Codice Penale art. 590 sexies - Responsabilita' colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario 1 2[I] Se i fatti di cui agli articoli 589 e 590 sono commessi nell'esercizio della professione sanitaria, si applicano le pene ivi previste salvo quanto disposto dal secondo comma. [II] Qualora l'evento si sia verificato a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto. [1] Articolo inserito dall'articolo 6, comma 1, della l. 8 marzo 2017, n. 24. [2] Per quanto applicabile durante lo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, dichiarato con Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, e successive proroghe, vedi quanto disposto dagli artt. 3 e 3-bis d.l. 1° aprile 2021, n. 44, conv. con modif. in l. 28 maggio 2021, n.76. Inquadramento
La l. n. 24/2017 (“ Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”) modifica l’assetto normativo stabilito dalla c.d. Legge Balduzzi (l. n. 189/2012) in materia di “colpa medica” prevedendo all’art. 6 l’introduzione nel codice penale di un’autonoma fattispecie, l’art. 590-sexies (“Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario”) e stabilendo l’abrogazione della previsione della limitazione della responsabilità dei sanitari ai soli casi di colpa grave, stabilita dall’art. 3, comma 1, c.d. legge Balduzzi. SoggettiLa norma riguarda i soggetti esercenti la professione sanitaria. MaterialitàIl comma 1 prevede che nel caso in cui vengano realizzati nell'esercizio della professione sanitaria, i reati di lesioni colpose ed omicidio colposo, trovino applicazione le medesime sanzioni previste dalle relative fattispecie di cui agli artt. 589 e 590. Nel comma 2 viene prevista una causa di non punibilità, la cui applicazione è legata alla ricorrenza dei seguenti requisiti: l'evento si è verificato a causa di imperizia; sono state rispettate le linee-guida (ovvero, le c.d. buone pratiche, in mancanza delle prime); le linee-guida erano adeguate alla specificità del caso concreto. In tal senso in sede di legittimità si è precisato come in presenza dei presupposti descritti (rispetto delle linee-guida o delle buone pratiche, adeguate alla specificità del caso concreto), la causa di non punibilità trovi applicazione solo nel caso di imperizia, indipendentemente dal grado della colpa, essendo compatibile il rispetto delle linee-guida e delle buone pratiche con la condotta imperita nell'applicazione delle stesse (Cass. IV, n. 50078/2017). Con riguardo alle raccomandazioni previste dalle linee-guida , oltre che alle c.d. buone pratiche clinico-assistenziali - la cui osservanza integra una delle condizioni di esonero di responsabilità nel caso in cui l'evento sia conseguenza di imperizia - la l. n. 24/2017 ne indica all'art. 5 i requisiti ed i soggetti autorizzati all'elaborazione (nelle more della pubblicazione, la rilevanza penale della condotta ai sensi dell'art. 590-sexies può essere valutata con esclusivo riferimento alle buone pratiche clinico assistenziali adeguate al caso concreto (Cass. IV, n. 37794/ 2018). La Corte di legittimità ha precisato come, in tema responsabilità medica, le linee guida definite e pubblicate ai sensi dell'art. 5 legge 8 marzo 2017, n. 24, siano raccomandazioni di ordine generale, che contengono "regole" cautelari di massima, flessibili e adattabili, prive di carattere precettivo, rispetto alle quali è fatta salva la libertà di scelta professionale del sanitario nel rapportarsi alla specificità del caso concreto, nelle sue molteplici varianti e peculiarità e nel rispetto della "relazione terapeutica" con il paziente (Cass. IV, n. 7848/2022) . La Suprema Corte ( Cass. IV, n. 28187/2017 ) ha escluso l'applicazione di quanto previsto dall' art. 590-sexies nei seguenti casi: situazioni concrete in cui le raccomandazioni debbano essere radicalmente disattese a causa della peculiarità della condizione del paziente o per qualunque altra ragione imposta da esigenze scientificamente qualificate; condotte che, benché poste in essere nell'ambito di approccio terapeutico regolato da linee guida pertinenti e appropriate, tuttavia non risultino disciplinate in quel contesto regolativo (si richiama l' ipotesi dell' errore nell'esecuzione materiale di atto chirurgico pur correttamente impostato secondo le linee-guida. L'art. 3 del d.l. 1° aprile 2021, n. 44 (conv. in legge 28 maggio 2021, n. 76) stabilisce l'esclusione della punibilità per i fatti di cui agli articoli 589 e 590 del codice penale verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV -2, quando l'uso del vaccino e' conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all'immissione in commercio emesso dalle competenti autorita' e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attivita' di vaccinazione.Si