Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 215 - Risoluzione e annullamento del concordato1.Risoluzione e annullamento del concordato1.
Se il concordato non e' eseguito, il tribunale, su ricorso del commissario liquidatore o di uno o piu' creditori, pronuncia, con sentenza in camera di consiglio, la risoluzione del concordato. Si applicano le disposizioni dei commi dal secondo al sesto dell'articolo 137. Su richiesta del commissario o dei creditori il concordato puo' essere annullato a norma dell'articolo 138. Risolto o annullato il concordato, si riapre la liquidazione amministrativa e l'autorita' che vigila sulla liquidazione adotta i provvedimenti che ritiene necessari. [1] Articolo sostituito dall'articolo 18, comma 6, del D.Lgs. 12 settembre 2007 n.169, con la decorrenza indicata nell'articolo 22 del medesimo D.Lgs. 169/2007. InquadramentoLa risoluzione del concordato. La sorveglianza sul concordato e sul corretto adempimento degli adempimenti assunti grava — come detto — sui commissari liquidatori. L'inadempimento del concordato impone ai commissari di chiedere al Tribunale di pronunciarne la risoluzione. Un analogo potere è attribuito ai creditori senza alcuna distinzione di appartenenza a classe o diritto di prelazione. L'annullamento del concordatoIl concordato può essere annullato su istanza del commissario o dei creditori, legittimati a proporre ricorso nei confronti del debitore, solo quando risulti che è stato dolosamente esagerato il passivo ovvero sottratta o dissimulata una parte rilevante dell'attivo. Il comma 2 dell'art. 215 rinvia espressamente alla procedura dettata dall'art. 138, l.fall. in punto di annullamento del concordato fallimentare. Riapertura della liquidazione coatta amministrativaLa risoluzione del concordato o l'annullamento ha per conseguenza la riapertura della liquidazione coatta amministrativa; tuttavia ciò non sembra avvenire automaticamente e spetta all'Autorità di vigilanza il compito di adottare i provvedimenti che ritiene necessari, richiamando in carica il commissario liquidatore ed il comitato di vigilanza, adottando al contempo le misure opportune. Il concordato nelle procedure di liquidazione delle Banche. DisciplinaLa legge bancaria detta alcune specifiche previsioni in tema di concordato nell'ambito di procedure di liquidazione coatta amministrativa di banche (applicabile anche in caso di l.c.a. di SIM, SGR, SICAV e di intermediari finanziari, giusta il richiamo operato dagli artt. 57 e 211 del d.lgs. n. 58/1998). Il concordato può essere proposto in qualunque stato della procedura dai commissari, con il parere del comitato di sorveglianza, o dalla banca per mezzo della delibera del suo organo amministrativo conformemente alle disposizioni di cui all'art. 152, l.fall., con il parere degli organi della procedura. La proposta di concordato, ai sensi dell'art. 93 d.lgs. n. 385/1993 (T.U.B.), deve essere autorizzata dalla Banca d'Italia dopo che ad essa sia stata inviata la proposta ed i relativi pareri. Il concordato nelle procedure di liquidazione delle Assicurazioni. La disciplinaL'art. 263 d.lgs. n. 209/2005 (T.U.A.) detta le previsioni relative alla chiusura della procedura di liquidazione coatta di imprese assicurative mediante concordato. In qualsiasi stadio della procedura, i commissari, con il parere del comitato di sorveglianza, ovvero l'impresa (ai sensi dell'art. 152, comma 2, l.fall.), con il parere degli organi liquidatori, possono proporre un concordato al Tribunale del luogo dove l'impresa ha la sede legale. La proposta di concordato e l'intervento nella procedura in qualità di assuntore, previa autorizzazione del Ministero delle Attività produttive, può essere presentata anche dalla Consap. In ogni caso la proposta di concordato è autorizzata dall'Ivass (e fino, al 31 dicembre 2012, dall'Isvap). |