Codice Civile art. 2805 - Eccezioni opponibili dal debitore del credito dato in pegno.Eccezioni opponibili dal debitore del credito dato in pegno. [I]. Il debitore del credito dato in pegno può opporre al creditore pignoratizio le eccezioni che gli spetterebbero contro il proprio creditore [1250, 1254]. [II]. Se il debitore medesimo ha accettato senza riserve la costituzione del pegno, non può opporre al creditore pignoratizio la compensazione [1248] verificatasi anteriormente. InquadramentoLo ius exigendi del creditore pignoratizio è il medesimo che spetterebbe al costituente: perciò la disposizione: perciò la disposizione pone un precetto quasi scontato nello stabilire che il terzo debitore può opporre al creditore pignoratizio tutte le eccezioni che gli spetterebbero verso il proprio creditore. La norma stabilisce: (i) che il debitore del credito pignorato può opporre al creditore pignoratizio le eccezioni che potrebbe opporre al proprio creditore; (ii) che però, se il debitore ha accettato senza riserve la costituzione del pegno, non può opporre al creditore pignoratizio la compensazione verificatasi anteriormente. Disciplina generaleLa regola sancita nel comma 1 della disposizione in commento è considerata immediata conseguenza dell'attribuzione al creditore pignoratizio del potere di esazione in luogo del costituente (Gorla, in Comm. S. B., 1968, 136). Più in particolare però l'eccezione in ordine alla validità del titolo costitutivo del pegno potrebbe essere sollevata dal debitor debitoris in virtù del suo interesse a non pagare un soggetto non legittimato. Si è peraltro osservato che la costituzione in pegno non importa sanatoria dei vizi che inficiano il credito concesso in garanzia, sicché in relazione a quest'ultimo il debitore può opporre al creditore pignoratizio anche le eccezioni di inesistenza e di invalidità del titolo costitutivo (Lordi, 673). La compensazioneUna diversità di disciplina si ravvisa per l'eccezione di compensazione. Deve invero ritenersi assolutamente ininfluente sulla sorte del credito dato in pegno la coesistenza di un credito del debitor debitoris nei confronti del creditore pignoratizio, in quanto l'operare della compensazione è ostacolato in questo caso dalla mancanza (della condizione) della reciprocità (Gorla, in Comm. S. B., 1968, 138). Invece la compensazione ipotizzabile nei rapporti tra il debitore del credito oggetto del pegno ed il debitore del credito garantito sarebbe opponibile al creditore pignoratizio solo qualora (sussistendo già la coesistenza dei reciproci debiti al momento della costituzione) il primo abbia operato un'apposita riserva. L'eccezione sarebbe inibita negli altri casi, e ciò al fine di evitare facili accordi volti ad eludere le ragioni del creditore garantito (Gorla, in Comm. S. B., 1968, 137). BibliografiaCendon, artt. 2740-2906, in Commentario al codice civile, Milano, 2009; Gabrielli, Conflitto tra privilegio del promissario acquirente ed ipoteca iscritta prima della trascrizione del contratto preliminare, in Riv. dir. civ. II, 2004;Lordi, Del pegno, in Comm. D'Amelio, Finzi, Firenze, 1943; Montel, Pegno (diritto vigente), in Nss. Dig. It., XII, Torino, 1965. |