Codice Civile art. 2960 - Delazione di giuramento.

Donatella Salari

Delazione di giuramento.

[I]. Nei casi indicati dagli articoli 2954, 2955 e 2956, colui al quale la prescrizione è stata opposta può deferire all'altra parte il giuramento per accertare se si è verificata l'estinzione del debito [2736 ss.; 233 c.p.c.].

[II]. Il giuramento può essere deferito al coniuge superstite e agli eredi o ai loro rappresentanti legali per dichiarare se hanno notizia dell'estinzione del debito.

Inquadramento

Come è noto, Il giuramento è una prova costituenda — il cui statuto rimanda sia all'ordinamento civilistico sostanziale che processuale — all'esito dell'espletamento della quale il giudice decide la controversia ritenendo accertati i fatti oggetto delle dichiarazioni di colui che giura. In proposito è opinione comune quella per la quale il giuramento è istituto opposto alla prova legale della confessione, la cui efficacia si affida al dato esperienziale probabilistico della verosimiglianza delle dichiarazioni che qualcuno formuli contra se. Altrettanto noto che il giuramento decisorio si appalesa finalizzato alla decisione della causa ed affidato ad una iniziativa di parte, secondo il principio dispositivo che regge il processo civile ed è deferito da una parte all'altra ove non vi sia altro strumento per dimostrare il fondamento dei fatti allegati traslando sul giurante la decisione di correre il rischio di un'eventuale dichiarazione inveritiera, con tutte le conseguenze penali del caso. Prestato il giudice di merito deve accertare soltanto se sia stato effettivamente prestato in conformità alla formula con la quale è stato deferito.

Casistica

Nel caso di mancata prestazione del giuramento decisorio ex art. 239 c.p.c. si applicherà la regola secondo la quale tale condotta equivale all'avere apportato modifiche rispetto alla formula ammessa dal giudice secondo una valutazione rientrando nell'apprezzamento di fatto del giudice di merito, non censurabile in sede di legittimità ove congruamente motivata (ex multis Cass. II, n. 9927/2004; Cass. II, n. 1865/2001). Secondo la giurisprudenza di merito: “il sollevare l'eccezione di prescrizione presuntiva, delimitando l'oggetto del giudizio al credito nella misura dedotta dall'attore, rende decisoria la formula del giuramento — deferito ex art. 2960 c.c. — che contempli l'adempimento in tale misura, di talché il convenuto, giurando sull'esistenza di un debito quantitativamente minore e sull'avveramento del fatto estintivo entro tale importo, introduce una modificazione sostanziale della formula che deve considerarsi rifiuto di giurare” (Pret. Roma, 24 ottobre 1981, in Giust. Civ. 1982, I, 3176).

Da tenere presente che considerati gli esiti gravi di una dichiarazione falsa della parte deferita occorre tenere distinti tra loro il giuramento de veritate da quello de scientia, ossia tra il giuramento vertente su fatti dei quali la parte delata abbia conoscenza diretta e quello avente ad oggetto fatti soltanto noti alla stessa. In proposito la S.C. ha precisato che poiché il giuramento a norma dell'art. 238 c.p.c. deve essere prestato ripetendo le parole della formula, è necessario, qualora si tratti di giuramento de scientia, che la formula stessa sia redatta, a pena di inammissibilità in modo che, ripetendola, il giurante affermi o neghi non già un fatto bensì la conoscenza che egli ne abbia perché soltanto questa costituisce l'oggetto del giuramento, di talché se la formula è redatta in modo che il giurante debba rispondere sulla verità di un fatto che a lui non appaia riferibile in quanto non proprio della sua attività, bensì riferibile ad attività altrui, il giuramento è inammissibile a norma dell'art. 2739 (Cass. n. 1148/1983). Ne consegue che il giuramento è de veritate (se concerne la verità del fatto dell'estinzione del debito) se viene deferito al debitore originario; è de scientia (se concerne la semplice notizia relativa all'estinzione) se viene deferito al coniuge superstite, agli eredi o ai loro rappresentanti legali (in dottrina Grasso, 75), ovvero laddove l'eccezione di prescrizione presuntiva venga sollevata dalla curatela fallimentare, al curatore fallimentare (Trib. Agrigento 12 giugno 2003).

Bibliografia

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