Decreto legislativo - 31/12/1992 - n. 546 art. 65 - Proposizione della impugnazione 1 2 .1. Competente per la revocazione è la stessa corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado che ha pronunciato la sentenza impugnata3. 2. A pena di inammissibilità il ricorso deve contenere gli elementi previsti dall'art. 53, comma 1, e la specifica indicazione del motivo di revocazione e della prova dei fatti di cui ai numeri 1, 2, 3 e 6 dell'art. 395 del codice di procedura civile nonché del giorno della scoperta o della falsità dichiarata o del recupero del documento. La prova della sentenza passata in giudicato che accerta il dolo del giudice deve essere data mediante la sua produzione in copia autentica. 3. Il ricorso per revocazione è proposto e depositato a norma dell'art. 53, comma 2. 3-bis. Le parti possono proporre istanze cautelari ai sensi delle disposizioni di cui agli articoli 47 e 52, in quanto compatibili 4. [1] Per l'abrogazione del presente articolo, a decorrere dal 1° gennaio 2026, vedi l'articolo 130, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 14 novembre 2024, n. 175. Vedi, anche, l'articolo 130, comma 3, del D.Lgs. 175/2024 medesimo. [2] Per le nuove disposizioni legislative in materia di giustizia tributaria, di cui al presente articolo, a decorrere dal 1° gennaio 2026, vedi l'articolo 121 del D.Lgs. 14 novembre 2024, n. 175. [3] Comma modificato dall'articolo 4, comma 1, lettera a), della Legge 31 agosto 2022, n. 130. [4] Comma aggiunto dall'articolo 9, comma 1, lettera dd), del D.lgs. 24 settembre 2015, n. 156, a decorrere dal 1° gennaio 2016 e successivamente modificato dall'articolo 1, comma 1, lettera dd), del D.Lgs. 30 dicembre 2023, n. 220. Per l'applicazione vedi l'articolo 4, comma 2, del D.Lgs. 220/2023 medesimo. InquadramentoL'articolo in commento, che disciplina la proposizione della revocazione delle sentenze, è stato oggetto di intervento da parte del legislatore delegato del 2015. Più in particolare, la modifica ha riguardato l'introduzione del nuovo comma 3-bis, che vale ad estendere la sospensione dell'esecutività anche alle sentenze impugnate col suddetto mezzo, consentendo alle parti di «proporre istanze cautelari ai sensi delle disposizioni di cui all'art. 52, in quanto compatibili». Di tutta evidenza risulta la diversità rispetto alla disciplina processual-civilistica, dal momento che l'art. 401 c.p.c. richiama la disciplina applicabile alla sospensione delle sentenze di secondo grado, disponendo che «Il giudice della revocazione può pronunciare, su istanza di parte inserita nell'atto di citazione, l'ordinanza prevista nell'art. 373, con lo stesso procedimento in camera di consiglio ivi stabilito». A tal riguardo, nella relazione illustrativa al decreto di riforma è stato chiarito che il rinvio alla disciplina della tutela cautelare prevista per le sentenze di primo grado, anziché di appello, è giustificato dalla circostanza che la causa sulla revocazione viene decisa dalla medesima commissione che ha pronunciato la sentenza oggetto di revocazione (Turchi, 2016, 979). Il giudice competenteIl comma 1 dell'articolo in commento riprende testualmente l'art. 398, comma 1, c.p.c. ed individua il giudice competente a pronunciare la revocazione nella stessa Commissione tributaria che ha emesso la sentenza impugnata. Si precisa che il giudice competente non sarà necessariamente la singola sezione che ha emanato la sentenza impugnata stante che il procedimento di revocazione potrà essere assegnato anche a sezione diversa da quella che ha emanato la sentenza purché facente parte del medesimo ufficio giudiziario. L'unico caso in cui l'assegnazione ad una sezione diversa risulta essere necessaria si configura se il motivo di revocazione consiste nel dolo del giudice accertato con sentenza passata in giudicato (Di Paola, 2016, 733; in senso conforme, De Gregorio, 207). Di diverso avviso è invece Muleo, 739, secondo il quale, in forza della funzione di riesame propria della revocazione, sarebbe opportuno, salvo ovviamente il caso del dolo del giudice, affidare la decisione alla stessa sezione che ha pronunciato la decisione impugnata. In tal modo, secondo l'autore, si permetterebbe agli stessi giudici, che hanno giudicato la situazione di fatto, di giudicare così come in verità essa andava rappresentata sin dall'inizio. Laddove, poi, la domanda di revocazione venga proposta davanti ad una Commissione tributaria incompetente, il giudice dichiarerà la propria incompetenza ed indicherà la Commissione tributaria competente, secondo la disciplina dettata in via generale dall'art. 5, d.lgs. n. 546/1992 e rendendo in tal modo incontestabile la competenza dichiarata, ove il processo venga riassunto nei termini. In tal caso opera, infatti, l'istituto della traslatio iudicii, applicabile anche ai giudizi di impugnazione (Turchi, 1998, 814; De Gregorio, 207). In tema d'impugnazione per revocazione, l'espressione «stesso giudice», di