Presupposti e limiti di applicabilità del privilegio ex art. 9 d.lgs. 123/1998 sui finanziamenti alle imprese
10 Febbraio 2015
Massima
Il privilegio di cui all'art. 9, comma 5, D.Lgs. 123/1998 espressamente non si applica alle prestazioni di garanzia ex art. 2, comma 100, L. 662/1996, art. 15 L. 266/1997 (che è intervenuto successivamente nella materia). Nessun richiamo vi è, difatti, nell'art. 9, comma 5, D.Lgs. 123/1998, né in altre disposizioni del suddetto decreto legislativo, al Fondo di garanzia PMI, né vi è alcun rinvio recettizio all'art. 2, comma 100, L. 662/1996 né all'art. 15 L. 266/1997. Né è sostenibile che detto privilegio possa essere richiamato in virtù dei decreti del Ministro delle Attività Produttive del 20.06.2005 e del 23.09.2005, nonché del decreto MISE del 23.11.2012 (decreti che, peraltro, si limitano a richiamare il ricorso alla procedura esattoriale per la riscossione del credito), posto che il privilegio può essere stabilito solamente dalla legge. Il presupposto di un'interpretazione estensiva in materia di privilegio, che consenta di applicare un privilegio non espressamente previsto per una certa fattispecie e, quindi, facendo applicazione dell'istituto del rinvio materiale (non recettizio), non può prescindere dall'analisi delle caratteristiche della norma istitutiva del privilegio allo scopo di valutare se tali caratteristiche siano compatibili con la fattispecie non oggetto di richiamo espresso, perché diversamente l'interprete (e quindi il giudice) introdurrebbe nell'ordinamento una causa di prelazione ulteriore nel sistema di quelle (già troppe) preesistenti, opzione riservata alla discrezionalità del legislatore. Il caso
Il provvedimento in esame è stato reso all'esito di un giudizio di opposizione allo stato passivo promosso dalla società concessionaria della riscossione dei tributi, la quale aveva insinuato al passivo del fallimento opposto, in via privilegiata ex art. 24, comma 3, l. 449/1997, un credito relativo al recupero di agevolazioni ex art. 2 L. 662/1996 concesse alla società fallita. Trattavasi, più precisamente, di un finanziamento (chirografario) concesso a detta società da un istituto di credito, con garanzia diretta del Fondo di Garanzia PMI; poiché l'impresa beneficiaria si era resa inadempiente all'obbligo di restituzione del finanziamento, la banca erogatrice aveva escusso il Fondo di Garanzia, dopodiché il gestore del fondo, dopo aver estinto il credito della suddetta banca, si era surrogato ex art. 1203 c.c. nei diritti di quest'ultima. A seguito di iscrizione a ruolo esattoriale straordinario ex art. 9, comma 5, d.lgs. 123/1998, il concessionario per la riscossione si era attivato per il recupero del credito, dopodiché, intervenuto il fallimento della società beneficiaria, si era insinuato al passivo della relativa procedura in via privilegiata. Ciò premesso, l'opponente (e con esso il Ministero dello Sviluppo Economico e il gestore del Fondo di Garanzia, intervenuti in causa ad adiuvandum) si è doluto del mancato riconoscimento, all'esito della verifica del passivo, del privilegio richiesto, invocando l'applicabilità, in relazione al suddetto credito, del disposto di cui all'art. 9, comma 5, d.lgs. 123/1998, che ha istituito il privilegio per i crediti derivanti dal recupero di agevolazioni revocate. Le questioni giuridiche e la soluzione
Come si evince dalle massime sopra riportate, il Tribunale di Milano ha escluso l'applicabilità del privilegio invocato dal creditore instante (nonché dagli altri soggetti intervenuti in causa a sostegno dell'opposizione allo stato passivo da questo proposta) alla fattispecie sottoposta al suo esame. Il Tribunale, in particolare, ha ritenuto che il privilegio previsto dall'art. 9, comma 5, d.lgs. 123/1998 non possa riconoscersi a crediti diversi da quelli espressamente presi in considerazione dalla suddetta norma, tra i quali non è compreso il credito derivante dalla revoca di un finanziamento assistito da garanzia del Fondo per le PMI di cui all'art. 2, comma 100, l. 662/1996. A sostegno della decisione assunta, il Tribunale evidenzia altresì che (i) il tenore letterale dell'invocato art. 9, comma 5, d.lgs. 123/1998, che attribuisce il privilegio ivi previsto ai crediti nascenti dai finanziamenti erogati ai sensi del medesimo decreto legislativo, non consente di estendere detto privilegio anche ai crediti derivanti da prestazioni di garanzia a favore del soggetto finanziatore; (ii) nel caso di specie non vi era stata alcuna revoca del finanziamento concesso alla società fallita (presupposto per l'applicabilità della norma sopra indicata), bensì un mero inadempimento di quest'ultima all'obbligo di restituire il finanziamento concesso; (iii) attesa la natura chirografaria del finanziamento in questione, il riconoscimento, nella fattispecie in esame, del privilegio invocato dal creditore instante comporterebbe l'attribuzione al garante, che soddisfa il creditore surrogato, di una qualità del credito poziore rispetto a quella che aveva il credito del creditore originario, in violazione dell'art. 1203 c.c. e della par condicio creditorum. Osservazioni
Il provvedimento in commento si colloca nell'alveo di un orientamento giurisprudenziale, già espresso in precedenza dallo stesso Tribunale (cfr. Trib. Milano, 17 febbraio 2011, pubblicata su ilFallimentarista.it), teso a valorizzare, in materia di privilegio ex art. 9, comma 5, d.lgs. 123/1998, il principio di tassatività dei privilegi e la natura eccezionale delle norme istitutive degli stessi, e, di conseguenza, la necessità di limitare il ricorso all'interpretazione analogico-estensiva delle norme in questione. Sulla scorta di tali principî, il Tribunale ha escluso, nella specie, la riconoscibilità del privilegio sopra indicato, in ragione, da un lato, dell'assenza, nel d.lgs. 123/1998, di uno specifico riferimento ai crediti derivanti da prestazioni di garanzia a carico del Fondo PMI ex art. 2, comma 100, l. 662/1996; dall'altro, della ritenuta insussistenza, nel caso in esame, dei presupposti per l'applicabilità della norma invocata dal creditore instante.
In materia di privilegio ex art. 9, comma 5, d.lgs. 123/1998, si vedano, in senso conforme al provvedimento qui annotato, oltre alle pronunce già richiamate nel commento: Cass., 2 marzo 2012, n. 3335; Trib. Tolmezzo, 11 marzo 2013, in Fall., 2014, 224. In merito alla natura generale o speciale del privilegio in oggetto si veda, a sostegno della prima tesi, Trib. Mantova, 8 maggio 2012 e in senso opposto Trib. Padova, 23 luglio 2012, cit. |