Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 199 - Responsabilità del commissario liquidatore.Responsabilità del commissario liquidatore.
Il commissario liquidatore è, per quanto attiene all'esercizio delle sue funzioni, pubblico ufficiale. Durante la liquidazione l'azione di responsabilità contro il commissario liquidatore revocato è proposta dal nuovo liquidatore con l'autorizzazione dell'autorità che vigila sulla liquidazione. Si applicano al commissario liquidatore le disposizioni degli artt. 32 , 37 e 38, primo comma, intendendosi sostituiti nei poteri del tribunale e del giudice delegato quelli dell'autorità che vigila sulla liquidazione. InquadramentoIl commissario liquidatore è un pubblico ufficiale per quanto attiene all'esercizio delle sue funzioni. Può essere revocato a causa di incompatibilità soggettive oppure di responsabilità civile o penale. La riforma della crisi d'impresa e dell'insolvenza (d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14)Per il commento v. sub art. 194. Revoca e compenso del commissario liquidatoreIl legislatore ha reso applicabile alla figura del commissario liquidatore la disciplina relativa al curatore fallimentare e quindi il trattamento normativo tra le due figure è il medesimo (art. 38 l. fall). Stante il richiamo dell'art. 199 all'art. 37 l.fall., si ritiene estensibile al Commissario l'istituto della revoca previsto per il curatore, ma mentre il curatore è revocato dal tribunale, la revoca del commissario è disposta dall'autorità di vigilanza e deve essere preceduta da una fase istruttoria nell'ambito della quale il commissario liquidatore deve essere sentito prima dell'assunzione del provvedimento, pena la sua illegittimità. I motivi che giustificano la revoca del commissario liquidatore afferiscono a ragioni disciplinari, responsabilità civile o penale, situazione di incapacità a ricoprire l'ufficio. Quanto al compenso, l'ufficio di commissario liquidatore va remunerato. Trova applicazione l'art. 39 l.fall., sebbene la norma non sia espressamente richiamata dall'art. 199 l.fall. Il potere di determinazione dell'ammontare del compenso spetta all'autorità di vigilanza che dovrà effettuare due tipi di valutazione: da un lato il compenso si determina con modalità aritmetiche, applicando percentuali predeterminate collegate al volume della liquidazione; dall'altro occorre tener conto della quantità e della qualità del lavoro prestato, dei risultati ottenuti e della sollecitudine con cui è stata effettuata la liquidazione. Il diritto al compenso sorge in occasione della chiusura della liquidazione (Conti). Secondo un preciso orientamento giurisprudenziale, le contestazioni relative all'entità del compenso liquidato, ancorché disposto con provvedimento amministrativo, rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, in quanto attinenti l'ambito dei diritti soggettivi (Cass. S.U., n. 2627/2002; Trib. Milano 15 luglio 2003). BibliografiaAbate, Gli organi delle procedure concorsuali, Padova, 1999; Conti, La liquidazione coatta amministrativa. Il Governo delle crisi d'impresa delle società cooperative e delle altre imprese di economia sociale, Milano, 2014; Nardecchia, Compenso del curatore e spese di giustizia, in Fall. 2009. |