Decreto legislativo - 2/07/2010 - n. 104 art. 16 - (Regolamento di competenza) 1

Maurizio Santise

(Regolamento di competenza)  1

 

1. Il regolamento di competenza è proposto con istanza notificata alle altre parti nel termine, perentorio e non soggetto a dimezzamento, di trenta giorni dalla notificazione ovvero di sessanta giorni dalla pubblicazione dell'ordinanza che pronuncia sulla competenza ed è depositato, unitamente a copia degli atti utili al fine del decidere, entro il termine di cui all'articolo 45 ridotto alla metà presso la segreteria del Consiglio di Stato. Nel caso di regolamento richiesto di ufficio, ai sensi dell'articolo 15, comma 5, l'ordinanza è immediatamente trasmessa al Consiglio di Stato a cura della segreteria e comunicata alle parti.

2. Il Consiglio di Stato decide con ordinanza in camera di consiglio, previo avviso della fissazione della medesima, inviato almeno dieci giorni prima ai difensori che si siano costituiti. L'ordinanza provvede anche sulle spese del regolamento salvo il caso di regolamento richiesto d'ufficio. La pronuncia sulle spese conserva efficacia anche dopo la sentenza che definisce il giudizio, salvo diversa statuizione espressa nella sentenza. Al procedimento si applicano le disposizioni di cui all'articolo 55, commi da 5 a 8.

3. La pronuncia sulla competenza resa dal Consiglio di Stato, in sede di regolamento o di appello ai sensi dell'articolo 62, comma 4, vincola i tribunali amministrativi regionali. Se viene indicato come competente un tribunale diverso da quello adito, il giudizio deve essere riassunto nel termine perentorio di trenta giorni dalla notificazione dell'ordinanza che pronuncia sul regolamento, ovvero entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione.

Note operative

Tipologia di azione Termine Decorrenza
Regolamento di competenza 30 giorni Dalla notificazione ovvero entro sessanta giorni dalla pubblicazione dell'ordinanza che pronuncia sulla competenza ed è depositato, unitamente a copia degli atti utili al fine del decidere, entro il termine di cui all'articolo 45 ridotto alla metà presso la segreteria del Consiglio di Stato
Atto di appello avverso sentenza che rileva d'ufficio il difetto di competenza 60 giorni/6 mesi Dalla notificazione della sentenza / dalla pubblicazione della sentenza
Riassunzione davanti al giudice competente 30 giorni Dalla notificazione della ordinanza (o 60 giorni dalla pubblicazione)

Inquadramento

Il regolamento di competenza è un mezzo processuale teso a sollecitare la verifica del Consiglio di Stato sulla sussistenza della competenza da parte del giudice di primo grado. Può rappresentare un mezzo necessario di impugnazione, in relazione all'ordinanza che dichiara l'incompetenza, o facoltativo, qualora la pronuncia sulla competenza sia emessa in seguito a domanda cautelare. In tali casi, infatti, è possibile anche proporre appello cautelare, ai sensi dell'art. 62. Il regolamento di competenza può poi essere attivato d'ufficio dal giudice innanzi al quale è riassunto il giudizio in seguito alla declaratoria di incompetenza di altro Tar.

Il Consiglio di Stato decide sul regolamento di competenza con ordinanza regolando anche le spese, salvo per il regolamento d'ufficio.

La pronuncia del Consiglio di Stato resa in sede di regolamento o di appello cautelare vincola i Tar.

Le modalità di proposizione

Il regolamento di competenza si propone con istanza notificata alle altre parti nel termine perentorio di trenta giorni dalla notificazione ovvero dalla pubblicazione dell'ordinanza che ha pronunciato (in maniera implicita o espressa) sulla competenza ed è depositato entro il termine di quindici giorni (il termine di trenta giorni di cui all'art. 45 è ridotto alla metà) presso la Segreteria del Consiglio di Stato. Nel caso di regolamento sollevato d'ufficio, ai sensi dell'art. 15, comma 5, non sono previsti termini perentori, ma l'ordinanza è immediatamente trasmessa al Consiglio di Stato a cura della Segreteria e d è comunicata alle parti.

