Decreto legislativo - 8/07/1999 - n. 270 art. 83 - Informazioni sui rapporti di gruppo.

Alessandro Nastri

Informazioni sui rapporti di gruppo.

1. Al fine di accertare l'esistenza dei rapporti indicati nell'articolo 80, comma 1, lettera b), il tribunale, il Ministero dell'industria ed il commissario straordinario possono chiedere informazioni alla Commissione nazionale per le società e la borsa e ad ogni altro pubblico ufficio. Possono chiedere, altresì, alle società fiduciarie previste dalla legge 23 novembre 1939, n. 1966 le generalità degli effettivi titolari di diritti sulle azioni intestate a loro nome.

2. Le informazioni sono fornite entro quindici giorni dalla richiesta.

Inquadramento

Poiché la dichiarazione di insolvenza dell'impresa del gruppo presuppone l'accertamento in capo a quest'ultima, oltre che della qualità di imprenditore fallibile, dell'esistenza dei rapporti di cui all'art. 80, comma 1, lett. b), d.lgs. n. 270/99, il legislatore ha voluto dotare il commissario straordinario della procedura madre (quale soggetto legittimato a presentare la domanda di estensione, ai sensi dell'art. 82 comma 2 d.lgs. n. 270/1999), il Ministero dell'Industria – oggi Ministero delle Attività Produttive – (quale autorità di vigilanza e organo consultivo, ai sensi dell'art. 7 d.lgs. n. 270/99, applicabile al procedimento di estensione in virtù del rinvio dell'art. 82, comma 1, d.lgs. n. 270/1999 alle disposizioni del capo I del titolo III) e il Tribunale (chiamato ad assumere la decisione) di particolari strumenti di indagine, che consistono nella possibilità di chiedere informazioni alla CONSOB e ad ogni altro pubblico ufficio e di ottenere dalle società fiduciarie di cui alla l. 23 novembre 1939, n. 1966 le generalità degli effettivi titolari di diritti sulle azioni intestate a loro nome. Il mezzo di indagine era già previsto nell'art. 3, comma 8, d.l. n. 26/1979, che lo riservava tuttavia al Ministro e ai commissari straordinari. Inoltre possono oggi fruire dei medesimi strumenti conoscitivi il commissario straordinario e il curatore ai fini dell'esperimento dell'azione revocatoria di cui all'art. 91 d.lgs. n. 270/1999, stante il richiamo operato dal comma 2 di tale disposizione, sicché la disciplina dell'acquisizione di informazioni relative alle imprese del gruppo risulta oggi unificata a differenza che nel vigore del d.l. n. 26/79, nel quale, all'art. 3, comma 4, era previsto un diverso e più penetrante potere di indagine nelle mani del commissario (il quale poteva chiedere alla CONSOB anche «di effettuare, allo scopo di accertare tutti i rapporti di carattere giuridico e patrimoniale intercorsi tra le società in amministrazione straordinaria e quelle passivamente legittimate rispetto all'azione revocatoria di cui al comma precedente, le indagini consentite dalla l. n. 216/1974»).

