Codice Civile art. 42 bis - Trasformazione, fusione e scissione1Trasformazione, fusione e scissione1 [I]. Se non è espressamente escluso dall'atto costitutivo o dallo statuto, le associazioni riconosciute e non riconosciute e le fondazioni di cui al presente titolo possono operare reciproche trasformazioni, fusioni o scissioni. [II]. La trasformazione produce gli effetti di cui all'articolo 2498. L'organo di amministrazione deve predisporre una relazione relativa alla situazione patrimoniale dell'ente in via di trasformazione contenente l'elenco dei creditori, aggiornata a non più di centoventi giorni precedenti la delibera di trasformazione, nonché la relazione di cui all'articolo 2500-sexies, secondo comma. Si applicano inoltre gli articoli 2499, 2500, 2500-bis, 2500-ter, secondo comma, 2500-quinquies e 2500-nonies, in quanto compatibili. [III]. Alle fusioni e alle scissioni si applicano, rispettivamente, le disposizioni di cui alle sezioni II e III del capo X, titolo V, libro V, in quanto compatibili. [IV].Gli atti relativi alle trasformazioni, alle fusioni e alle scissioni per i quali il libro V prevede l'iscrizione nel Registro delle imprese sono iscritti nel Registro delle Persone Giuridiche ovvero, nel caso di enti del Terzo settore, nel Registro unico nazionale del Terzo settore. [1] Articolo inserito dall'art. 98, comma 1 del d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117. InquadramentoCon d.lgs. n. 117/2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 179 del 2 agosto 2017, il Legislatore ha dato attuazione alla delega contenuta nell'art. 1, comma 2, l. n. 106/2016, introducendo un “Codice del Terzo settore”. Per “Terzo settore” si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi. Non fanno parte del Terzo settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche. Con particolare riferimento all'articolo in esame, il legislatore delegato era stato appositamente munito di licenza per provvedere alla revisione della disciplina del titolo II del libro primo del codice civile in materia di associazioni, fondazioni e altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, riconosciute come persone giuridiche o non riconosciute. La revisione è stata attuata creando un apposito corpus iuris per il terzo settore e innestando modifiche nel codice di diritto comune. Al riguardo, per quanto qui di interesse, va menzionata la modifica apportata dall'art. 98 d.lgs. n. 117/2017 che, per l'appunto, ha introdotto il nuovo art. 42-bis. L'introduzione della disposizione in esame rappresenta una attuazione solo parziale e ridotta della complessiva delega legislativa (infatti, Consiglio di Stato, comm. spec., parere 14 giugno 2017, n. 1405, ha auspicato per il futuro un intervento più organico sul punto); essa è comunque legittima al luce del procedimento di delega legislativa atteso che risulta immessa nel codice di diritto comune, in attuazione di specifica indicazione contenuta all'art. 3 l. delega n. 106/2016. La lett. e) del comma 1, dell'art. 3 prevede, in particolare, di "disciplinare il procedimento per ottenere la trasformazione diretta e la fusione tra associazioni e fondazioni, nel rispetto del principio generale della trasformabilità tra enti collettivi diversi introdotto dalla riforma del diritto societario di cui al d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6". Nuova disciplinaLa nuova disposizione interviene a cristallizzare una prassi diffusa tra gli uffici amministrativi coinvolti nelle suddette operazioni, anche se non espressamente disciplinata. Prima della riforma del diritto societario (d.lgs. n. 6/2003) era opinione diffusa che i fenomeni della trasformazione, della fusione e della scissione fossero tipicamente endosocietari e, dunque, che non potessero valere anche per altre tipologie di enti (v. Magliulo, 2018, 32). Nella relazione illustrativa al Codice del Terzo settore, i compilatori chiariscono che, con il nuovo art. 42-bis, si è inteso favorire i processi di trasformazione, fusione o scissione