Codice Civile art. 2900 - Condizioni, modalità ed effetti.

Giusi Ianni

Condizioni, modalità ed effetti.

[I]. Il creditore, per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni, può esercitare i diritti e le azioni che spettano verso i terzi al proprio debitore e che questi trascura di esercitare [81 c.p.c.], purché i diritti e le azioni abbiano contenuto patrimoniale e non si tratti di diritti o di azioni che, per loro natura o per disposizione di legge, non possono essere esercitati se non dal loro titolare [974, 1015 3, 1113, 1416, 2789, 2939].

[II]. Il creditore, qualora agisca giudizialmente, deve citare anche il debitore al quale intende surrogarsi [102 c.p.c.].

Inquadramento

L'azione surrogatoria è uno degli strumenti che l'ordinamento mette a disposizione del creditore per la conservazione della garanzia patrimoniale generica di cui all'art. 2740, ossia per evitare che il debitore vanifichi l'iniziativa esecutiva spogliandosi dei propri beni. La funzione dell'azione è, in particolare, quella di tutelare il creditore contro l'inerzia del debitore, che ometta di far valere le proprie ragioni nei confronti dei terzi, così impedendo l'incremento o il mantenimento del proprio patrimonio. Si consente, quindi, al creditore, in presenza dell'inerzia del debitore, di sostituirsi a quest'ultimo nell'esercizio dei diritti e delle azioni a lui spettanti verso i terzi, purché i diritti e le azioni abbiano contenuto patrimoniale e non si tratti di diritti o di azioni che, per loro natura o per disposizione di legge, possano essere esercitati solo dal loro titolare.

L'azione surrogatoria: presupposti e condizioni

Secondo la giurisprudenza di legittimità, l'azione surrogatoria, consentendo al creditore di prevenire e neutralizzare gli effetti negativi che possano derivare alle sue ragioni dall'inerzia del debitore, il quale ometta di esercitare le opportune azioni dirette ad incrementare il suo patrimonio e conferendo, quindi, al creditore la legittimazione all'esercizio di un diritto altrui, ha carattere necessariamente eccezionale e può essere proposta solo nei casi ed alle condizioni previsti dalla legge (Cass. n. 5805/2012). Primo presupposto per l'esercizio dell'azione è l'esistenza di un credito, che deve essere certo, pur se sottoposto a termine o condizione. Si esclude, quindi, che sia legittimato ad agire in surrogatoria chi vanta un credito non certo nella sua esistenza perché oggetto di accertamento giudiziale (Cass. n. 10428/1998).Compatibile con l'azione surrogatoria è stata, invece, ritenuta l'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario (Cass. n. 34297/2022). Occorre, poi, l'inerzia del debitore nell'esercizio dei diritti e delle azioni a lui spettanti verso i terzi. Ne discende che, qualora il debitore non sia più inerte, per aver posto in essere comportamenti idonei e sufficienti a far ritenere utilmente espressa la sua volontà in ordine alla gestione del rapporto, viene a mancare il presupposto perché a lui possa sostituirsi il creditore, il quale non può sindacare le modalità con cui il debitore abbia ritenuto di esercitare la propria situazione giuridica nell'ambito del rapporto, né contestare le scelte e l'idoneità delle manifestazioni di volontà da questo poste in essere a produrre gli effetti riconosciuti dall'ordinamento, soccorrendo all'uopo altri strumenti di tutela a garanzia delle pretese del creditore, quali, ove ne ricorrano i requisiti, l'azione revocatoria ovvero l'opposizione di terzo (Cass. n. 5805/2012). Si è ritenuto non sussistente il requisito dell'inerzia nel caso del legittimario a cui sia stato lasciato un legato in sostituzione di legittima, laddove lo stesso legittimario non provveda a rinunciare al legato ed a chiedere la legittima:  il mancato esercizio della facoltà di rinuncia al legato in sostituzione di legittima, infatti, assume, secondo i giudici di legittimità, un significato giuridico ben preciso, quale volontà di conservare nel proprio patrimonio i beni oggetto di legato; sicché solo il debitore, nel limite temporale di prescrizione dell'azione di riduzione, potrebbe con atto discrezionale decidere di disporre di tali beni, sempre che non abbia previamente tenuto comportamenti incompatibili con la volontà di rinunciare (Cass. n. 1996/2016). Non occorre, invece, per la proposizione dell'azione surrogatoria, che il mancato esercizio da parte del debitore di diritti ed azioni a lui spettanti sia ascrivibile a colpa dello stesso (Cass. n. 7145/1995). Il creditore può surrogarsi solo in diritti e azioni che non siano strettamente inerenti alla persona del debitore e che abbiano contenuto patrimoniale: è esclusa, quindi, la legittimazione surrogatoria nel caso di diritti della personalità, di azioni di stato, di diritti e azioni inerenti a rapporti familiari .

Si è considerato, invece, ammissibile l'esercizio in via diretta dell'azione surrogatoria nella proposizione della domanda di riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della quota di legittima da parte dei creditori dei legittimari totalmente pretermessi che di fronte a quelle disposizioni siano rimasti del tutto inerti (Cass. n. 16623/2019).

Presupposto per l'esercizio dell'azione è, infine, la sussistenza di un pericolo di insolvenza, nel senso che il contegno omissivo del debitore, o l'inerzia, devono essere tali da produrre o aggravare il pericolo della insufficienza del patrimonio del debitore a soddisfare le ragioni del creditore.

Profili processuali

Ai sensi del secondo comma dell'art. 2900, il creditore che agisce in surrogatoria contro il terzo ha l'onere di chiamare in causa anche il debitore al quale intende surrogarsi: ricorre, quindi, un'ipotesi di litisconsorzio necessario, che trova la sua ratio dell'esigenza di consentire al debitore di tutelare eventualmente in via diretta i propri interessi. Occorre, inoltre, ricordare che gli effetti dell'eventuale accoglimento dell'azione sono destinati a prodursi solo nel patrimonio del debitore, mentre unico effetto utile per il creditore è l'incremento o il mantenimento della garanzia patrimoniale generica. Surrogandosi, poi, il creditore nei diritti del debitore inerte, egli sarà soggetto alle stesse eccezioni opponibili al debitore e alle stesse limitazioni all'uso dei mezzi di prova cui sarebbe soggetto il debitore surrogato qualora avesse proposto direttamente l'azione (Cass. n. 3448/1975).

Bibliografia

Giampiccolo, Azione surrogatoria, in Enc. dir., Milano, 1959, 950; Quatraro-Giorgetti-Fumagalli, Revocatoria ordinaria e fallimentare. L'azione surrogatoria, Milano, 2009, 1 e ss.

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