Codice Civile art. 2798 - Assegnazione della cosa in pagamento.Assegnazione della cosa in pagamento. [I]. Il creditore può sempre domandare al giudice che la cosa gli venga assegnata in pagamento [2925 ss.; 505 ss. c.p.c.] fino alla concorrenza del debito, secondo la stima da farsi con perizia o secondo il prezzo corrente, se la cosa ha un prezzo di mercato [2744]. InquadramentoLa disposizione è un completamento delle due norme precedenti, consentendo che il soddisfacimento del creditore pignoratizio possa avvenire, alternativamente alla vendita, mediante l'assegnazione della cosa data in pegno. ProcedimentoIl creditore pignoratizio ha facoltà di optare per la richiesta di assegnazione secondo la disciplina contenuta nella norma in commento ovvero, se munito di titolo esecutivo, per la forma (ordinaria) prevista dagli artt. 502 e 505 c.p.c. (Realmonte, in Tr. Res., 1985, 670; Cass., n. 2332/1973). Con il soddisfacimento del creditore sul bene oggetto del pegno, si determina l'estinzione (totale o parziale) del debito e non la compensazione, in quanto il creditore preleva direttamente la somma che il debitore dovrebbe pagargli (Cass. I, n. 8778/1998). È stato specificato dalla giurisprudenza che l'istanza tendente all'assegnazione del bene dato in pegno è necessaria anche nell'ipotesi del pegno irregolare, essendo inibito al creditore fare sua la cosa (Cass. n. 3373/1971). La dottrina invece tende ad escludere la necessità di tale istanza, riconoscendo al creditore pignoratizio il diritto di incamerare il bene senza necessità di controllo del giudice (Realmonte, in Tr. Res., 1985, 649). L'intervento del giudice è sempre ritenuto indispensabile nel procedimento di assegnazione regolato dalla disposizione in esame onde evitare, attraverso un previo giudizio sul valore della cosa, l'elusione del divieto del patto commissorio. Tale ultima considerazione spiega poi la necessità di tale intervento anche nel caso in cui la cosa oggetto del pegno abbia un prezzo di mercato (Gorla, in Comm. S. B., 1968, 116). In ordine alla competenza è stato chiarito che, a sensi della disposizione in rassegna, l'assegnazione deve essere chiesta non al giudice dell'esecuzione, ma al giudice di cognizione competente per valore (Cass. n. 2332/1973). BibliografiaBongiorno, La tutela espropriativa speciale del creditore pignoratizio, in Riv. dir. proc. 1990; Ciccarello, Pegno (diritto privato), in Enc. dir., XXXII, Milano, 1982; Dalmartello, Pegno irregolare, in Nss.D.I, XII, Torino, 1965; Gabrielli, Il pegno, in Tratt. Dir. priv., diretta da Sacco, Torino, 2005; Gioia, Giudici e legislatore concordi sul pegno fluttuante: il consenso prevale sulla consegna, in Corr. giur. 1998; Mengoni, Gli acquisti «a non domino», Milano, 1975; Messineo, Manuale di diritto civile e commerciale, III, Milano, 1959; Montel, Pegno (diritto vigente), in Nss.D.I, XII, Torino, 1965. |