte speciale), in Dig. civ., XIV, Torino, 1996; Scalini, Il privilegio sui frutti del fondo per i crediti relativi a somministrazioni e lavori occorrenti per la produzione agricola, in Giust. amm. 1957; Tarantino, Spese di giustizia della procedura fallimentare: a carico del debitore ed ammesse al passivo del fallimento, nota a Cass.Civ., 31 gennaio 2014, n.2112, sez. I, in Dir e giust. 2014.

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