Legge - 27/01/2012 - n. 3 art. 14 decies - (Azioni del liquidatore)1

Salvo Leuzzi

(Azioni del liquidatore)1

 1. Il liquidatore, autorizzato dal giudice, esercita o, se pendente, prosegue ogni azione prevista dalla legge finalizzata a conseguire la disponibilita' dei beni compresi nel patrimonio del debitore e ogni azione diretta al recupero dei crediti.

2. Il liquidatore, autorizzato dal giudice, esercita o, se pendenti, prosegue le azioni dirette a far dichiarare inefficaci gli atti compiuti dal debitore in pregiudizio dei creditori, secondo le norme del codice civile.

3. Il giudice autorizza il liquidatore ad esercitare o proseguire le azioni di cui ai commi 1 e 2, quando e' utile per il miglior soddisfacimento dei creditori.

[1] Articolo inserito dall'articolo 18, comma 1, lettera s), del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, in legge 17 dicembre 2012, n. 221 e successivamente sostituito dall'articolo 4-ter, comma 1, lettera l), del D.L. 28 ottobre 2020, n. 137, convertito con modificazioni dalla Legge 18 dicembre 2020, n. 176.

Inquadramento

L'apertura del procedimento concorsuale di liquidazione non determina, diversamente da quanto accade nel fallimento il venir meno della legittimazione processuale del debitore, né comporta l'interruzione dei giudizi pendenti. Persino le cause di cognizione in corso, aventi ad oggetto, in separata sede, i crediti, seguiteranno a svolgersi.

Nonostante, peraltro, a seguito dell'apertura del procedimento concorsuale di liquidazione persista la legittimazione processuale del debitore, la norma ora in esame contempla una legittimazione ad agire di carattere straordinario e surrogatorio, in capo al liquidatore, in evidente correlazione all'amministrazione dei beni che a costui fa capo ai sensi dell'art. 14-novies, comma 1, e ai compiti di gestione e monetizzazione del patrimonio debitorio che parimenti egli espleta.

Contenuto della norma

L'art. 14-decies, in particolare, alla medesima stregua di quanto disposto dall'art. 560, comma 5, c.p.c., ma senza che sia prevista alcuna preventiva autorizzazione da parte del giudice, attribuisce al liquidatore la possibilità di esercitare ogni azione finalizzata a conseguire la disponibilità dei beni compresi nel patrimonio da liquidare e comunque connessa con l'amministrazione dei beni del debitore, nonché le azioni volte al recupero dei crediti compresi nella liquidazione.

In definitiva, quindi, il liquidatore ha la legittimazione attiva in relazione alle azioni di contenuto patrimoniale da spossessamento, cioè quelle azioni che il sovraindebitato avrebbe potuto esperire prima del momento di apertura del concorso (es: azioni di recupero crediti, di restituzione, di rivendicazione).

Per converso, in mancanza di norme equivalenti a quella di cui agli artt. 66 e 146 l.fall. e art. 2497, ultimo comma, c.c., la legittimazione attiva del liquidatore per le azioni c.d. «di massa» non è rinvenibile, talché con la domanda di liquidazione il sovraindebitato potrebbe sottrarsi all'azione di revocatoria ordinaria ex art. 2901 c.c., qualora nel quinquiennio avesse posto in essere atti dispositivi di natura fraudolenta.

Proprio la connotazione surrogatoria della legittimazione dell'organo concorsuale implica, peraltro, ai sensi dell'art. 2900 c.c., che, nel giudizio da questi avviato, sia assicurata la partecipazione necessaria del debitore.

Qualora, invece, i giudizi predetti siano già pendenti, il liquidatore potrà intervenire volontariamente con pienezza di poteri, sempre nell'ottica di conseguire la disponibilità dei beni e di recuperare i crediti compresi nella liquidazione.

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