Appalto. I profili di responsabilità del direttore lavori in caso di infiltrazioni

20 Settembre 2016

In materia di appalto, il principio dell'esclusione di responsabilità per danni in caso di soggetto ridotto a mero esecutore di ordini (“nudus minister”) non si applica al direttore dei lavori.
Massima

In materia di appalto, il principio dell'esclusione di responsabilità per danni in caso di soggetto ridotto a mero esecutore di ordini (“nudus minister”) non si applica al direttore dei lavori che, per le sue peculiari capacità tecniche, assume nei confronti del committente precisi doveri di vigilanza, correlati alla particolare diligenza richiestagli, gravando su di lui l'obbligazione di accertare la conformità sia della progressiva realizzazione dell'opera appaltata al progetto sia delle modalità dell'esecuzione di essa al capitolato e/o alle regole della tecnica, sicché non è esclusa la sua responsabilità nel caso ometta di vigilare e di impartire le opportune disposizioni al riguardo nonché di controllarne l'ottemperanza da parte dell'appaltatore e, in difetto, di riferirne al committente.

Il caso

Il Condominio R. Q. conveniva in giudizio avanti al Tribunale di Mantova l'impresa costruttrice-venditrice E. M. & C. sas al fine di ottenere il risarcimento dei danni provocati da infiltrazioni d'acqua ed umidità in varie parti degli edifici.

L'impresa appaltatrice si costitutiva in giudizio contestando la pretesa risarcitoria, rilevando che i danni ove sussistenti erano ascrivibili all'esclusiva responsabilità del progettista-direttore dei lavori, l'Ing. M. F. chiedendone pertanto la chiamata in causa, a manleva.

A seguito di autorizzazione della chiamata del terzo si costituiva altresì in giudizio l'Ing. M. F. il quale a sua volta negava ogni responsabilità.

Il Tribunale di Mantova, dopo aver disposto consulenza tecnica, con sentenza condannava in solido l'impresa appaltatrice e l'Ing. M.F. al risarcimento dei danni in favore del Condominio nella misura di € 80.110,26.

I soccombenti impugnavano siffatta sentenza dinnanzi alla Corte d'Appello di Brescia che integralmente riformava la pronuncia di primo grado rigettando tutte le domande ed osservando che il diritto al risarcimento dei danni nei confronti dell'impresa si era prescritto e altresì dichiarando l'assenza di responsabilità di natura extracontrattuale del progettista-direttore dei lavori nominato dall'impresa.

Avverso tale sentenza, il Condominio R. Q. proponeva ricorso per Cassazione a cui resisteva la E. M. sas con controricorso contenente ricorso incidentale, resistendo altresì con separati ricorsi l'Ing. M. F..

Questione

In tema di appalto, il principio dell'esclusione della responsabilità per danni in caso di soggetto ridotto a mero esecutore si applica anche alla figura del direttore lavori?

Le soluzioni giuridiche

La Suprema Corte in totale riforma del dictum della Corte territoriale riteneva erronea «in diritto l'affermazione della Corte d'Appello laddove ritiene una minore incisività dell'attività di controllo del direttore dei lavori sull'andamento degli stessi sol perché vi erano ditte appaltatrici e, soprattutto laddove – sulla base dell'esistenza dell'appaltatore e di un responsabile di cantiere, tale R. (di cui neppure ha verificato le specifiche mansioni o il titolo professionale) – ha di fatto spogliato il direttore dei lavori di ogni responsabilità nella verifica della corretta esecuzione dell'opera […]».

Ebbene, la Suprema Corte definisce la decisione della Corte di Appello erronea giuridicamente oltre che consistente in un vero e proprio salto logico, mostrando, a riprova di ciò il ragionamento giuridico sotteso e la giurisprudenza espressasi sul punto che, diversamente dal ragionamento della Corte territoriale, conducevano all'accertamento della responsabilità del direttore lavori e non del progettista.

Preliminarmente è importante distinguere la figura del progettista da quella del direttore dei lavori, seppur le stesse possano essere ricoperte da un medesimo soggetto, come nel caso di specie.

Per progettista s'intende la figura professionale che redige un progetto, spesso di carattere architettonico o tecnico progettuale, attraverso un'attività di progettazione vera e propria, mentre il direttore dei lavori si occupa della fase esecutiva dell'intervento edilizio ed, in tale veste, egli deve verificare che l'opera venga realizzata in conformità al permesso di costruire e secondo le modalità in esso indicate.

Nel caso de quo sulla scorta dei fatti e della consolidata giurisprudenza che qualifica l'art. 1669 c.c. quale responsabilità extracontrattuale, analoga a quella aquiliana, si può affermare che in siffatta responsabilità possano incorrere, a titolo di concorso con l'appaltatore, anche tutti quei soggetti che prestando a vario titolo la propria opera nella realizzazione dell'attività abbiano comunque contribuito per colpa professionale alla determinazione dell'evento dannoso, della specie dell'insorgenza di vizi.

A differenza di quanto avviene per il progettista, il direttore dei lavori al conferimento dell'incarico contrae un'obbligazione di mezzi che consiste nell'impegno del professionista nell'assolvere le mansioni assegnate con la diligenza necessaria con riguardo all'attività esercitata (art. 1176 c.c.) e richiesta per garantire la corretta esecuzione dell'opera, ovvero, dovrà riferirsi a quella particolare diligenza richiesta dalle caratteristiche dei lavori da dirigere.

Per meglio comprendere la portata di una siffatta diligenza è illuminante il richiamo alla giurisprudenza oramai consolidata nell'ambito della direzione lavori, a tenore della quale nel novero delle competenze del direttore dei lavori e pertanto delle obbligazioni a suo carico sono da ricomprendersi (a fronte delle proprie capacità tecniche), precisi doveri quali quello di vigilanza dei lavori, di controllo della conformità dell'opera al progetto, anche nelle fasi progressive, il rispetto delle modalità di esecuzione dell'opera rispetto al capitolato ed altresì il vagli circa l'adozione delle regole della tecnica nel rispetto della normativa vigente. In particolare, l'attività del direttore dei lavori si concreta nell'alta sorveglianza delle opere, che, pur non richiedendo la presenza continua e giornaliera sul cantiere né il compimento delle operazioni di natura elementare, comporta il controllo della realizzazione dell'opera nelle sue varie fasi (Cass. Civ. Sez. II, del 24 aprile 2008, n. 10728).

Grava pertanto sul professionista l'obbligo di verificare, attraverso periodiche visite e contatti diretti con gli organi tecnici dell'impresa, da attuarsi in relazione a ciascuna di tali fasi, se sono state osservate le regole dell'arte e la corrispondenza dei materiali impiegati (Cass. civ., sez. II, 21 maggio 2012, n. 8014).

Secondo la Corte di Cassazione: «il direttore dei lavori è la persona di fiducia del committente, incaricata di sorvegliare che le opere vengano correttamente eseguite dall'appaltatore e dal personale di cui questi si avvalga intervenendo per tempo anche solo a fermarne l'esecuzione, qualora questa manifesti vizi o difetti» (Cass. civ., sez. II, 29 agosto 2013, n. 19895). In applicazione di questo principio di diritto, si è quindi sostenuto che anche «il geometra direttore dei lavori, sebbene non competente per l'esecuzione dei calcoli in cemento armato, dovesse essere competente a valutare in corso d'opera come l'appaltatore ed i suoi ausiliari (ivi incluso l'ingegnere progettista delle strutture) eseguissero il loro lavoro, sì da rilevare per tempo i gravi difetti delle opere, prima che esse venissero completate» (Cfr. Cass. civ., sez. III, 13 aprile 2015, n. 7370).

Proprio a fronte di tali competenze tecniche, che presuppongono un'applicazione di risorse intellettive e operative da parte del direttore lavori nell'esecuzione del proprio operato, s'impone quella giurisprudenza di legittimità che afferma l'impossibilità di applicazione del principio di esclusione della responsabilità per danni in caso di soggetto ridotto a mero esecutore di ordini, il c.d. “nudus minister” (Cass. civ., sez. II, 3 maggio 2016, n. 8700).

Ciò detto, risultando la responsabilità del direttore dei lavori di natura contrattuale, il professionista non può affatto esimersi dall'espletare le competenze e i controlli che la diligenza del suo incarico richiedono ex art 1176, 2 comma, neppure invocando l'eventuale presenza in cantiere di altre figure affini (quali altri subappaltatori, per esempio).

Sul punto si consideri altresì alla luce dei principi generali della responsabilità aquiliana e della causalità civile (Cass. civ., sez. III, 2 febbraio 2010, n. 2360), come la responsabilità del direttore dei lavori possa concorrere, nella causazione di un fatto lesivo di terzi soggetti occorso nell'esecuzione dei lavori, con gli ulteriori fattori causali, precisamente condotte attive od omissive di altri collaboratori, ove tali condotte costituiscano autonomi fatti illeciti che abbiano contribuito causalmente alla produzione dell'evento. Responsabilità che rileva ove il direttore dei lavori abbia omesso gli obblighi e la diligenza derivanti dal proprio incarico (precisamente, omessa impartizione delle direttive volte ad evitare l'evento dannoso, la mancanza di garanzia circa la loro osservanza, od omessa manifestazione del dissenso circa la prosecuzione dei lavori astenendosi dal dirigerli in mancanza delle cautele necessarie) (Cass. civ., 22 ottobre 2003, n. 15789).

Osservazioni

Dalle considerazioni suesposte e dalla giurisprudenza richiamata ciò che si evince è che seppur gli oneri gravanti in capo al direttore dei lavori siano da qualificarsi tra le obbligazioni di mezzi e non di risultato ciò non esclude che tutti gli obblighi che ne discendono a fronte della diligenza professionale richiesta, non debbano essere dallo stesso espletati non essendo sufficiente che il direttore lavori effettui un mero controllo della conformità dell'opera al progetto quanto invero anche tutte quelle obbligazioni di vigilanza e rispetto delle normative che ne afferiscono (cfr. Cass. civ., sez. II, 24 aprile 2008, n. 10728, Cass. civ. 30 settembre 2014 n. 20557).

Si comprende altresì che ove la figura di progettista e quella di direttore dei lavori convergano in un'unica persona la stessa sarà chiamata a rispondere per le responsabilità solo accertate, precisamente nel caso di specie veniva infatti esclusa la responsabilità del tecnico nella sua veste anche di progettista non essendo in tale ambito riscontrati illecito alcuno.

Ciò che rileva pertanto in relazione al direttore dei lavori è che egli è chiamato a rispondere del danno derivato al terzo se ha omesso di impartire le opportune direttive per evitarlo e di assicurarsi della loro osservanza, ovvero di manifestare l'eventuale dissenso alla prosecuzione dei lavori stessi astenendosi dal continuare a dirigerli in mancanza di adozione delle cautele disposte (Cass. civ., sez. III, 22 ottobre 2003, n. 15789).

Il consiglio pratico è pertanto il seguente: il direttore dei lavori deve svolgere la propria attività ovviamente nel rispetto della diligenza professionale richiesta alla luce delle peculiari competenze tecniche, precisamente, nel rispetto delle obbligazioni che l'orientamento consolidato della Suprema Corte ha puntualizzato in varie sentenze avendo ben in considerazione che ove il caso concreto invero non consentisse per contingenze di varia natura ciò, il direttore dei lavori potrebbe comunque andare esente da qualsivoglia addebito di responsabilità ove manifestasse il proprio dissenso alla prosecuzione dei lavori stessi, decidendo persino di astenersi dal continuare la propria opera di direttore nel caso in cui non venissero adottate le cautele disposte.

Precisamente le obbligazioni, in via generale, poste a carico del direttore dei lavori, differenziandole da affini figure professionali sono: 1) l'accertamento della conformità sia della progressiva realizzazione dell'opera al progetto, sia delle modalità dell'esecuzione di essa al capitolato e/o alle regole della tecnica; 2) l'adozione di tutti i necessari accorgimenti tecnici volti a garantire la realizzazione dell'opera, e la segnalazione all'appaltatore di tutte le situazioni anomale e gli inconvenienti che si verificano in corso d'opera, oltre sul punto a garantire il rispetto della normativa vigente in materia, in alternativa di manifestare il proprio dissenso alla prosecuzione dei lavori astenendosi dal continuare a dirigerli in mancanza di adozione delle necessarie cautele.

Si consideri per completezza espositiva che il direttore dei lavori, anche se è chiamato in causa dall'impresa, può essere condannato al risarcimento del danno qualora non abbia supervisionato e controllato sulla corretta esecuzione dei lavori.

Concludendo, il direttore dei lavori può andare esente da responsabilità, anche se chiamato a manleva, ove adempia ai propri obblighi di vigilare ed impartisca le opportune disposizioni al riguardo, preoccupandosi di controllarne l'ottemperanza da parte dell'appaltatore e di riferirne al committente.

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