Decreto legislativo - 2/07/2010 - n. 104 art. 54 - Deposito tardivo di memorie e documenti e sospensione dei termini

Roberto Chieppa

Deposito tardivo di memorie e documenti e sospensione dei termini

 

1. La presentazione tardiva di memorie o documenti può essere eccezionalmente autorizzata, su richiesta di parte, dal collegio, assicurando comunque il pieno rispetto del diritto delle controparti al contraddittorio su tali atti, qualora la produzione nel termine di legge sia risultata estremamente difficile 1.

2. I termini processuali sono sospesi dal 1° agosto al 31 agosto di ciascun anno 23.

3. La sospensione dei termini prevista dal comma 2 non si applica al procedimento cautelare  4.

[2] Comma modificato dall'articolo 20, comma 1-ter, del D.L. 27 giugno 2015 n. 83, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2015, n. 132, a decorrere dall'entrata in vigore dell'articolo 16 del D.L. 12 settembre 2014, n. 132, convertito con modificazioni dalla Legge 10 novembre 2014, n. 162, come modificato dal medesimo articolo 20, comma 1-ter, del D.L. 27 giugno 2015 n. 83.

[3] In riferimento al presente comma, vedi le disposizioni di cui all'articolo 84 del D.L. 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 aprile 2020, n. 27.

[4] In riferimento al presente comma, vedi le disposizioni di cui all'articolo 84 del D.L. 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 aprile 2020, n. 27.

Inquadramento

L'art. 54 disciplina la presentazione tardiva di memorie e documenti e la sospensione feriale dei termini.

La presentazione tardiva di memorie e documenti è soggetta ad autorizzazione che ha natura eccezionale e può intervenire ex post al fine di autorizzare il deposito tardivo

La sospensione dei termini nel periodo feriale è stata inserita nel Codice con previsioni conformi a quanto previsto dall' art. 1, comma 1, l. n. 742/1969, che poi sono state modificate successivamente alla riduzione della sospensione, avvenuta con l' art. 16, comma 1, d.l. 12 settembre 2014, n. 132.

Sono esclusi dalla sospensione i giudizi cautelari e quelli elettorali attinenti alla fase preparatoria delle elezioni amministrative.

Presentazione tardiva di memorie e documenti

Sulla natura dei termini per memorie e documenti non vi è mai stata unanimità.

In passato, si era distinto tra i termini per la presentazione di memorie, ritenuti a pena di decadenza e improrogabili anche con l'accordo tra le parti in quanto posti a garanzia non solo del diritto di difesa ma anche della funzione giurisdizionale ( Cons. St. V, n. 5245/2009), e i termini per la produzione di documenti, ritenuti derogabili, per esigenze di economia processuale, in presenza di documenti utili che il giudice avrebbe potuto acquisire anche d'ufficio, salvo il diritto delle controparti di chiedere un controtermine per esame e deduzioni ( Cons. St. VI, n.1560/2007); anche se altra giurisprudenza considerava sempre perentori i termini per la produzione sia di memorie che di documenti.

Dopo l'entrata in vigore del Codice, la giurisprudenza ha affermato che termini per il deposito di memorie difensive e documenti hanno carattere perentorio in quanto espressione di un precetto di ordine pubblico processuale posto a presidio del contraddittorio e dell'ordinato lavoro del giudice; sicché la loro violazione conduce all'inutilizzabilità processuale delle memorie e dei documenti presentati tardivamente, che vanno considerati tamquam non essent. Detti termini devono considerarsi perentori e sottratti alla disponibilità delle parti, qualora non sussistano i presupposti di cui all'art. 54 comma 1; di conseguenza tali termini non possono essere superati neanche ove sussistesse accordo delle parti, essendo il deposito tardivo di memorie e documenti ammesso in via del tutto eccezionale nei soli casi di dimostrazione dell'estrema difficoltà di produrre l'atto nei termini di legge ( Cons. St. IV, n. 916/2013; Cons. St. V, n. 3252/2011; T.A.R. Campania (Napoli) VII, 8 maggio 2015, n. 2571).

