Codice Civile art. 2959 - Ammissioni di colui che oppone la prescrizione.

Donatella Salari

Ammissioni di colui che oppone la prescrizione.

[I]. L'eccezione è rigettata, se chi oppone la prescrizione nei casi indicati dagli articoli 2954, 2955 e 2956 ha comunque ammesso in giudizio che l'obbligazione non è stata estinta.

Inquadramento

La ratio della norma fa leva sul principio secondo il quale maturato un certo arco temporale rispetto al quale l'ordinamento presume che una determinata obbligazione sia stata adempiuta o sia comunque estinto, ciò, di fatto, non si è verificato. Va considerato che questa eccezione agisce certamente sul piano probatorio, con la conseguenza che con gli strumenti propri di questo ambito può essere contrastata.

Secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. II, n. 26986/2013) è incompatibile con la proposizione dell'eccezione di prescrizione presuntiva l'affermazione del debitore circa l'insussistenza dell'obbligazione di pagamento, a meno che (Cass. II, n. 14943/2008) questa affermazione non sia stata fatta stata fatta fuori dalla sede giudiziaria valendo essa, in questo caso, solo ad interrompere il corso della prescrizione ai sensi dell'art. 2944 c.c. (Cass. L, n. 9509/2012) pertanto l'ammissione stragiudiziale del debitore non produrrà il rigetto dell'eccezione di prescrizione ma solo l'interruzione del corso della prescrizione in tema di credito retributivo.

Ammissione implicita

L'ammissione in giudizio che l'obbligazione non è stata estinta — motivo di rigetto dell'eccezione di prescrizione presuntiva in quanto incompatibile con la medesima — può risultare anche dal comportamento processuale che il giudice apprezza con lo strumento di cui all'art. 116 c.p.c. discrezionalmente, traendo elementi di prova dal comportamento processuale delle parti come veicolato dalle scelte difensive del procuratore. Secondo la giurisprudenza di legittimità, infatti, detta disposizione conferisce al giudice di merito il potere discrezionale di trarre elementi di prova dal comportamento processuale delle parti ed il mancato uso di tale potere non è censurabile in sede di legittimità (Cass. VI., n. 26088/2011). Ne deriva che determinerà la reiezione dell'eccezione di prescrizione presuntiva, la contestazione del credito, il difetto di legittimazione e la contestazione dell'entità della somma pretesa (Cass. L, n. 12771/2012), o la compensazione affermazione di aver estinto l'obbligazione con una somma minore di quella domandata (Cass. III, n. 7527/2012).

In tema di prescrizione presuntiva (nella specie, del credito retributivo da lavoro), non costituisce motivo di rigetto dell'eccezione, ai sensi dell'art. 2959 c.c., l'ammissione del debitore che l'obbligazione non è stata estinta, qualora la stessa sia resa fuori del giudizio, assumendo valore, in questo caso, solo ad interrompere il corso della prescrizione ai sensi dell'art. 2944 c.c.

Anche in dottrina si ribadisce che, per valutare e verificare che vi sia stata (anche implicita) ammissione che il debito non si è estinto, occorre che il giudice consideri l'intero comportamento processuale del debitore [Vitucci, Prescrizione (diritto civile), in Enc. giur., XXIV, Roma, 1991, 14].

Nel caso di pluralità di prestazioni professionali la deduzione da parte del debitore di un adempimento parziale (Cass. II, n. 10332/1993 è incompatibile con l'eccezione di prescrizione presuntiva.

Per converso, l'eccezione di prescrizione presuntiva è stata ritenuta compatibile anche con quella, proposta in linea subordinata, di contestazione del rango privilegiato del credito (Cass. I, n. 18242/2005).

Regime probatorio

La prova necessaria a resistere deducendo la mancata estinzione del diritto non è ammissibile se fornita con prova testimoniale, oppure con presunzioni semplici, infatti la disposizione in esame e l'art. 2960 cc. Solo le ammissioni giudiziali con limitata possibilità di prova contraria (Cass. II, n. 8735/2014) sono possibili.

Sul punto la giurisprudenza di legittimità nel ribadire che la prescrizione estintiva e la prescrizione presuntiva presuppongono due regimi diversi considerato che nel primo caso il decorso del tempo e l'inerzia del titolare del diritto estinguono l'obbligazione, e non obbligano l debitore a contestare 'esistenza del credito, nel caso prescrizione presuntiva ci si trova davanti ad una presunzione iuris tantum, di avvenuto pagamento del debito a rischio dell'eccipiente.

Per quanto attiene all'ammissione della parte, ovvero del procuratore effettuata in giudizio In tal caso l'operatività dell'istituto è esclusa (Cass. II, n. 11991/2014).

Secondo il giudice di legittimità non essendo ipotizzabile una sorta di prevalenza del principio di non contestazione ex art. 115 c.p.c. sulla presunzione legale di pagamento sottesa all'istituto della prescrizione presuntiva la mancata contestazione dell'inadempimento del debito non costituisce ammissione indiretta o implicita della mancata estinzione dell'obbligazione, ostativa all'eccezione di prescrizione presuntiva, atteso che l'ammissione di cui all'art. 2959 c.c. non può risiedere nella nuda non contestazione (Cass. II, 875/2019).

Provenienza dell'ammissione

Oggetto della presunzione è qualsiasi modo di estinzione dell'obbligazione, anche diverso dall'adempimento, sicché la relativa eccezione è da ritenersi compatibile con l'eccezione di compensazione (Cass. II, n. 1765 /2022).

L'ammissione della mancata estinzione può provenire anche dall'erede (Cass. III, n. 6940/2010) con l'avvertenza che la non conoscenza dell'obbligazione può avere idoneità a conferire a determinati comportamenti processuali (diversamente dal caso in cui siano stati tenuti dall'obbligato originario) una compatibilità logica e giuridica con l'eccezione di prescrizione presuntiva, compatibilità sussistente nel caso in cui l'erede, convenuto in giudizio per il pagamento di un debito del defunto, dichiari di non conoscere la sottoscrizione del proprio dante causa in calce ad una scrittura privata).

L'ammissione può provenire anche dell'erede del debitore, il cui comportamento tuttavia, ai fini di tale qualificazione, deve essere valutato.

Bibliografia

Azzariti, Scarpello, Della prescrizione e della decadenza, in Com. S.B., sub artt. 2934-2969, 2a ed., Bologna-Roma, 1977; Falzea, Efficacia giuridica, già in Enc. dir., XIV, Milano, 1965, 503, nt. 118, ora anche in Ricerche di teoria generale del diritto e di dogmatica giuridica, Milano, 1997, 178, nt. 118; Ferrucci, Della prescrizione e della decadenza, in Comm. cod. civ., 2a ed., Torino, 1980; Gentile, Prescrizione estintiva e decadenza, Comm. agli artt. 2934-2969 del cod. civ., Roma, 1964; Ghera, La prescrizione dei diritti del lavoratore e la giurisprudenza creativa della corte costituzionale, in Riv. it. dir. lav., fasc. 1, 2008, 3; Grasso, Prescrizione (diritto privato), in Enc. dir., XXXV, Milano, 1986; Maresca, Prescrizione (diritto del lavoro), in Enc. giur., XXIV, Roma, 1991;; Roselli, Vitucci, La prescrizione e la decadenza, in Tr. Res, 20, Torino, 1998; Ruperto, La prescrizione presuntiva del diritto di credito dei professionisti, in Giust. civ., 1987; Ruperto, Prescrizione e decadenza, in GS. Big., Torino, 1985.

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