Legge - 27/01/2012 - n. 3 art. 14 terdecies - Esdebitazione1

Salvo Leuzzi

Esdebitazione1 

 

1. Il debitore persona fisica è ammesso al beneficio della liberazione dei debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali e non soddisfatti a condizione che:

a) abbia cooperato al regolare ed efficace svolgimento della procedura, fornendo tutte le informazioni e la documentazione utili, nonché adoperandosi per il proficuo svolgimento delle operazioni;

b) non abbia in alcun modo ritardato o contribuito a ritardare lo svolgimento della procedura;

c) non abbia beneficiato di altra esdebitazione negli otto anni precedenti la domanda;

d) non sia stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per uno dei reati previsti dall'articolo 16;

e) abbia svolto, nei quattro anni di cui all' articolo 14 -undecies, un'attività produttiva di reddito adeguata rispetto alle proprie competenze e alla situazione di mercato o, in ogni caso, abbia cercato un'occupazione e non abbia rifiutato, senza giustificato motivo, proposte di impiego;

f) siano stati soddisfatti, almeno in parte, i creditori per titolo e causa anteriore al decreto di apertura della liquidazione.

2. L'esdebitazione è esclusa:

a) quando il sovraindebitamento del debitore è imputabile ad un ricorso al credito colposo e sproporzionato rispetto alle sue capacità patrimoniali;

b) quando il debitore, nei cinque anni precedenti l'apertura della liquidazione o nel corso della stessa, ha posto in essere atti in frode ai creditori, pagamenti o altri atti dispositivi del proprio patrimonio, ovvero simulazioni di titoli di prelazione, allo scopo di favorire alcuni creditori a danno di altri.

3. L'esdebitazione non opera:

a) per i debiti derivanti da obblighi di mantenimento e alimentari;

b) per i debiti da risarcimento dei danni da fatto illecito extracontrattuale, nonché per le sanzioni penali ed amministrative di carattere pecuniario che non siano accessorie a debiti estinti;

c) per i debiti fiscali che, pur avendo causa anteriore al decreto di apertura delle procedure di cui alle sezioni prima e seconda del presente capo, sono stati successivamente accertati in ragione della sopravvenuta conoscenza di nuovi elementi.

4. Il giudice, con decreto adottato su ricorso del debitore interessato, presentato entro l'anno successivo alla chiusura della liquidazione, sentiti i creditori non integralmente soddisfatti e verificate le condizioni di cui ai commi 1 e 2, dichiara inesigibili nei suoi confronti i crediti non soddisfatti integralmente. I creditori non integralmente soddisfatti possono proporre reclamo ai sensi dell' articolo 739 del codice di procedura civile di fronte al tribunale e del collegio non fa parte il giudice che ha emesso il decreto.

5. Il provvedimento di esdebitazione è revocabile in ogni momento, su istanza dei creditori, se risulta:

a) che è stato concesso ricorrendo l'ipotesi del comma 2, lettera b);

b) che è stato dolosamente o con colpa grave aumentato o diminuito il passivo, ovvero sottratta o dissimulata una parte rilevante dell'attivo ovvero simulate attività inesistenti.

6. Si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile. Il reclamo si propone al tribunale e del collegio non può far parte il giudice che ha pronunciato il provvedimento.

[1] Articolo inserito dall'articolo 18, comma 1, lettera s), del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, in legge 17 dicembre 2012, n. 221.

Inquadramento

Fino all'introduzione della legge n 3/2012, mentre l'imprenditore commerciale insolvente aveva la possibilità di liberarsi delle obbligazioni non soddisfatte mediante una proposta di concordato preventivo o, in caso di intervenuto fallimento, di concordato fallimentare, o comunque di accedere – se imprenditore individuale – all'istituto dell'esdebitazione di cui agli artt. 142 e ss l.fall., ai soggetti privati «non fallibili» era preclusa detta opportunità.

Nel caso delle persone fisiche, in particolare, la responsabilità patrimoniale si atteggiava come tendenzialmente perpetua, in considerazione della possibilità dei creditori di soddisfarsi anche sui beni e crediti futuri del debitore.

Il nuovo art. 14-terdecies introduce un meccanismo di esdebitazione dai residui debiti concorsuali non soddisfatti in esito alla liquidazione del patrimonio del debitore, attraverso una dichiarazione della loro inesigibilità da parte del giudice.

Si tratta del c.d. fresh start del debitore sovraindebitato, il quale, una volta messo a disposizione dei creditori l'intero suo patrimonio è certamente meritevole d'esser guardato con favore, tanto da poter ricominciare da capo, beneficiando di un azzeramento delle esposizioni passive e ripristinando il pieno controllo della propria situazione finanziaria.