tratta di una disposizione speciale rispetto a quella di cui all'art. 590 sexies cp, che esclude la responsabilità per i delitti di omicidio colposo e lesioni personali colpose commessi nel periodo emergenziale, allorché gli eventi siano riconducibile causalmente alla somministrazione del vaccino anti SARS-Cov-2. Trattandosi di una disposizione in bonam partem, essa ex art. 2 c.p. potrà trovare applicazione anche per i fatti commessi prima della sua entrata in vigore. L'esclusione della responsabilità colposa è ancorata all'osservanza delle regole cautelari che vengono in rilievo specificamente rispetto all'attività di vaccinazione: le indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all'immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e le circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attività di vaccinazione. L'art. 3 bis, contenuto nella legge n. 76/2021 (di conversione del d.l. n. 44/2021), ha stabilito la punibilità solo a titolo di colpa grave delle condotte di cui agli artt. 589 e 590 cp ove: commesse nell'esercizio di una professione sanitaria; durante lo stato di emergenza epidemiologica da COVID 19 dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 (e successive proroghe); riconducibili alla predetta situazione di emergenza. Tra i fattori che possono escludere la gravità della colpa, determinando pertanto la non punibilità della condotta: la limitatezza delle conoscenze scientifiche al momento del fatto sulle patologie da SARS-CoV-2 e sulle terapie appropriate; la scarsita' delle risorse umane e materiali concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare; il minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato impiegato per far fronte all'emergenza. Elemento psicologicoIl reato è punibile a titolo di colpa. A seguito dell'abrogazione della legge c.d. Balduzzi (operata dall'art. 6, comma 2, l. n. 24/2017 che ha introdotto l'art. 590-sexies), è venuta meno la distinzione tra colpa grave e colpa lieve. Nel caso di colpa per imperizia, è prevista la non punibilità dei soggetti attivi nel caso di rispetto delle linee-guida (o delle buone pratiche, ove le prime siano assenti) adeguate alla specificità del caso concreto. Le Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 8770/2017), relativamente alla questione su quale sia - in tema di responsabilità colposa dell'esercente la professione sanitaria per morte o lesioni personali - l'ambito di esclusione della punibilità previsto dall'art. 590-sexies, introdotto dall'art. 6 l. n. 24/2017, hanno affermato come l'esercente la professione sanitaria risponda, a titolo di colpa, per morte o lesioni personali derivanti dall'esercizio di attività medico chirurgica, nei seguenti casi: se l'evento si è verificato per colpa (anche “lieve”) da negligenza o imprudenza; se l'evento si è verificato per colpa (anche “lieve”) da imperizia; se l'evento si è verificato per colpa (soltanto “grave”) da imperizia nell'ipotesi di errore rimproverabile nell'esecuzione, quando il medico, in detta fase, abbia comunque scelto e rispettato le linee-guida o, in mancanza, le buone pratiche che risultino adeguate o adatte al caso concreto, tenuto conto altresì del grado di rischio da gestire e delle specifiche difficoltà tecniche dell'atto medico. Nel giudizio sulla gravità della colpa deve tenersi conto - oltre che delle specifiche condizioni del soggetto agente, del suo grado di specializzazione e della situazione specifica in cui si è trovato ad operare - della natura della regola cautelare violata, in quanto l'eventuale natura elastica della stessa, indicando un comportamento determinabile in base a circostanze contingenti, incide sulla esigibilità della condotta doverosa omessa, richiedendo il previo riconoscimento delle stesse da parte dell'agente (Cass. IV, n.15258/2020). In sede di primo commento si è osservato come il riferimento alla imperizia sia da considerarsi connesso al raccordo con le linee-guida (la cui osservanza esclude la punibilità) che prevedono solo regole di perizia (Piras, 2) Profili di diritto intertemporaleA seguito dell'abrogazione (operata dall'art. 6 l. n. 24/2017) della previsione di cui all'art. 3, comma 1, c.d. legge Balduzzi, la limitazione della responsabilità dei sanitari ai soli casi di colpa grave da essa prevista, continuerà a trovare applicazione per i fatti commessi antecedentemente alla l. n. 24/2017, in quanto norma più favorevole. In sede di legittimità (Cass. IV, n. 28187/2017) si è precisato come per i fatti anteriori all'introduzione della norma in commento possa trovare ancora applicazione, ai sensi dell'art. 2, la disposizione di cui all'art. 3, comma 1, l. n. 189/2012, che aveva escluso la rilevanza penale delle condotte lesive connotate