Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 200 - Effetti del provvedimento di liquidazione per l'impresa.

DOMENICA CAPEZZERA

Effetti del provvedimento di liquidazione per l'impresa.

 

Dalla data del provvedimento che ordina la liquidazione si applicano gli artt. 42, 44, 45, 46 e 47 e se l'impresa è una società o una persona giuridica cessano le funzioni delle assemblee e degli organi di amministrazione e di controllo, salvo per il caso previsto dall'art. 214.

Nelle controversie anche in corso, relative a rapporti di diritto patrimoniale dell'impresa, sta in giudizio il commissario liquidatore.

Inquadramento

Tutti gli effetti del provvedimento, anche nei confronti dei terzi, si realizzano — ai sensi dell'art. 200, l.fall.- con la sua sola pronuncia, senza che rilevi il compimento delle forme di pubblicità prescritte dall'art. 197, l.fall. (Corte cost. n. 337/1998). Tuttavia, non mancano disposizioni di leggi speciali che posticipano taluni effetti del provvedimento ad un momento successivo alla sua emanazione (non esiste infatti un regime uniforme della liquidazione coatta amministrativa, a differenza delle altre procedure concorsuali).

Con riferimento a quelli che sono gli effetti del provvedimento che ordina la liquidazione coatta amministrativa si precisa che, ai sensi dell'art. 200, comma 1, l.fall. «cessano le funzioni delle assemblee e degli organi di amministrazione e di controllo» salvo l'eccezione prevista dall'art. 214, l.fall. (quando sia intervenuta una proposta di concordato). Sulla configurabilità di una sospensione temporanea, per la durata della procedura concorsuale, della cessazione delle predette funzioni, vedi, Cass. n. 17525/2014.

La norma, radicale nella sua formulazione, non deve essere intesa alla lettera e in senso assoluto. In realtà si verifica uno stato di quiescenza degli organi dell'impresa in crisi, dovuto alla gestione sostitutiva; così, grazie al richiamo degli artt. 42, 44 e 45 da parte dell'art. 200, comma 1, l.fall., a prescindere dall'accertamento giudiziario dello stato di insolvenza, si producono gli effetti tipici del c.d. spossessamento.

La riforma della crisi d'impresa e dell'insolvenza (d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14)

Per il commento v. sub art. 194.

Effetti. Spossessamento

Il commissario liquidatore ha, dunque, il potere di amministrare e di disporre del patrimonio dell'impresa da liquidare ed è legittimato, ad esempio, a proporre revocatoria ordinaria, ferma restando la possibilità di proporre l'azione revocatoria fallimentare (disposizioni del titolo II, capo III, sezione III, l.fall.) qualora risulti applicabile l'art. 203, l.fall.

Sempre sotto un profilo processuale, lo spossessamento comporta che il commissario liquidatore si costituisca nelle controversie, anche in corso, relative a rapporti di diritto patrimoniale dell'impresa (cfr. art. 200, comma 2, l.fall.). Allo stesso modo la quiescenza degli organi sociali non limita l'esercizio del diritto di difesa da parte dell'impresa in crisi, né incide su quelle che sono le attività assembleari, all'infuori degli aspetti resi superflui dalla pendenza della procedura di liquidazione coatta amministrativa.

Sempre a far data dal provvedimento, e indipendentemente dall'accertamento giudiziario dello stato di insolvenza, l'art. 201, l.fall. dichiara applicabili «le disposizioni del titolo II, capo II, sezione II e sezione IV, e le disposizioni dell'art. 66», vale a dire:

Le norme che definiscono la struttura del passivo;

le norme che regolano la legittimazione dei creditori a partecipare al concorso;

gli effetti del fallimento sui rapporti giuridici pendenti;

l'esercizio dell'azione revocatoria ordinaria da parte del curatore.

Gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa si producono dunque istantaneamente, anche nei confronti dei terzi, e indipendentemente dalla prosecuzione dell'attività d'impresa.

Il divieto di azioni esecutive individuali sui beni acquisiti alla procedura, previsto dall'art. 51, l.fall., opera anche nella liquidazione coatta amministrativa e concerne pure i crediti di carattere prededucibile maturati o comunque contratti dal commissario liquidatore.

Non di rado, tuttavia, le norme speciali relative alla liquidazione di determinate categorie di imprese, regolano diversamente tali aspetti.

Gli effetti della liquidazione coatta amministrativa per le banche

Quanto agli effetti dell'apertura della liquidazione coatta amministrativa delle imprese bancarie, l'art. 83, d.lgs. n. 385/1993 (TUB), come modificato dal d.lgs. n. 181/2015 al fine di evitare turbative per l'ordinato funzionamento del sistema bancario, disciplina autonomamente gli effetti della liquidazione coatta nei confronti della banca stessa, dei terzi e sui rapporti giuridici pendenti, stabilendo che tali effetti si producono dalla data d'insediamento dei commissari liquidatori e comunque dal sesto giorno lavorativo successivo alla data di adozione del provvedimento che dispone la liquidazione coatta. Il d.lgs. n. 181/2015 ha inoltre aggiunto il comma 3-bis all'art. 83, d.lgs. n. 385/1993 statuendo che «in deroga all'articolo 56, primo comma, della legge fallimentare, la compensazione ha luogo solo se i relativi effetti siano stati fatti valere da una delle parti prima che sia disposta la liquidazione coatta amministrativa, salvo che la compensazione sia prevista da un contratto di garanzia finanziaria di cui al d.lgs. n. 170/2004, da un accordo di netting, come definito dall'articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2014/UE o da un accordo di compensazione ai sensi dell'articolo 1252 del codice civile».

Bibliografia

V. sub art. 199.

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