Limiti

L'accesso all'esdebitazione da parte del debitore sconta, peraltro, incisivi limiti.

In primo luogo, la norma concerne esclusivamente – come chiarito testualmente dal primo comma della norma in commento – il debitore «persona fisica». Sono sottratti, di contro, all'ambito di incidenza della norma gli enti societari e associativi.

In secondo luogo, la norma condiziona il beneficio alla sussistenza di talune condizioni incisivamente dimostrative della meritevolezza del debitore, il quale: deve aver cooperato al regolare ed efficace svolgimento della procedura, fornendo tutte le informazioni e la documentazione utili, nonché adoperandosi per il proficuo svolgimento delle operazioni; non deve aver ritardato in alcun modo lo svolgimento delle operazioni; non deve aver beneficiato, negli otto anni precedenti la domanda, dell'esdebitazione; deve aver soddisfatto, almeno in parte, i creditori per titolo o causa anteriore al decreto di apertura della liquidazione.

La lett. e) del comma 1 subordina l'esdebitazione del debitore alla disagevole verifica di una sua condotta lavorativa attiva e operosa, in assenza della quale non pare giustificata la compressione dei residui diritti dei creditori: il lavoratore deve aver svolto, nei quattro anni, antecedenti alla domanda un'attività produttiva di reddito adeguata alle proprie competenze e alla situazione di mercato e, in ogni caso, deve aver cercato un'occupazione o non averne rifiutato senza giustificato motivo una.

Ipotesi di esclusione

Il comma 2 annovera le ipotesi di esclusione dall'accesso al beneficio. L'accesso all'esdebitazione è sbarrato per il debitore che abbia contribuito a generare o a incrementare il proprio indebitamento con una condotta improvvida, o che non abbia collaborato attivamente alla soluzione della propria crisi da sovraindebitamento, o che abbia compiuto atti distrattivi o pagamenti preferenziali. Nel dettaglio, le esclusioni attengono, per un verso, al caso del sovraindebitamento del debitore imputabile ad un ricorso al credito colposo e sproporzionato rispetto alle sue capacità patrimoniali (lett. a), per altro verso, al caso del debitore che, nei cinque anni precedenti l'apertura della liquidazione o nel corso della stessa, abbia posto in essere altri atti dispositivi del proprio patrimonio, ovvero simulazioni di titoli di prelazione, allo scopo di favorire alcuni creditori a danno di altri (lett. b).

Il beneficio non trova, peraltro, applicazione con riferimento a talune categorie di debiti «incomprimibili». Si tratta, a norma del comma 3, dei debiti derivanti da obblighi di mantenimento e alimentari (lett. a), dei debiti da risarcimento del danno aquiliano e correlati all'avvenuta irrogazione di sanzioni penali e amministrative pecuniarie che non siano accessorie a debiti estinti (lett. b, con disposizione all'evidenza analoga a quella prevista dall'art. 142, comma 3, l. n. 3/2012), dei debiti fiscali che, pur avendo causa anteriore al decreto di apertura della procedura, sono stati successivamente accertati in ragione della sopravvenuta di nuovi elementi (lett. c).

Aspetti processuali

Ai sensi del comma 4, la domanda va avanzata con ricorso entro l'anno successivo alla chiusura della liquidazione. A mente del medesimo comma, il giudice provvede a concedere il beneficio e a dichiarare inesigibili di crediti non soddisfatti in misura integrale. Previamente all'adozione del provvedimento, il giudice verifica naturalmente la sussistenza delle condizioni di cui ai commi 1 e 2 della norma e procede all'audizione dei creditori non integralmente soddisfatti.

Ai sensi del comma 6, si applicano, in quanto compatibili, le forme del procedimento camerale di cui agli artt. 737 e ss. c.p.c. e il provvedimento di revoca è reclamabile dinanzi al tribunale.

Si deve presumere che le soluzioni interpretative enunciate in materia di esdebitazione conseguente a fallimento possano trovare applicazione anche in questa materia.

A differenza della disciplina fallimentare, che espressamente fa salvi i diritti dei creditori verso i coobbligati, garanti e fideiussori, nella norma in esame nulla è previsto, il che determina una grave incertezza interpretativa, tenuto conto che l'estensione degli effetti favorevoli ai coobbligati in solido è insuscettibile di applicazione oltre i casi eccezionalmente previsti, senza considerare oltre che l'esdebitazione non opererebbe a favore dei coobbligati dell'esdebitato.

