Le piastrelle acquistate sono di diverso colore? Il termine per la denuncia del vizio decorre soltanto dall’installazione

Mauro Di Marzio
17 Febbraio 2016

In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, il termine di otto giorni per la denuncia, applicabile anche in caso di vendita di cose da trasportare, ai sensi dell'art. 1511 c.c., decorre dal giorno del ricevimento della merce solo per i vizi apparenti, ossia quelli rilevabili attraverso un rapido e sommario esame del bene, mentre per i vizi non apparenti il termine decorre dal momento della loro scoperta, la quale si ha allorquando il compratore ne abbia acquistato certezza.
Massima

In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, il termine di otto giorni per la denuncia, applicabile anche in caso di vendita di cose da trasportare, ai sensi dell'art. 1511 c.c., decorre dal giorno del ricevimento della merce solo per i vizi apparenti, ossia quelli rilevabili attraverso un rapido e sommario esame del bene, mentre per i vizi non apparenti il termine decorre dal momento della loro scoperta, la quale si ha allorquando il compratore ne abbia acquistato certezza.

Il caso

Un uomo riceve da un rivenditore di materiali edili la consegna di 90 metri quadri di piastrelle destinate a pavimentare un locale, ma, un mese dopo circa, all'atto dell'installazione, e dopo la necessaria pulizia, si avvede che il loro colore non è omogeneo. Egli propone dunque l'azione redibitoria nei confronti del venditore, che, per quanto ci interessa, eccepisce la tardività della denuncia dei vizi, essendo trascorso il termine di otto giorni di cui all'art. 1495 c.c., in relazione all'art. 1511 c.c..

Nondimeno, la domanda è accolta tanto in primo grado che in appello.

Osserva in particolare la corte di merito che, trattandosi di vizi non apparenti, il termine per la denuncia, in base alla regola generale posta dall'art. 1495 c.c., decorreva dal momento della loro scoperta, e cioè dal giorno in cui l'acquirente aveva acquisito la certezza della loro esistenza a seguito dell'installazione delle piastrelle.

Il venditore propone ricorso per cassazione, ma senza successo.

La questione

Qual è il termine per la denuncia dei vizi della cosa venduta in un caso, come quello esaminato dalla sentenza in commento, di vendita di piastrelle di colore non omogeneo, da trasportare presso l'acquirente? Tale termine decorre dalla consegna del materiale, o da un momento successivo?

Le soluzioni giuridiche

La Corte di cassazione aderisce alla motivazione addotta dal giudice di merito, il quale, con motivazione giudicata congrua, aveva considerato che il differente colore delle piastrelle non poteva essere ritenuto quale vizio apparente, rilevabile cioè ictu oculi, poiché, in realtà, fintanto che le piastrelle non erano state installate, e quindi apposte l'una accanto all'altra, non era possibile avvedersi delle differenze di colore nella medesima fornitura.

La Cassazione ha dunque rammentato che, in materia di garanzia per vizi della cosa venduta, il termine breve di otto giorni per la denuncia decorre dalla consegna della cosa solo per il vizio apparente, che è quello rilevabile attraverso un rapido e sommario esame del bene, con l'impiego di una diligenza inferiore a quella ordinaria; viceversa, per gli altri vizi il termine decorre dal momento della scoperta, la quale si ha allorquando il compratore abbia acquistato la certezza (e non il semplice sospetto) che il vizio sussista (la pronuncia richiama Cass. civ., sez. II, sent., 30 gennaio 1995, n. 1082; Cass. civ., sez. II, sent., 30 agosto 2000, n. 11452; Cass. civ., sez. III, sent., 6 giugno 2002 n. 8183). Se è vero, pertanto, che, in tema di vendita di cose mobili da trasportare da un luogo ad un altro, l'art. 1511 c.c., facendo decorrere il termine per la denuncia dei vizi dal ricevimento, impone un onere di diligenza a carico del compratore, consistente nel dovere di esaminare con tempestività la cosa, ponendosi così in grado di rilevarne i difetti eventuali anche, se del caso, con una indagine a campione (è richiamata Cass. civ., sez. III, sent., 10 aprile 2000, n. 4496), è altrettanto vero che la disposizione si riferisce ai soli vizi apparenti (Cass. civ., sez. II, sent., 5 gennaio 1996, n. 49; Cass. civ., sez. II, sent., 26 agosto 1993, n. 9008), mentre per i vizi non apparenti il termine per la denuncia, in base alla regola generale posta dall'art. 1495 c.c., decorre dal momento della loro scoperta, e cioè dal giorno in cui l'acquirente abbia acquisito la certezza della loro esistenza.

Osservazioni

Stabilisce l'art. 1511 c.c. che, nella vendita di cose (quali le mattonelle di cui stiamo parlando) da trasportare da un luogo ad un altro il termine per la denuncia dei vizi e dei difetti di qualità apparenti decorre (non dal giorno della scoperta, come stabilisce in via generale l'art. 1495 c.c., ma) dal giorno del ricevimento.