delle associazioni e fondazioni, conseguenti alla nuova configurazione degli enti del Terzo settore, introdotta con il d.lgs. n. 117/2017. Il favor verso la vicenda trasformativa emerge limpidamente nel comma 1 dell'articolo in esame, in cui, come principio, viene espressa la libera trasformabilità delle associazioni e delle fondazioni, sub specie di trasformazioni, fusioni o scissioni. Ciò a condizione che la trasformazione non sia espressamente esclusa dall'atto costitutivo o dallo statuto. Sul piano delle conseguenze, la trasformazione produce gli effetti di cui all'art. 2498 e, pertanto, si registra continuità dei rapporti giuridici, nel senso che, con la trasformazione l'ente trasformato conserva i diritti e gli obblighi e prosegue in tutti i rapporti anche processuali dell'ente che ha effettuato la trasformazione. La vicenda trasformativa passa attraverso alcune formalità. Infatti, l'organo di amministrazione deve predisporre una relazione relativa alla situazione patrimoniale dell'ente in via di trasformazione contenente l'elenco dei creditori, aggiornata a non più di centoventi giorni precedenti la delibera di trasformazione, nonché la relazione di cui all'art. 2500-sexies, comma 2. Si applicano inoltre gli artt. 2499, 2500, 2500-bis, 2500-ter, comma 2, 2500-quinquies e 2500-nonies, in quanto compatibili. In virtù di detto richiamo, si applicano, nella misura in cui risultino compatibili, l'art. 2499, sui limiti alla trasformazione; l'art. 2500, su contenuto, pubblicità ed efficacia della trasformazione; l'art. 2500-bis, sulla validità dell'atto dopo la pubblicità della trasformazione e sul diritto al risarcimento del danno eventualmente spettante ai partecipanti all'ente trasformato ed ai terzi danneggiati dalla trasformazione; l'art. 2500-ter, limitatamente però al secondo comma di esso, che riguarda il capitale della società e la determinazione dei valori attuali degli elementi dell'attivo e del passivo; l'art. 2500-quinquies, che concerne la responsabilità dei soci per le obbligazioni sociali preesistenti; l'art. 2500-nonies, sull'eventuale opposizione da parte dei creditori. Ai sensi del quarto comma dell'art. 42-bis, alle fusioni e alle scissioni si applicano, rispettivamente, le disposizioni di cui alle sezioni II e III del capo X, titolo V, libro V, “in quanto compatibili”. La clausola di compatibilità può condurre a rilevanti dubbi interpretativi soprattutto in ragione della eterogeneità dei fenomeni che possono essere inclusi dall'istituto in esame. Alla luce de rilievi svolti, l'introduzione nel Codice Civile dell'art. 42-bis, rappresenta la volontà legislativa di inserire una apposita disciplina delle trasformazioni, fusioni e scissioni degli enti del titolo II del libro I del Codice Civile stesso, e questo regime neofita si presenta costruito in analogia alla corrispondente disciplina in materia societaria, alla quale viene fatto anche, come visto, un espresso rinvio. PubblicitàGli atti relativi alle trasformazioni, alle fusioni e alle scissioni per i quali il libro V prevede l'iscrizione nel Registro delle imprese sono iscritti nel Registro delle Persone Giuridiche ovvero, nel caso di enti del Terzo settore, nel Registro unico nazionale del Terzo settore. BibliografiaBasile, Gli enti di fatto, in Trattato di diritto privato, diretto da Rescigno, Torino, 1982; Bianca, Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Cendon (a cura di), Commentario al codice civile. Artt. 1 – 142, Milano, 2009; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Di Paolo Ferri, Colombo, Giovine, Ilari, Leone, Postacchini, Randazzo, Rossi, Taffari, Riforma del terzo settore: Profili innovativi e applicativi della Legge delega, Milano, 2016; Ferrara F., Le persone giuridiche in Tratt. Dir. civ. it., diretto da F. Vassalli, Torino 1958; Galgano (a cura di), Commentario del codice civile Scialoja-Branca, Libro I – Delle persone e della famiglia, Delle persone fisiche, Bologna – Roma, 1988; Galgano, Trattato di diritto civile, Milano, 2010 |