Codice Civile art. 2874 - Riduzione dell'ipoteca legale e dell'ipoteca giudiziale.

Donatella Salari

Riduzione dell'ipoteca legale e dell'ipoteca giudiziale.

[I]. Le ipoteche legali, eccettuate quelle indicate dai numeri 1 e 2 dell'articolo 2817, e le ipoteche giudiziali [2818 ss.] devono ridursi su domanda degli interessati, se i beni compresi nell'iscrizione hanno un valore che eccede la cautela da somministrarsi o se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione [2838] eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta.

Inquadramento

La disposizione trova la sua giustificazione nell'evitare l'indeterminatezza del credito e dei beni sottoposti ad ipoteca giudiziale ex art. 2818 e nella ricerca di esigenze di certezza del diritto, il tutto affinché la riduzione non provochi danni al creditore.

Riduzione dell'ipoteca legale e dell'ipoteca giudiziale

La ratio della norma è di porre rimedio alla tipica indeterminatezza, sia relativamente ai beni che alla somma dovuta, che è implicita nelle ipoteche penali e giudiziali.

La regolamentazione legislativa non ha disciplinato le ipoteche previste dall'art. 2817, nn. 1 e 2. Nel silenzio della legge, parte della dottrina ha escluso che possa effettuarsi riduzione per queste ultime e per quelle volontarie (Tamburrino, 332). La dottrina prevalente è invece di contrario avviso (Gorla, 412; Rubino, 488).

L'art. 2874 regolamenta, quindi, la riduzione delle ipoteche legali e di quelle giudiziali.

Tali ipoteche devono ridursi su domanda degli interessati, se i beni compresi nell'iscrizione hanno un valore che eccede la cautela da somministrarsi o se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta.

È opinione prevalente in dottrina (ed in giurisprudenza) che il provvedimento dell'autorità giudiziaria cui la norma fa riferimento non sia quello definitivo che rende liquido il credito, in quanto in tale ipotesi non si avrebbe vera e propria riduzione bensì estinzione o inefficacia parziale dell'ipoteca iscritta. Il provvedimento richiamato dalla norma sarebbe invece quello che viene pronunziato su istanza dell'interessato che chiede la riduzione in ragione dell'eccessività della cautela (Gorla, 412). Altra dottrina, invece, ritiene che la dizione legislativa si riferisca sia al provvedimento giudiziale emesso ai soli fini della riduzione, sia a quello di definitiva determinazione dell'ammontare del credito, e sostiene che l'interpretazione della norma non deve essere operata nel senso riduttivo (Tamburrino, 330).

La giurisprudenza ha affermato che, iscritta ipoteca giudiziale in base a sentenza di condanna generica al risarcimento del danno, nel corso del giudizio di liquidazione il debitore può domandare la riduzione dell'ipoteca a somma inferiore (Cass., n. 1766/1969).

Il giudice, nel determinare il valore dei beni, può utilizzare qualunque mezzo — ivi compresa la perizia, il reddito effettivo, i titoli di provenienza —, ma deve in motivazione indicare le ragioni della sua determinazione (Cass., n. 2556/1970).

Si ritiene che il valore dei beni ecceda la cautela se, tanto alla data di iscrizione della ipoteca che posteriormente, esso superi di un terzo l'importo dei crediti iscritti comprensivo di accessori (Cass. III, n. 11762/2002).

Bibliografia

Fragali, Ipoteca (dir. priv.), in Enc. dir., XXII, Milano, 1972; Gorla, Del pegno. Delle ipoteche, in Com. S.B., sub artt. 2784-2899, Bologna-Roma, 1973; Gorla, Zanelli, Del pegno. Delle ipoteche, in Com. S.B., sub artt. 2784-2899, Bologna-Roma, 1992; Maiorca, Ipoteca, in Nss. d. I., IX, Torino, 1963; Ravazzoni, Le ipoteche, in Tr. Res., 20, Torino, 1985; Rubino, L'ipoteca mobiliare ed immobiliare, in Tr. C. M., XIX, Milano, 1956; Tamburrino, Della tutela dei diritti. Delle ipoteche, in Comm. cod. civ., VI, Torino, 1976.

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