da colpa lieve, nei contesti regolati da linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica. Nel giudizio di rinvio successivo all'entrata in vigore della l. n. 24/2017, il giudice, in applicazione dell 'art. 2, comma 4, deve procedere all'individuazione della legge ritenuta più favorevole, tra quelle succedutesi nel tempo, da applicare al caso in giudizio (Cass. IV, n. 16140/2017). Le Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 8770/2017), a proposito dell' individuazione della legge più favorevole ex art. 2, comma 4, hanno risposto affermando come: l'abrogato art. 3 del c.d. “decreto Balduzzi” risulti più favorevole in relazione alle contestazioni per comportamenti del sanitario - commessi prima della entrata in vigore della legge Gelli-Bianco - connotati da negligenza o imprudenza, con configurazione di colpa lieve, che solo per il decreto Balduzzi erano esenti da responsabilità quando risultava provato il rispetto delle linee-guida o delle buone pratiche accreditate; nell'ambito della colpa da imperizia hanno osservato come l'errore determinato da colpa lieve, che sia caduto sul momento selettivo delle linee-guida e cioè su quello della valutazione della appropriatezza della linea-guida era coperto dalla esenzione di responsabilità del decreto Balduzzi (v. Cass. IV, n. 47289/2014, non massimata sul punto), non lo sia più in base alla novella che risulta anche per tale aspetto meno favorevole; ed altresì come "sempre nell'ambito della colpa da imperizia, l'errore determinato da colpa lieve nella sola fase attuativa andava esente per il decreto Balduzzi ed è oggetto di causa di non punibilità in base all'art. 590-sexies, essendo, in tale prospettiva, ininfluente, in relazione alla attività del giudice penale che si trovi a decidere nella vigenza della nuova legge su fatti verificatisi antecedentemente alla sua entrata in vigore, la qualificazione giuridica dello strumento tecnico attraverso il quale giungere al verdetto liberatorio". Con riguardo agli effetti civili, le Cass. S.U. n. 8770/2018 hanno affermato come la responsabilità civile anche per colpa lieve resti ferma (v. Cass. III, n. 4030/2013; Cass. IV, ord. n. 8940/2014) a prescindere dallo strumento tecnico con il quale il legislatore regoli la sottrazione del comportamento colpevole da imperizia lieve all'intervento del giudice penale. Profili processualiLa motivazione della sentenza di merito deve indicare se il caso concreto sia regolato da linee-guida o, in mancanza, da buone pratiche clinico-assistenziali, valutare il nesso di causa tenendo conto del comportamento salvifico indicato dai predetti parametri, specificare di quale forma di colpa si tratti (se di colpa generica o specifica, e se di colpa per imperizia, o per negligenza o imprudenza), appurare se ed in quale misura la condotta del sanitario si sia discostata da linee-guida o da buone pratiche clinico-assistenziali (Cass. IV, n. 37794/2018; si è precisato come per fatti commessi prima dell'entrata in vigore del d.l. n. 158/2012 è viziata la motivazione della sentenza che ometta di valutare se la condotta del sanitario sia riconducibile a raccomandazioni previste da linee guida o a buone pratiche clinico assistenziali, se si sia discostata da tali parametri, se integri colpa per imperizia, ovvero per negligenza o imprudenza, e se la colpa sia da considerare lieve o grave, Cass. IV, n. 24384/ 2018). In tema di mezzi di prova, in sede di legittimità, si è affermato il principio secondo il quale la nomina, nei procedimenti penali aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, di un solo perito e non di un collegio in violazione del disposto dell'art. 15, comma 1, della legge 8 marzo 2017, n. 24, non è causa di nullità dell'elaborato peritale, in quanto non espressamente prevista, né incide sulla sua affidabilità, risultando esso comunque idoneo ad offrire al giudice le conoscenze scientifiche necessarie a una compiuta valutazione dei fatti oggetto di giudizio (Cass.V, n. 45719/2022). BibliografiaBartoli, Riforma Gelli-Bianco e Sezioni Unite non placano il tormento: una proposta per limitare la colpa medica, in penalecontemporaneo.it, 24 maggio 2018; Brusco, Informazioni statistiche sulla giurisprudenza penale di legittimità in tema di responsabilità medica, in penalecontemporaneo.it; 14 luglio 2016; Cupelli, Lo statuto penale della colpa medica e le incerte novità della legge Gelli-Bianco, in penalecontemporaneo.it, 3 aprile 2017; Di Giovine, Piras, Imperitia sine culpa non datur. A proposito del nuovo art. 590 sexies cp, in penalecontemporaneo.it, 1 marzo 2017; Romano, La responsabilità dell’esercente la professione sanitaria trav antichi dubbi e nuovi problemi, in penalecontemporaneo.it, 16 novembre 2018. |