Nella conseguente camera di consiglio, il cui avviso deve essere spedito ai difensori che siano costituiti almeno dieci giorni prima, il Consiglio di Stato decide con ordinanza e regola le spese, salvo nel caso di attivazione del regolamento d'ufficio. In linea a quanto è previsto in relazione all'appello cautelare, la pronuncia sulle spese conserva efficacia anche dopo la sentenza che definisce il giudizio, salvo diversa espressa statuizione nella sentenza.

L'istanza di regolamento di competenza, presentata in primo grado, preclude al Collegio in camera di consiglio di pronunciare una sentenza in forma semplificata, ai sensi dell'art 60.

L'art. 16, quindi, descrive uno strumento di impugnazione dell'ordinanza che si distingue dall'appello che può essere proposto contro la sentenza (che espressamente o implicitamente ha riconosciuto la propria competenza) e che contiene, come motivo di appello, anche il difetto di competenza.

Nel processo amministrativo sussistono i presupposti per la definizione del giudizio con sentenza con forma semplificata ex art. 60, anche se il difensore del ricorrente abbia dichiarato in camera di consiglio di rinunciare all'istanza cautelare, atteso che uniche cause ostative a tale definizione sono quelle enunciate dal cit. art. 60, e cioè il difetto del contraddittorio e la non completezza dell'istruttoria, che spetta al collegio decidente apprezzare, nonché la dichiarazione della parte circa la volontà di proporre motivi aggiunti, ricorso incidentale o regolamento di competenza, ovvero regolamento di giurisdizione (Cons. St. V, n. 3718/2015).

Con riguardo ai conflitti di competenza nei quali è interessato il Tar

Sicilia, l'adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha statuito che non rientrano nella disciplina dell' art. 10, comma 5, d.lgs. 24 dicembre 2003, n. 373, recante «Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione siciliana concernenti l'esercizio nella regione delle funzioni spettanti al Consiglio di Stato», attribuendo tale norma all'Adunanza plenaria, integrata da due magistrati della Sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato, la cognizione della diversa fattispecie dei conflitti di competenza, in sede giurisdizionale, tra il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia ed il Consiglio di Stato; in tal modo viene assicurato che i conflitti di competenza che coinvolgano il Consiglio di giustizia amministrativa, le cui prerogative sono garantite dallo Statuto della Regione siciliana, trovino tutela nella composizione allargata dell'Adunanza plenaria che vede la presenza dei membri della Sezione giurisdizionale del massimo consesso siciliano, mentre analoga esigenza non si riscontra invece nei conflitti di competenza che vedano coinvolto il Tar Sicilia che pertanto, stante anche il chiaro e inequivoco tenore letterale del citato art. 10, comma 5, d.lgs. n. 373/2003, sono sottoposti alla disciplina del regolamento di competenza ordinariamente stabilita dal codice del processo amministrativo ( Cons. St.  Ad. plen. , n. 11/2014).

Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana, con ordinanza n. 98 del 2022, ha rimesso all'Adunanza plenaria i seguenti quesiti: a) se l'art. 10, comma 5, del d.lgs. n. 373 del 2003 debba essere interpretato come riferito ai soli conflitti di competenza (positivi o negativi) attuali, o anche a quelli virtuali che sono determinati dalla contemporanea pendenza dell'appello sulla competenza davanti al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana e al Consiglio di Stato"; b) se, nell'ipotesi in cui il T.A.R. per la Sicilia abbia declinato la propria competenza indicando la competenza di un altro T.A.R., il relativo regolamento di competenza debba essere proposto dinanzi al Consiglio di Stato o al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana".

L'art. 10, comma 5, stabilisce che "All'Adunanza plenaria, composta ai sensi del comma 4" (cioè integrata da due magistrati del Consiglio di giustizia), "è altresì devoluta la cognizione dei conflitti di competenza, in sede giurisdizionale, tra il Consiglio di giustizia amministrativa ed il Consiglio di Stato".