La disposizione fa dunque leva (lasciando da parte i difetti di qualità) su una categoria, quella dei vizi apparenti, che si colloca accanto alle altre categorie dei vizi «conosciuti» (vizi che, ai sensi dell'art. 1491 c.c., esorbitano dall'ambito di operatività della garanzia) e dei vizi «facilmente riconoscibili» (per i quali la garanzia opera esclusivamente se il venditore abbia dichiarato che la cosa ne era esente).

Secondo l'opinione più convincente, il vizio apparente non coincide esattamente con quello facilmente riconoscibile. Apparente è il vizio che «emerge ictu oculi, prima facie», mentre il vizio facilmente riconoscibile è quello «non apparente che implichi per la sua scoperta una visione più attenta, con quel minimo di spirito di osservazione che si deve supporre in chi, come un compratore, sia interessato a constatare la corrispondenza della cosa al bisogno per cui si intende acquistarla» (P. Greco, G. Cottino, Della vendita, in Comm. c.c. a cura di A. Scialoja, G. Branca, Bologna-Roma, 1981, 256).

Al di fuori dei confini dell'art. 1511 c.c. si collocano invece, alla luce dello stesso dato letterale, i vizi occulti, ossia quelli non riscontrabili con uno sforzo di diligenza ordinaria, per i quali il termine per la denunzia decorre ovviamente dalla scoperta ai sensi del già citato art. 1495 c.c.. In proposito è stato affermato in un ormai remoto precedente — che la pronuncia in commento avrebbe potuto utilmente richiamare a conforto della soluzione offerta — che, in relazione alla garanzia dovuta dal venditore, ai sensi dell'art. 1511 c.c., un vizio deve considerarsi occulto non solo quando non sia riconoscibile e apparente ad una diretta ispezione, ma anche quando per le caratteristiche del procedimento di fabbricazione della cosa venduta, per la sua consistenza o per le modalità della sua conservazione, ovvero per le circostanze della consegna, esso non possa essere rilevato ad un esame immediato, ma solo dopo che ne sia iniziata l'utilizzazione. A tale ipotesi va equiparata quella in cui, pur essendo in astratto possibile una verifica contestuale, essa tuttavia sarebbe talmente gravosa ed antieconomica da superare i criteri dell'ordinaria diligenza o il normale comportamento dei soggetti dei rapporti commerciali (Cass. civ., sez. III, sent., 1 marzo 1976, n. 669).

Perché l'art. 1511 c.c. si sofferma ad identificare il termine a quo per la denuncia dei vizi apparenti, individuato nel momento del «ricevimento»? Io credo che lo faccia, se così si può dire, a scanso di equivoci: e, cioè, perché, ai sensi del precedente art. 1510, comma 2, c.c., il venditore, nella vendita di cose da trasportare, si libera già rimettendo la cosa al vettore o allo spedizioniere, ossia in un momento anteriore a quello della consegna all'acquirente.

Come che sia, sta di fatto che, nello stabilire che il termine per la denuncia dei vizi apparenti decorre dal giorno del ricevimento, la norma pone a carico dell'acquirente un onere di esaminare sia pur sommariamente le cose ricevute per rilevarne tali vizi anche, come è stato detto, mediante un'indagine a campione (Cass. civ., sez. II, sent., 10 aprile 2000, n. 4496). Sembra quindi evidente che il vizio non apparente è tale se non rilevabile a seguito di una pur sommaria ispezione.

E quindi, se la cosa è confezionata, il termine decorre in ogni caso dal ricevimento e non da quello successivo in cui la confezione stessa sia stata aperta (Cass. civ., sez. II, sent., 5 gennaio 1996, n. 49). A tale pronuncia, si aggiunge l'altro altrettanto limpido precedente secondo cui l'art. 1511 c.c., facendo decorrere il termine per la denuncia dei vizi e dei difetti di qualità apparenti, nella vendita di cose da trasportare da un luogo all'altro, dal giorno del ricevimento, impone al compratore un onere di diligenza consistente nel dovere di esame della cosa comprata (da quel giorno entrata nella sua disponibilità) per rilevarne vizi o difetti apparenti: sicché in quell'occasione la Cassazione ha cassato la sentenza con la quale i giudici di merito avevano ritenuto il termine suddetto decorrente dal giorno dell'effettiva scoperta del vizio in considerazione del fatto che la merce, subito dopo la consegna era stata smistata, senza apertura dei pacchi, direttamente ad artigiani esterni alla fabbrica, per operazioni di montaggio (Cass. civ., sez. II, sent., 4 maggio 1982, n. 2747).

In questo caso la Suprema Corte ha viceversa condiviso l'affermazione della corte d'appello secondo cui i vizi erano da considerarsi occulti fino all'installazione delle piastrelle, quantunque un'ispezione iniziale non risulta neppure vi fosse stata. Affermazione, quella del giudice di merito, non facile ad inquadrare nel consueto indirizzo secondo cui l'art. 1511 c.c. pone a carico dell'acquirente un onere di sia pur sommaria ispezione, tanto più se è vero che, secondo quanto emerge dalla pronuncia, «la denunziata disomogeneità del tono e del colore delle piastrelle era notevole e diffusa e, quindi, immediatamente percepibile alla vista».

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