Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 36 bis - Termini processuali1

Alessandro Farolfi

Termini processuali1

 

Tutti i termini processuali previsti negli articoli 26 e 36 non sono soggetti alla sospensione feriale.

[1] Articolo inserito dall'articolo 33 del D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5.

Inquadramento

La norma generali in materia di sospensione feriale dei termini processuali è contenuta all'art. 1 della legge 7 ottobre 1969, n. 742 (Sospensione dei termini processuali nel periodo feriale), che dopo la recente modifica apportata con il d.l. n. 132/2014 convertito con modificazioni dalla legge n. 162/2014 prevede che il decorso dei termini processuali relativi alle giurisdizioni ordinarie ed a quelle amministrative è sospeso di diritto dal 1º al 31 agosto di ciascun anno, e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione. Ove il decorso abbia inizio durante il periodo di sospensione, l'inizio stesso è differito alla fine di detto periodo. Con la riforma del 2006 è stata inserita la norma in commento, con due funzioni evidenti: a) perseguire una maggiore certezza e stabilità dei rapporti sorti in ambito concorsuale; b) garantire una maggiore celerità del sistema dei controlli giurisdizionali endofallimentari, impedendo perciò che queste parentesi di cognizione abbiano un effetto paralizzante sull'ulteriore corso della liquidazione e della procedura fallimentare nel suo complesso. Si è sostenuto che il legislatore si sia rifatto alla soluzione che già per via giurisprudenziale aveva sostenuto la Cassazione con la sentenza n. 11100/2004, laddove aveva affermato che il termine per proporre ricorso per cassazione ex art. 111 Cost., avverso il decreto del tribunale fallimentare in sede di reclamo sul decreto del g.d. di liquidazione dei compensi, non doveva ritenersi assoggettato alla sospensione feriale. Proprio a fronte della regola generale contenuta nell'art. 1 cit. e della conseguente eccezionalità della disposizione in commento, si ritiene che quest'ultima sia di stretta interpretazione, ossia che l'esenzione dalla sospensione dei termini processuali durante il periodo feriale operi soltanto per i reclami previsti dagli artt. 26 e 36 l.fall.

Secondo la giurisprudenza l'esenzione dalla sospensione dei termini non può estendersi analogicamente a procedimenti diversi dai reclami contemplati dall'art. 36-bis in commento. Si è così ritenuto che il termine perentorio per la presentazione delle domande di insinuazione al passivo fallimentare previsto dagli articoli 16, comma 1, n. 5, e 93, comma 1, l.fall., è soggetto alla sospensione feriale dei termini, così come è possibile desumere dagli articoli 92 r. d. 30 gennaio 1941, n. 12 e 36-bis l.fall., in quanto si tratta di termine processuale entro il quale il giudizio deve necessariamente essere proposto, non essendo concessa altra forma di tutela del diritto (Cass. n. 4408/2016). Ancora, si è affermato che in tema di fallimento, ai sensi del combinato disposto dell'art. 92 del r.d. 30 gennaio 1941, n. 12 e degli artt. 1 e 3 della legge 7 ottobre 1969, n. 742, le controversie aventi ad oggetto la ammissione tardiva dei crediti al passivo non si sottraggono al principio della sospensione dei termini durante il periodo feriale, fatta eccezione per quelle riguardanti crediti di lavoro, le quali, pur dovendo essere trattate con il rito fallimentare, sono assoggettate al regime previsto dall'art. 3 cit., che, escludendo l'applicabilità della sospensione alle controversie previste dagli artt. 409 e ss. cod. proc. civ., fa riferimento alla natura specifica della controversia, avente ad oggetto un rapporto individuale di lavoro (Cass. S.U. n. 24665/2009).

Bibliografia

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