cui all'art. 398, prima parte, c.p.c., designa lo stesso ufficio giudiziario e non le stesse persone fisiche autrici della sentenza oggetto di revocazione, e neppure la stessa sezione, con la conseguenza che, mutato (ed eventualmente soppresso) per legge l'ufficio, la competenza a revocare viene trasferita all'ufficio successore (Cass. n. 19041/2006; Cass. n. 1554/2015). Se la revocazione è chiesta per dolo del giudice, quest'ultimo non può far parte del collegio. In tal caso, il singolo componente del collegio di cui sia stato accertato il dolo deve astenersi dal decidere ed essere sostituito; in caso contrario, può essere ricusato dalla parte interessata (Cass. n. 19498/2006; Cass. n. 8180/2009). Contenuto e modalità di proposizione del ricorso per revocazioneAi sensi dell'art. 65, comma 2, d.lgs. n. 546/1992, il ricorso per revocazione deve contenere, a pena di inammissibilità, rilevabile anche d'ufficio (Tesauro, 281; Finocchiaro A., Finocchiaro M., 855): a) gli stessi elementi previsti dall'art. 53, comma 1 d.lgs. n. 546/1992 e che contraddistinguono il ricorso in appello (l'indicazione della Commissione tributaria a cui è diretto, l'indicazione del ricorrente e delle altre parti del giudizio, gli estremi della sentenza impugnata); b) la specifica indicazione del motivo di revocazione; c) l'indicazione della prova dei fatti di cui ai numeri 1, 2, 3 e 6 dell'articolo 395 del c.p.c.; d) l'indicazione del giorno della scoperta o della falsità dichiarata o del recupero del documento. Il ricorso per revocazione deve essere proposto e depositato secondo le stesse modalità e gli stessi termini previsti per l'appello. L'impugnazione per revocazione delle sentenze per le quali è scaduto il termine per proporre appello può essere proposta entro sessanta giorni, decorrenti dalla scoperta del dolo o della falsità dichiarata o dal recupero del documento o dal passaggio in giudicato della sentenza di cui al numero 6) dell'articolo 395 del c.p.c. Se i fatti-motivo di revocazione si verificano mentre sono ancora in corso i termini per proporre appello, il termine stesso (60 giorni) ricomincia a decorrere da tale giorno. Il ricorso deve essere depositato, a pena d'inammissibilità, entro trenta giorni dalla proposizione nella segreteria della Commissione tributaria adita. È richiesto il deposito dell'originale del ricorso notificato a norma degli articoli 137 e seguenti c.p.c., ovvero copia del ricorso consegnato o spedito per posta, con fotocopia della ricevuta di deposito o della spedizione per raccomandata a mezzo del servizio postale. Il giudizio di revocazione si sostanzia in due fasi: una nella quale si valuta la fondatezza dei motivi di revocazione e l'altra in cui la controversia viene (ri)valutata nel merito. Ove ricorrano i motivi di cui all'articolo 395 del c.p.c., la Commissione tributaria decide con sentenza il merito della causa e adotta i necessari provvedimenti di attuazione; in altri termini, il giudizio di revocazione culmina in due disposizioni: una che dispone la revoca della sentenza e l'altra che sostituisce la sentenza revocata. Contro la sentenza che decide il giudizio di revocazione sono ammessi i mezzi d'impugnazione ai quali era originariamente soggetta la sentenza impugnata per revocazione (Circ. Ag. dogane n.26/D del 4 aprile 2002). L'accertamento dell'avvenuta scadenza dei termini per la proposizione dell'appello, ai fini della verifica di sussistenza della condizione di ammissibilità dell'istanza di revocazione straordinaria ex art. 396, comma 1, c.p.c., riguarda questione di natura processuale e, pertanto, non può formare oggetto di cosa giudicata in senso sostanziale, essendo destinato ad operare soltanto con effetti limitati al processo in cui è intervenuto; ne deriva che il giudice dell'appello, successivamente adito, ben può procedere allo scrutinio di ammissibilità del gravame e ad autonomo accertamento della sussistenza delle condizioni che, ai sensi dell'art. 327, comma 2, c.p.c., consentono tale impugnazione pur dopo la scadenza del termine annuale previsto dal comma 1 della medesima norma, dovendosi escludere qualsiasi preclusione derivante dalla sentenza resa dal giudice della revocazione (Cass. S.U., n. 6737/2002). Il ricorso deve essere proposto mediante notifica, spedizione o comunicazione, ai sensi dell'art. 16 del d.lgs. n. 546/1992, entro 60 giorni dalla scoperta del motivo della revocazione, a tutte le parti che hanno partecipato al giudizio di merito. Successivamente, nel termine di 30 giorni dalla notifica, il ricorrente dovrà costituirsi presso la segreteria della Commissione tributaria adita, mediante il deposito o la trasmissione a mezzo posta, dell'originale del ricorso notificato, ovvero della copia dello stesso consegnato o spedito per posta, unitamente alla ricevuta di deposito o di spedizione per raccomandata a mezzo del servizio postale (Cass. n. 8664/2011). Il ricorso per revocazione per l'ipotesi prevista dal