La presentazione tardiva di memorie o documenti, su richiesta di parte, può essere eccezionalmente autorizzata dal collegio, quando la produzione nel termine di legge sia risultata estremamente difficile.

L'art. 54, comma 1 è stato modificato dal primo correttivo al Codice ( d.lgs. 15 novembre 2011, n. 195) allo scopo di chiarire che la norma disciplina il potere di autorizzare il deposito tardivo successivamente alla scadenza del termine di legge. È stato pertanto sostituito il termine «risulta» con «sia risultata.

Di conseguenza, chi intende depositare un documento o una memoria tardivamente non deve previamente chiedere l'autorizzazione, ma deposita chiedendo la deroga che resta pur sempre subordinata alla dimostrazione della estrema difficoltà della produzione nei termini; a deposito avvenuto sarà il Collegio a decidere sull'ammissibilità.

La parte non si può limitare a depositare tardivamente una memoria o un documento ma deve presentare una istanza di autorizzazione tardiva, altrimenti gli atti depositati sono inammissibili; è quindi necessaria una istanza di parte( Cons. St. IV, n. 629/2011; Cons. St. III, n. 6638/2011).

L'art. 54 stabilisce che la presentazione tardiva di documenti può essere autorizzata dal collegio quando la produzione nel termine di legge risulta estremamente difficile, o addirittura impossibile come nel caso di una delibera approvata solo quattro giorni prima della data d'udienza (T.A.R. Campania (Napoli), I, 23 febbraio2011, n. 1084).

Va ricordato che è ammessa la costituzione orale senza memorie in udienza, non essendo prevista alcuna conseguenza per l'inosservanza del termine di costituzione delle parti ( art. 46 c.p.a.), a differenza di quanto statuito per la tardiva produzione di memorie e documenti ( T.A.R. Toscana, III, 7 dicembre 2012, n. 1994).

Il deposito tardivo di memorie e documenti è escluso nei giudizi avverso gli atti di esclusione dal procedimento preparatorio per le elezioni comunali, provinciali e regionali (art. 129, comma 10).

L'effetto del deposito tardivo di memorie o documenti, non autorizzato ex post, è quello di rendere inutilizzabili tali atti.

La sospensione dei termini nel periodo feriale

La sospensione dei termini processuali per il periodo feriale è stata prevista in modo autonomo dal Codice, anche se conforme a quanto già stabilito dall' art. 1, comma 1, l. n. 742/1969.

La sospensione non si applica al procedimento cautelare e ai giudizi in materia elettorale relativi agli atti di esclusione dal procedimento preparatorio delle elezioni amministrative; per questi ultimi l' art. 129, comma 10, c.p.a. esclude l'applicazione degli artt., 52, comma 5 (proroga dei termini che scadono il sabato) e 54 commi 1 (deposito tardivo di memorie) e 2 (sospensione feriale dei termini).

Tutti gli altri procedimenti, anche se caratterizzati da urgenza, rientrano nella sospensione.

Vi rientrano il regolamento di competenza (Cass. sez. lav., n. 2459/1996; Cons. St. VI, n. 1701/1997), quelli in materia di accesso ( Cons. St. VI, n. 6341/2003), in materia di silenzio e ogni tipo di rito abbreviato o speciale. Vi rientravano anche i giudizi elettorali ( Cons. St. V, n. 410/1994), ma – come detto —il codice ha ora incluso nella deroga alla sospensione le controversie in materia elettorale relative agli atti di esclusione dal procedimento preparatorio delle elezioni amministrative (art. 129, comma 10).

La sospensione feriale dei termini dal 1 agosto al 15 settembre non si applica ai procedimenti cautelari, mentre altrettanto non è previsto per gli altri riti in camera di consiglio, e quindi per il caso di reclamo proposto ai sensi dell' art. 114 comma 6, c.p.a. avverso gli atti del commissario ad acta, con procedimento al quale si applica sì il rito della camera di consiglio, trattandosi di giudizio di ottemperanza ai sensi dell'art. 87 comma 2 lett. d), ma che non può definirsi cautelare o urgente e non è quindi soggetto alla sospensione dei termini per il periodo feriale ( Cons. St. IV, n. 5814/2013).

