Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 17 - Comunicazione e pubblicazione della sentenza dichiarativa di fallimento 1 .Comunicazione e pubblicazione della sentenza dichiarativa di fallimento 1.
Entro il giorno successivo al deposito in cancelleria, la sentenza che dichiara il fallimento è notificata, su richiesta del cancelliere, ai sensi dell'articolo 137 del codice di procedura civile al debitore, eventualmente presso il domicilio eletto nel corso del procedimento previsto dall'articolo 15, ed è comunicata per estratto, ai sensi dell'articolo 136 del codice di procedura civile, al pubblico ministero, al curatore ed al richiedente il fallimento. L'estratto deve contenere il nome del debitore, il nome del curatore, il dispositivo e la data del deposito della sentenza 2. La sentenza è altresì annotata presso l'ufficio del registro delle imprese ove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso quello corrispondente al luogo ove la procedura è stata aperta. A tale fine, il cancelliere, entro il termine di cui al primo comma, trasmette, anche per via telematica, l'estratto della sentenza all'ufficio del registro delle imprese indicato nel comma precedente 3. [1] Articolo modificato dall'articolo 52 del D.P.R. del 14 novembre 2002, n. 313 e successivamente sostituito dall'articolo 15 del D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5. [2] Comma modificato dall'articolo 2, comma 6, del D.Lgs. 12 settembre 2007 n.169, con la decorrenza indicata nell'articolo 22 del medesimo D.Lgs. 169/2007. [3] Vedi inoltre quanto disposto dall'articolo 4-bis, comma 10 del D.L. 23 dicembre 2003, n. 347. InquadramentoIl legislatore della riforma ha completamente riscritto l'art. 17 l.fall., al fine di «assicurare, da un canto, l'effettiva conoscenza della sentenza, e, dall'altro, la maggiore diffusione possibile di tale informazione per tutelare l'affidamento dei terzi e dare certezza ai rapporti giuridici» (cfr. Relazione alla Riforma). Si ritiene che le formalità previste dalla norma in commento e le modalità secondo cui le stesse debbono essere eseguite non siano prescritte a pena di nullità della sentenza di fallimento (Grossi, 144; Provinciali, 501). La pubblicitàL'art. 17 l.fall. stabilisce che entro il giorno successivo al deposito in cancelleria, cioè il giorno successivo alla sua pubblicazione, la sentenza di fallimento deve essere notificata, su richiesta del cancelliere, con le forme del codice di procedura civile al debitore, eventualmente presso il domicilio eletto nel corso del procedimento prefallimentare, ed è inoltre comunicata per estratto ai sensi dell'art. 136 c.p.c. al curatore e al soggetto che ha richiesto il fallimento. Ebbene, va precisato che la menzione della necessità della notifica della sentenza al debitore evidenzia come ora gli si debba comunicare la sentenza integralmente, per consentirgli appieno l'esercizio del diritto di difesa, mentre in precedenza gli veniva comunicato solo l'estratto, contenente il dispositivo, cosicché potevano apparire del tutto oscuri i motivi che avevano portato alla declaratoria di fallimento (cfr. Cass. n. 9799/2005, in Fall., 2006, 44, con nota Bettazzi, Il termine di opposizione alla sentenza dichiarativa di fallimento tra diritto positivo e prospettive di riforma). Peraltro, la legge si preoccupa di specificare anche il contenuto dell'estratto, il quale deve contenere il nome ed il cognome del debitore, il nome del curatore, l'intero dispositivo della sentenza e la data del deposito della stessa. Va aggiunto che alla formalità dell'affissione sulla porta del tribunale, come pubblicità prevista Sub Julio, il legislatore della riforma ha sostituito l'annotazione della sentenza all'ufficio del registro delle imprese ove l'imprenditore ha la sede legale e, nella ipotesi in cui questa differisca da quella effettiva, anche in quest'ultimo luogo. Peraltro, il cancelliere, entro il giorno successivo al deposito in cancelleria, trasmette anche per via telematica l'estratto della sentenza all'ufficio del registro delle imprese: per la verità, dovrebbe evidenziarsi una discrasia lessicale tra l'art. 16, che parla di iscrizione della sentenza nel registro delle imprese e l'art. 17 che parla invece di annotazione della medesima sentenza. Va detto che tuttavia in subiecta materia, a differenza della materia ipotecaria, non vi è differenza di effetti tra iscrizione ed annotazione, risultando le stesse, ai fini della disciplina delle imprese, sostanzialmente equipollenti. Da ultimo, va detto che le formalità previste dalla legge non escludono che il giudice reputi utili pubblicità integrative, come quella sui giornali quotidiani ovvero giornali di settore. Nella disciplina anteriore al d.lgs. n. 5 del 2006, la legge non prescrive, tra gli elementi di individuazione della data della sentenza dichiarativa di fallimento, l'annotazione della ora in cui è stata emessa la decisione, sicché il fallito resta privo dell'amministrazione e della disponibilità dei beni sin dall'ora zero del giorno della sua pubblicazione (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito, ritenendo inefficace il pagamento effettuato dal terzo pignorato in favore del creditore pignorante in esecuzione di un'ordinanza di assegnazione emessa lo stesso giorno della pubblicazione della sentenza di fallimento) (Cass. I, n. 14779/2016). BibliografiaAmatore, Le dichiarazioni di fallimento, Milano, 2014; Grossi, La riforma della legge fallimentare, Milano, 2006, 144; Provinciali, Trattato di diritto fallimentare, Milano, 1974, 501. |