L'Adunanza plenaria, con la sentenza 22 aprile 2014, n. 11, aveva già evidenziato che "in tal modo viene assicurato che i conflitti di competenza che coinvolgano il Consiglio di giustizia amministrativa, le cui prerogative sono garantite dallo Statuto della Regione siciliana, trovino tutela nella composizione allargata dell'Adunanza plenaria che vede la presenza dei membri della Sezione giurisdizionale del massimo consesso siciliano"; - "analoga esigenza non si riscontra invece nei conflitti di competenza che vedano coinvolto il T.A.R. Sicilia, che pertanto, stante anche il chiaro e inequivoco tenore letterale del citato art. 10, comma 5, del d.lgs. 273/2003, sono sottoposti alla disciplina del regolamento di competenza ordinariamente stabilita dal codice del processo amministrativo".

In precedenza, altra Adunanza plenaria, con ordinanza 9 marzo 2011, n. 6, aveva precisato che la citata norma rappresenta “una disposizione speciale, contenuta in una fonte tra l'altro di rango subcostituzionale, e non trasfusa nel codice del processo amministrativo, ragion per cui non rileva, per la sua corretta interpretazione, il rinvio esterno alle disposizioni del codice di procedura civile, effettuato dall'art. 39 del c.p.a.; la fattispecie non può essere assimilata al conflitto di competenza disciplinato dall'art. 45 del codice di procedura civile (riguardante il solo conflitto negativo virtuale, a prevenzione del conflitto reale); "la formulazione dell'art. 10, comma quinto, è di tale ampiezza da ricomprendere sia il conflitto positivo che quello negativo, sia il conflitto reale che quello virtuale. L'art. 10, comma 5, si è dunque riferito, quale presupposto per adire necessariamente l'Adunanza plenaria, ad una situazione di "conflitto", senza null'altro specificare.

Su queste coordinate ermeneutiche l'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, con sentenza n. 13 del 2022, ha evidenziato che l'art. 10, comma 5, del d.lgs. n. 373 del 2003 va interpretato come riferito ai conflitti di competenza positivi o negativi, reali o virtuali. Tuttavia la mera pendenza di due procedimenti identici, in assenza di provvedimenti giudiziari che costituiscano invasione della sfera di competenza riservata, non costituisce un'ipotesi di conflitto.

Quanto al secondo quesito l'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 373 del 2003 stabilisce che, in sede giurisdizionale, "il Consiglio di giustizia amministrativa esercita le funzioni di giudice di appello contro le pronunce del Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia".

Secondo l'Adunanza plenaria la questione sollevata dall'ordinanza di rimessione deve essere risolta sulla base del fondamentale principio per il quale il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana è una sezione del Consiglio di Stato.

Il codice del processo amministrativo non contiene specifiche disposizioni sul Consiglio di giustizia per la Regione siciliana, ad eccezione dell'art. 100, in cui è previsto che "Avverso le sentenze dei tribunali amministrativi regionali è ammesso appello al Consiglio di Stato, ferma restando la competenza del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana per gli appelli proposti contro le sentenze del Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia".

Nessun'altra disposizione si è riferita al Consiglio di giustizia, le cui competenze sono state date per presupposte dal codice del processo amministrativo, proprio perché costituisce una sezione del Consiglio di Stato.

Per questi motivi l'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha precisato che qualora il T.A.R. per la Sicilia abbia declinato la propria competenza indicando la competenza di un altro T.A.R., il relativo regolamento di competenza va proposto dinanzi al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana.

Con riguardo alla litispendenza, il Consiglio di Stato ha evidenziato che nel processo amministrativo, in mancanza nel codice di una specifica disposizione sulla litispendenza, si applica, ai sensi dell'art. 39 comma 1, la disciplina processualcivilistica dettata dall' art. 39 c.p.c., con la conseguenza che valgono le regole sulla proposizione del regolamento di competenza, che può essere proposto avverso la dichiarazione di litispendenza e la cancellazione della causa dal ruolo oppure avverso la dichiarazione di inammissibilità per violazione del principio del« ne bis in idem» (Cons. St. IV, n. 3100/2013).

Bibliografia

Fracanzani, La competenza per territorio, materia e grado del giudice amministrativo. Il regolamento di competenza, in Trattato di diritto amministrativo, diretto da Santaniello, XLII, Il nuovo diritto processuale amministrativo, Cirillo (a cura di), Padova, 2014; Origoni Della Croce, Precedenza delle questioni di giurisdizione rispetto a quella di competenza o della seconda rispetto alla prima?, in Riv. dir. civ. 1978, 697 ss.

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