Decreto legislativo - 2/07/2010 - n. 104 art. 58 - Revoca o modifica delle misure cautelari collegiali e riproposizione della domanda cautelare respintaRevoca o modifica delle misure cautelari collegiali e riproposizione della domanda cautelare respinta
1. Le parti possono riproporre la domanda cautelare al collegio o chiedere la revoca o la modifica del provvedimento cautelare collegiale se si verificano mutamenti nelle circostanze o se allegano fatti anteriori di cui si è acquisita conoscenza successivamente al provvedimento cautelare. In tale caso, l'istante deve fornire la prova del momento in cui ne è venuto a conoscenza. 2. La revoca può essere altresì richiesta nei casi di cui all'articolo 395 del codice di procedura civile. InquadramentoL'art. 58 disciplina: - la revoca di misure cautelari; - la modifica di misure cautelari; - la riproposizione della domanda cautelare. I primi due rimedi vanno riferiti ad ordinanze di accoglimento della domanda cautelare, mentre il terzo riguarda ordinanze di rigetto. La riproposizione di una domanda cautelare e la revoca o la modifica del provvedimento cautelare collegiale possono essere chieste anche se si allegano fatti anteriori di cui si è acquisita conoscenza successivamente al provvedimento cautelare, ponendo in quest'ultimo caso a carico dell'istante l'onere di fornire la prova del momento in cui ne é venuto a conoscenza. Nella revoca vengono inclusi le ipotesi di revocazione, disciplinate dall' articolo 395 del codice di procedura civile. Revoca e modifica di una misura cautelare. Riproposizione di una domanda cautelareL' art. 21, comma 13 l. n. 1034/1971 (l. T.A.R.) stabiliva che la domanda di revoca o modificazione delle misure cautelari concesse e la riproposizione della domanda cautelare respinta sono ammissibili solo se motivate con riferimento a fatti sopravvenuti. Il Codice chiarisce che la riproposizione di una domanda cautelare e la revoca o la modifica del provvedimento cautelare collegiale possono essere chieste se si verificano mutamenti nelle circostanze o se si allegano fatti anteriori di cui si è acquisita conoscenza successivamente al provvedimento cautelare, ponendo in quest'ultimo caso a carico dell'istante l'onere di fornire la prova del momento in cui ne é venuto a conoscenza. È stato evidenziato che grava, comunque, sulla parte istante l'onere di dimostrare il momento in cui egli sia venuto a conoscenza del fatto allegato, al fine di evitare la presentazione di domande fondate su fatti già conosciuti all'atto della emissione della precedente decisione cautelare. Può anche trattarsi di una nuova disciplina normativa (es. una interpretazione autentica), che incida sul fumus. La stessa dottrina ha aggiunto che è dubbio se il divieto di riproposizione vale anche in caso di rinuncia alla misura cautelare intervenuta prima della pronuncia del giudice, e se tra i fatti sopravvenuti possano includersi anche la formulazione di motivi aggiunti che evidenzino ulteriori profili di illegittimità del provvedimento impugnato, laddove il diniego sia stato motivato sulla carenza del fumus. Il principio di effettività e adeguatezza della tutela induce a dare risposta positiva al primo quesito e negativa al secondo (Freni, 646). Va respinta la richiesta di revoca di una misura cautelare nel caso in cui a fondamento di tale istanza sia posta la violazione di una norma di procedura, a nulla rilevando che tali norme siano poste a presidio del diritto di difesa delle parti ( Cons. St. III, ord., n. 1598/2013). Nella revoca vengono inclusi le ipotesi di revocazione, disciplinate dall' articolo 395 del codice di procedura civile. Al riguardo, la giurisprudenza ha chiarito che in caso di ricorso per revocazione di un'ordinanza cautelare (salvo che nell'ipotesi di dolo del giudice o nell'ipotesi in cui il giudice abbia un interesse proprio o diretto alla causa), può essere componente del collegio che decide il ricorso anche il magistrato che abbia fatto parte del collegio che aveva pronunciato l'ordinanza impugnata ( Cons. St.Ad. plen., n. 5/2014). BibliografiaCannada-Bartoli, Sospensione dell'efficacia dell'atto impugnato, in Nss. D.I., Torino, 1970, 934; Freni, Procedimento cautelare, in Morbidelli (a cura di), Codice della giustizia amministrativa, Milano, 2015, 612; Paleologo, Il giudizio cautelare amministrativo, Padova, 1971; Sandulli M.A., La tutela cautelare nel processo amministrativo, in federalismi.it, 4 novembre 2009; Satta, Giustizia cautelare, in Enc. dir., Aggiornamento, I, Milano, 1997, 595; Travi, Sospensione del provvedimento impugnato, in Dig. pubbl., XIV, Torino, 1999, 372. |