Sulla possibilità di definire il giudizio con sentenza in forma semplificata all'esito di udienza cautelare svolta durante il periodo feriale, v. l'art. 60.

La sospensione operava dal 1° agosto al 15 settembre di ciascun anno; successivamente la sospensione è stata ridotta al più breve periodo che va dal 1° agosto al 31 agosto di ciascun anno.

Tale riduzione è stata già disposta dall' art. 16, comma 1, d.l. 12 settembre 2014, n. 132, recante «Modifiche alla legge 7 ottobre 1969, n. 742 e riduzione delle ferie dei magistrati e degli avvocati e procuratori dello Stato», convertito, con modificazioni, dalla l.10 novembre 2014, n. 162, che però, nel ridurre il periodo di ferie dei magistrati aveva modificato l' art. 1, l. 7 ottobre 1969, n. 742 e non era intervenuto sull'analoga norma (comma 2 dell'art. 54) dettata dal Codice del processo amministrativo.

È stato, quindi, necessario un intervento interpretativo del legislatore che – con il comma 1-ter dell' art. 20, del d.l. n. 83/2015 — ha chiarito che la riduzione della sospensione «si applica anche al processo davanti ai tribunali amministrativi regionali e al Consiglio di Stato».

La riduzione del termine in questione si applica, ai sensi del comma 3 dell' art. 16, d.l. n. 132 del 2014, a decorrere dall'anno 2015 e ha determinato anche la riduzione del periodo di ferie dei magistrati, coincidente, appunto, con il periodo di sospensione dei termini.

In relazione al previgente regime si era posto il problema se per i termini che iniziano a decorrere nel periodo feriale, e il cui inizio è legalmente differito alla fine del periodo feriale, l'inizio della decorrenza andasse individuato nel 16 o nel 17 settembre.

Secondo la Cassazione, l'inizio della decorrenza dei termini, che è legalmente differito alla fine del periodo feriale, va individuato nel 16 settembre, con la conseguenza che ad esempio il termine di sessanta giorni per la proposizione del ricorso, quando la sentenza impugnata sia stata notificata nel periodo feriale, viene a scadere il giorno 14 novembre, se non è festivo ( Cass.S.U., n. 3668/1995; Cass.S.U., n. 4814/1983; Cass. II, n. 688/2006; Cass. II, n. 6679/2005; Cass.S.U., IV, n. 1355/2004). Secondo una tesi minoritaria, il giorno 16 settembre non deve essere computato, bensì equiparato al dies a quo del giorno di notifica dell'atto e non si computerebbe nel termine ( Cons. St. VI, n. 5105/2002; Cons. giust. amm. Sicilia, 21 maggio 2003, n. 211).

Riportando al regime attuale l'esempio fatto sulla base della giurisprudenza maggioritaria, in caso di sentenza notificata durante il periodo feriale, l'inizio della decorrenza dei termini va individuato nel 1 settembre e il termine di 60 giorni per il ricorso scade il 30 ottobre. Se non è festivo.

La Adunanza plenaria ha chiarito che qualora il termine lungo di impugnazione abbia cominciato a decorrere prima del periodo feriale, al termine di impugnazione, calcolato a mesi, ai sensi degli articoli 155, secondo comma, c.p.c. e 2963, quarto comma, c.c. (per cui il decorso del tempo si ha, indipendentemente dall'effettivo numero dei giorni compresi nel rispettivo periodo, allo spirare del giorno corrispondente a quello del mese iniziale coincidente con la data di pubblicazione della sentenza), va alla fine aggiunto, realizzandosi così un prolungamento di tale termine nella misura corrispondente, il periodo di 31 giorni di sospensione previsto dalla l. n. 742 del 1969, come ribadito dall’art. 54, comma 2, del c.p.a., computato ex numeratione dierum ai sensi dell’art. 155, primo comma, c.p.c. /Cons. St., Ad. plen, n. 11/2022).

Bibliografia

Grossi, Termini (dir. proc. civ.), in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Traina, Abbreviazione, proroga e sospensione dei termini, in Morbidelli (a cura di), Codice della giustizia amministrativa, Milano, 2015, 604.

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