Revocabilità

Di non poco momentoè la previsione di cui al comma 5 della norma in commento, che stabilisce la revocabilità in ogni momento, su istanza dei creditori, del decreto di esdebitazione. I presupposti della revoca sono rappresentati, alternativamente, dall'immeritevolezza del debitore, il cui sovraindebitamento sia impugnabile ad un ricorso al credito colposo e sproporzionato rispetto alle sue capacità patrimoniali; da atti di frode, pagamenti o altri atti dispositivi, simulazioni di titoli di prelazione, in spregio alla par condicio, posti in essere dal debitore nei cinque anni precedenti l'apertura della liquidazione o in corso della stessa.

Bibliografia

Angelici, Ferri, Manuale di diritto commerciale, Milano, 2015, 821; Bonfatti, Gli incentivi alla composizione negoziale delle crisi d'impresa: uno sguardo d'insieme, in Bonfatti - Falcone (a cura di), Le procedure di composizione negoziale delle crisi e del sovraindebitamento, Milano, 2014, 33; Caiafa, La composizione delle crisi da sovraindebitamento, in Dir. fall. 2012, I, 416; Caterini, Sovraindebitamento, ristrutturazione del debito e datio in solutum, in Rass. dir. civ. 2014, 337; Costa, Profili problematici della disciplina della composizione delle crisi da sovraindebitamento, in Dir. fall. 2014, 6, 10663; De Linz, Spunti critici sulle nuove procedure di sovraindebitamento e ordinamenti a confronto, in Dir. fall. 2015, 5, 10482; Fabiani, La gestione del sovraindebitamento del debitore «non fallibile» (d.l. 212/2011), in ilcaso.it, doc. n. 278/2012; Fabiani, Crescita economica, crisi e sovraindebitamento, in Corr. giur. 2012, 449; Fabiani, Primi spunti di riflessione sulla regolazione del sovraindebitamento del debitore non «fallibile», in Foro It. 2012, V, 94 ss.; Guiotto, La nuova procedura per l'insolvenza del soggetto non fallibile: osservazioni in itinere, in Fall. 2012, 23; Lo Cascio, La composizione delle crisi da sovraindebitamento (Introduzione), in Fall. 2012, 1021; Macario, Finalità e definizioni, in AA.VV., La «nuova» composizione della crisi da sovraindebitamento, a cura di Di Marzio-Macario-Terranova, Milano, 2013, 18; Macario, Sovraindebitamento e procedure di esdebitazione per i debitori «non fallibili». Il completamento della riforma, in Oss. dir. civ. comm. 2012, 303; Michelotti, Osservazioni in tema di procedure di sovraindebitamento di cui alla legge n. 3/2012 e succ. mod. ed integr., in Fall. 2015, 11, 1222; Modica, Profili giuridici del sovraindebitamento, Napoli, 2012; Nigro, Vattermoli, Diritto della crisi delle imprese, Le procedure concorsuali, 3, Bologna, 2014, 549; Nonno, in Sovraindebitamento e usura, a cura di Ferro, Milano, 2012, 84; Paciello, Prime riflessioni (inevitabilmente critiche) sulla composizione della crisi da sovraindebitamento, in Riv. dott. comm. 2012, II, 93; Panzani, Composizione delle crisi da sovraindebitamento, in Nuovo dir. soc. 2012, I, 9; Panzani, La composizione della crisi da sovraindebitamento dopo il d. l. 179/2012, in ilfallimentarista.it, 12 dicembre 2012; Pellecchia, Dall'insolvenza al sovraindebitamento. Interesse del debitore alla liberazione e ristrutturazione dei debiti, Torino, 2012; Rispoli, Farina, La nuova disciplina del sovraindebitamento del consumatore, in AA.VV., Problemi attuali di diritto privato. Studi in memoria di Nicola Di Prisco, Torino, 2016, 891; Sciuto, Il debitore civile sovraindebitato, in Cian (a cura di), Diritto commerciale, Torino, 2014, II, 514; Soldati, Il sovraindebitamento alla prova della riforma del diritto fallimentare, in Contratti, 2016, 6, 628; Terranova, Insolvenza. Stato di crisi. Sovraindebitamento, Torino, 2013; Terranova, La composizione delle crisi da sovraindebitamento: uno sguardo d'insieme, in Di Marzio - Macario - Terranova (a cura di), Composizione delle crisi da sovraindebitamento, Milano, 2012, 7; Tiscini, I procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio, in Riv. dir. proc. 2013, 3, 649; Vattermoli, La procedura di liquidazione del patrimonio del debitore alla luce del diritto «oggettivamente» concorsuale, in Dir. fall. 2013, I, 771.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario