Decreto legislativo - 7/09/2005 - n. 209 art. 141 - Risarcimento del terzo trasportato

Laura Mancini
aggiornato da Francesco Agnino

Risarcimento del terzo trasportato

 

1. Salva l'ipotesi di sinistro cagionato da caso fortuito, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall'impresa di assicurazione del veicolo sul quale era a bordo al momento del sinistro entro il massimale minimo di legge, fermo restando quanto previsto all'articolo 140, a prescindere dall'accertamento della responsabilità dei conducenti dei veicoli coinvolti nel sinistro, fermo il diritto al risarcimento dell'eventuale maggior danno nei confronti dell'impresa di assicurazione del responsabile civile, se il veicolo di quest'ultimo è coperto per un massimale superiore a quello minimo.

2. Per ottenere il risarcimento il terzo trasportato promuove nei confronti dell'impresa di assicurazione del veicolo sul quale era a bordo al momento del sinistro la procedura di risarcimento prevista dall' articolo 148.

3. L'azione diretta avente ad oggetto il risarcimento è esercitata nei confronti dell'impresa di assicurazione del veicolo sul quale il danneggiato era a bordo al momento del sinistro nei termini di cui all' articolo 145. L'impresa di assicurazione del responsabile civile può intervenire nel giudizio e può estromettere l'impresa di assicurazione del veicolo, riconoscendo la responsabilità del proprio assicurato. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni del capo IV.

4. L'impresa di assicurazione che ha effettuato il pagamento ha diritto di rivalsa nei confronti dell'impresa di assicurazione del responsabile civile nei limiti ed alle condizioni previste dall' articolo 150.

Inquadramento

Il codice delle assicurazioni private prevede due ipotesi di litisconsorzio necessario, ovvero quella contemplata dall'art. 144 comma 3 in relazione all'azione diretta del danneggiato nei confronti dell'assicuratore e quella disciplinata dall'art. 140 comma 4 nei giudizi con pluralità di danneggiati. Secondo la prima di tali disposizioni,

quando il danneggiato promuove l'azione diretta nei confronti dell'assicuratore, nel giudizio è chiamato anche il responsabile del danno.

La disposizione replica i contenuti dell'art. 23 della legge n. 990/1969, che ne costituisce l'antecedente storico, ed introduce un'ipotesi di litisconsorzio necessario in deroga alla regola generale per la quale nell'azione promossa per l'adempimento di un'obbligazione solidale vige il principio della facoltatività del litisconsorzio tra i condebitori.

L'art. 140 comma 4 ha introdotto un'ulteriore ipotesi di litisconsorzio necessario nei giudizi aventi ad oggetto sinistri con pluralità di danneggiati al fine di consentire il riparto del massimale in misura proporzionale tra tutti in caso di incapienza.

Secondo la dottrina assolutamente prevalente, tra l'obbligazione risarcitoria del responsabile civile e quella indennitaria dell'assicuratore convenuto con l'azione diretta sussiste un vincolo di solidarietà (Franzoni, 1039 ss.) che è diretta conseguenza dell'assunzione legale del debito del responsabile civile da parte della sua impresa di assicurazione.

Ed è noto come l'opinione maggioritaria assuma che l'obbligazione solidale, pur avendo ad oggetto una medesima prestazione, non determina la costituzione di un rapporto unico ed inscindibile fra creditori e debitori solidali (Bianca, 700; Barassi, 183; contra Busnelli, 186) e non dà luogo a litisconsorzio necessario (Mandrioli, 339; Proto Pisani, 357-358), con le relative conseguenze in ordine all'integrazione del contraddittorio.

La deroga prevista nella disciplina dell'azione diretta contro l'assicuratore del responsabile si giustifica in forza dell'esigenza di creare le condizioni per un accertamento contestuale nei confronti dell'assicuratore e dell'assicurato al fine di consentire al primo di esperire, in presenza di clausole contrattuali limitative o escludenti l'indennizzo – le quali sono inopponibili al terzo danneggiato —, l'azione di rivalsa, invocando il giudicato sulla domanda proposta dal danneggiato.

In giurisprudenza costituisce principio acquisito quello per il quale in generale l'obbligazione solidale, pur avendo ad oggetto un'unica prestazione, dà luogo non ad un rapporto unico ed inscindibile, ma a rapporti giuridici distinti, anche se fra loro connessi, e, potendo il creditore ripetere da ciascuno dei condebitori l'intero suo credito, è sempre possibile la scissione del rapporto processuale, il quale può utilmente svolgersi anche nei confronti di uno solo dei coobbligati è affermato con indirizzo costante anche dalla giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 5082/1990; Cass. n. 5738/1995; Cass. n. 3215/1995; Cass. n. 3573/2011).

Con specifico riguardo alla materia dell'assicurazione obbligatoria della responsabilità per la circolazione dei veicoli, la Suprema Corte afferma con indirizzo costante che a norma dell'art. 144 del d.lgs. n. 209/2005 (e prima di esso dell'art. 23 l. n. 990/1969) il proprietario del veicolo assicurato deve essere, quale responsabile del danno, chiamato in causa come litisconsorte necessario nel giudizio promosso dal danneggiato contro l'assicuratore con azione diretta, in deroga al principio della facoltatività del litisconsorzio in materia di obbligazioni solidali, trovando detta deroga giustificazione nell'esigenza di rafforzare la posizione processuale dell'assicuratore, consentendogli di opporre l'accertamento di responsabilità al proprietario del veicolo, quale soggetto del rapporto assicurativo, ai fini dell'esercizio dei diritti nascenti da tale rapporto, ed in particolare, dall'azione di rivalsa (Cass. n. 23706/2016; Cass. n. 5538/2011; Cass. n. 9592/1998; Cass. n. 3162/1982).

La Corte di Cassazione ha, inoltre, precisato che detto principio è applicabile anche in tutte le ipotesi di azione diretta disciplinate dal codice delle assicurazioni private e, quindi, sia in quella ordinaria ex art. 144, che in quella prevista all'art. 149 per l'ipotesi di risarcimento diretto, sia in quella prevista all'art. 141 in caso di danni al trasportato, essendo volta a rendere opponibile all'assicurato l'accertamento della sua condotta colposa, al fine di facilitare l'eventuale regresso dell'assicuratore (Cass. n. 23706/2016; Cass. n. 25421/2014).

Inoltre, l'impresa di assicurazione che abbia risarcito, ai sensi dell'art. 141, comma 1, del d.lgs. n. 209 del 2005, il terzo trasportato a bordo del veicolo da essa assicurato ha diritto di rivalsa nei confronti dell'impresa assicuratrice del responsabile civile, nei limiti e alle condizioni previste dall'art. 150 d.lgs. citato; nel caso in cui il veicolo del responsabile civile non risulti coperto da assicurazione, la rivalsa può essere esercitata contro l'impresa designata dal Fondo di garanzia per le vittime della strada, nei limiti quantitativi stabiliti dall'art. 283, commi 2 e 4, del d.lgs. n. 209 del 2005 (Cass. n. 14255/2020 ).

Nella giurisprudenza di merito si è rilevato che l'art. 141 cod. ass. tende a irrobustire la tutela del danneggiato che rivesta la qualità di terzo trasportato, il quale, oltre a poter esperire le iniziative ordinariamente consentite dagli artt. 2043, 2054 c.c. e 144 cod. ass. (con intuibile aggravio dei relativi oneri probatori), può scegliere di avanzare la pretesa risarcitoria direttamente nei confronti dell'impresa di assicurazione del veicolo sul quale si trovava ed è esonerato, in tal caso, dall'onere di provare la responsabilità dei conducenti dei veicoli coinvolti nel sinistro, essendo tenuto soltanto a dimostrare la propria qualità di trasportato (quale che ne sia il titolo), l'effettiva verificazione di un sinistro e il nesso di derivazione causale tra quest'ultimo e i pregiudizi subiti (Trib. Sulmona, 23 gennaio 2019, n. 9).

Chi ha subito un danno che ha coinvolto il veicolo a bordo del quale si trovava al momento del sinistro, il codice delle assicurazioni riconosce due forme di tutela: la prima con un'azione diretta ex art. 144 codice delle assicurazioni nei confronti dell'assicurazione del responsabile civile; la seconda con l'azione diretta, ex art. 141 codice assicurazione, nei confronti dell'assicurazione del vettore.. Tuttavia è doveroso precisare che l'art. 141 cod. ass. richiede necessariamente il coinvolgimento di più veicoli nel sinistro, ai fini della sua azionabilità, non è contemplata invece l'ipotesi di un sinistro con un solo veicolo (Trib. Cassino, 6 febbraio 2024, n. 186).

L'azione risarcitoria diretta da parte del danneggiato nei confronti della compagnia assicurativa, fuori dai casi espressamente previsti dalla legge, non è ammissibile. Nel caso specifico, i genitori di una minore infortunata avevano agito per ottenere il risarcimento ex art. 2048 c.c. nei confronti dell'assicurazione, ma tale azione è stata ritenuta non conforme né alla normativa né al contratto di assicurazione. È invece consentita l'azione diretta per il conseguimento dell'indennizzo, nei limiti stabiliti dalla legge e dal contratto (Cass. n. 6496/2025, fattispecie relativa all'azione intrapresa dai genitori di una bambina travolta da un compagno presso l'asilo comunale durante un gioco su uno scivolo).

Rinvio

Per il commento, v. sub art. 149 d.lgs. n. 209/2005 - "Litisconsorzio nelle cause di risarcimento dei danni derivanti dalla circolazione dei veicoli"

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