Finalità e oggetto della richiesta di informazioni

In dottrina si è ravvisato un parallelismo con il potere inquisitorio riconosciuto al Tribunale nell'istruttoria prefallimentare (Mazzocca, 87; Caiafa, D'Orazio, 1488, nt. 58), e si è affermato che la disposizione origina dall'art. 213 c.p.c., nel quale è prevista la possibilità per il Tribunale di richiedere informazioni alla pubblica amministrazione (Caiafa, D'Orazio, 1488, nt. 58). La finalità perseguita è quella di favorire la verifica sull'esistenza dei legami di gruppo (Pajardi, Paluchowski, 1135; Galioto, 141; Di Majo, 444). Secondo alcuni autori si tratta di un mezzo di indagine particolarmente penetrante (Libonati, 143; Zanichelli, 1856), ma vi è anche chi al riguardo manifesta scetticismo, ritenendo che il potere ispettivo possa giovare ben poco al fine di una equilibrata decisione da parte del Tribunale (Pavone La Rosa, 557). Si dubita della legittimità dell'utilizzo dello strumento a fini diversi da quelli specificamente indicati dagli artt. 83 e 91 d.lgs. n. 270/1999, quali la presentazione della denuncia al Tribunale di cui all'art. 89 d.lgs. n. 270/1999 o la proposizione dell'azione di responsabilità di cui all'art. 90 d.lgs. n. 270/1999 (Costa, Pappalardo, 677), per cui i pubblici uffici e le società fiduciarie dovrebbero rifiutare di fornire le informazioni richieste a tali scopi (Dal Soglio, 1889), ma viene giustamente evidenziato che in realtà nulla impedisce al commissario straordinario, una volta acquisite tali informazioni ai sensi degli artt. 83 o 91 d.lgs. n. 270/99, di utilizzarle anche per l'esperimento delle suddette iniziative (Daccò, 440, e Manes, 38, nonché lo stesso Dal Soglio, 1889). Nella vigenza del d.l. n. 26/1979 si riteneva che il Ministero dell'Industria non avesse il dovere di fornire al Tribunale le informazioni acquisite se non in forza di una specifica richiesta ex art. 213 c.p.c., ma il problema risulta superato, stante l'ampliamento al Tribunale della legittimazione a richiedere informazioni ad «ogni altro pubblico ufficio», ivi incluso il Ministero delle Attività Produttive (Dal Soglio, 1890; sulla legittimazione del Tribunale e sulla coerenza dell'innovazione con l'ampliamento delle funzioni attribuite dal legislatore all'organo giurisdizionale nel passaggio dal d.l. n. 26/79 al d.lgs. n. 270/99, v. Daccò, 438). Tra i pubblici uffici ai quali possono richiedersi utili informazioni vengono indicati l'amministrazione finanziaria e la Banca d'Italia (Costa, Pappalardo, 677; Daccò, 440). Ai soggetti legittimati non possono essere opposti il segreto d'ufficio ed eventuali esigenze di riservatezza (Costa, Pappalardo, 677). La disposizione non chiarisce in quale fase del procedimento le informazioni debbano essere acquisite, ma la finalità dello strumento induce a ritenere che la richiesta possa essere inoltrata dal commissario straordinario e dal Tribunale prima dell'avvio del procedimento e dal Ministero in vista dell'udienza in camera di consiglio per la dichiarazione di insolvenza e del parere di cui all'art. 7 d.lgs. n. 270/1999 (Zanichelli, 1856-1857). Il termine di quindici giorni fissato dal comma 2 è evidentemente ordinatorio, e le notizie possono pervenire anche gradualmente, in base ad un dialogo che si approfondisce con il proseguire dell'inchiesta (Libonati, 144).

Bibliografia

Caiafa, D'Orazio, in Caiafa (a cura di), Le procedure concorsuali nel nuovo diritto fallimentare, II, Padova, 2011; Costa, Pappalardo, in Costa (a cura di), L'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza dopo il d.lgs. 12.9.2007, n. 169, Torino, 2008, 667 ss.; Daccò, in Castagnoli, Sacchi (a cura di), La nuova disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza. Commentario al decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, Torino, 2000; Dal Soglio, sub artt. 80-87, in Maffei Alberti, Commentario breve alla legge fallimentare, Padova, 2013, 1878 ss.; Di Majo, in Ghia, Piccininni, Severini (diretto da), Trattato delle procedure concorsuali, V, Milano, 2011, 435 ss.; Galioto, L'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, Milano, 2003; Libonati, Il gruppo insolvente, Firenze, 1981; Manes, Abuso di direzione unitaria e responsabilità degli amministratori della controllante: verso l'affermazione di un principio generale, in Contr. impr., 2002, 1 ss.; Mazzocca, L'amministrazione straordinaria delle grandi imprese insolventi, Napoli, 2001; Pajardi, Paluchowski, Manuale di diritto fallimentare, Milano, 2008; Pavone, La Rosa, Gruppi di imprese e procedure concorsuali, in Giur. comm. 2001, 3, 556 ss.; Zanichelli, in Panzani (diretto da), Il fallimento e le altre procedure concorsuali, IV, Milano, 2014, 1823 ss..

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