n. 2 dell'art. 395 c.p.c. (utilizzo di prove false) deve essere presentato entro sessanta giorni dal momento della scoperta della falsità della prova e non dal momento della pronuncia dichiarativa della falsità, in quanto il disposto del comma 2 dell'art. 51 del d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546 (nella parte in cui prevede che il termine di sessanta giorni decorre dal giorno in cui...sono state dichiarate false le prove) deve essere letto ed interpretato sia sistematicamente, alla luce di quanto previsto dall'analoga disposizione del c.p.c. (l'art. 326, comma primo, secondo cui «il termine decorre dal giorno in cui è stata scoperta... la falsità» sia in modo da evitare sospetti di incostituzionalità della disposizione (per possibile contrasto con gli artt. 3 e 24 Cost.), laddove, ancorando il termine dell'impugnazione alla data della scoperta della pronuncia della falsità della prova, finirebbe per limitare la tutela giurisdizionale della parte rimasta ignara all'intervenuto accertamento della falsità medesima. L'esatta individuazione della data in cui si è verificato l'evento indicato dall'art. 395, n.2, c.p.c. (scoperta del dolo o della falsità o recupero di documenti) rilevanti ai fini della decorrenza del termine di impugnazione per revocazione e prescritta a pena di inammissibilità della domanda dall'art. 398, secondo comma, c.p.c. (e dall'art. 65 del d.lgs. n. 546/1992 con riferimento specifico al processo tributario), deve essere sin dall'inizio di chiara ed immediata percezione, in guisa da consentire la possibilità di accertare l'osservanza o meno del termine perentorio di impugnazione e costituisce, pertanto, un onere di allegazione della parte istante, oggetto di preciso «thema probandum» in quanto consente di dare ingresso al giudizio rescindente (Cass. n. 11451/2011). Ai sensi dell'art. 65, comma 2, il ricorso per revocazione deve innanzitutto contenere gli elementi richiesti per il ricorso in appello dall'art. 53, comma 1, ossia l'indicazione della commissione adita e delle parti, gli estremi della sentenza impugnata, l'esposizione sommaria dei fatti di causa, l'oggetto della domanda (consistente nella richiesta di revocazione della sentenza – iudicium rescindens – e nelle conclusioni di merito – iudicium rescissorium) e la sottoscrizione del difensore o della parte che stia in giudizio personalmente. È necessaria altresì la specifica indicazione del motivo di revocazione (Cass. n. 14449/2010). A tal riguardo, la Cassazione, con riguardo al processo civile, ha specificato che l'indicazione imprecisa e generica dell'evento revocatorio non determina l'inammissibilità dell'impugnazione laddove, dalla lettura del ricorso, sia comunque possibile individuare quale delle ipotesi regolate dall'art. 395 c.p.c. il ricorrente abbia inteso prospettare. Infatti, ai sensi dell'art. 112 c.p.c., il giudice della revocazione può interpretare la domanda e inquadrare il fatto revocatorio in una delle previsioni dell'art. 395 c.p.c., anche in difformità dall'indicazione datane dal ricorrente, purché non si tratti di fatto ontologicamente diverso da quello dedotto (Cass. n. 3440/2007). Con riferimento al regime giuridico vigente anteriore alla legge n. 69/2009, la previsione dell'art. 366 bis c.p.c., secondo la quale la formulazione del motivo deve risolversi nell'indicazione specifica, chiara ed immediatamente intellegibile del fatto sul quale si fonda la richiesta di revocazione, si applica non solo nel caso in cui il vizio revocatorio abbia ad oggetto l'errore di fatto (art. 391 bis c.p.c.), ma anche quando riguardi una delle altre ipotesi di revocazione richiamate dall'art. 391 ter c.p.c. (Cass. n. 862/2011). Il ricorso è inammissibile anche nel caso di mancata indicazione del giorno della scoperta dell'evento nonché nelle ipotesi di indicazione ambigua o non veritiera dello stesso (Cass. n. 2287/2005). Richiesta a pena di inammissibilità è anche la sottoscrizione del difensore o della parte abilitata a stare in giudizio personalmente. A tal proposito la Corte ha affermato che il ricorso per revocazione proposto ai sensi dell'art. 391-bis c.p.c. deve essere sottoscritto da un difensore munito di procura speciale, con conseguente inutilizzabilità della procura speciale rilasciata per il precedente giudizio di cassazione (Cass. n. 700/2006; Cass. n. 6198/2005). BibliografiaAlbertini, Considerazioni sulla revocazione nel processo tributario, con particolare riguardo al motivo del contrasto con giudicato anteriore, in Riv. dir. trib. 2004, I; Basilavecchia, Funzione impositiva e forme di tutela. Lezioni sul processo tributario, Torino, 2009; Bellagamba, Il nuovo contenzioso tributario, Torino, 1993; Campeis, De Pauli, Il manuale del processo tributario, Padova, 2002; Cantillo, Il processo tributario, Napoli, 2014; Chindemi, Labruna, Ultime misure governative volte al contenimento della diffusione contagiosa “COVID-19” che impattano sulla giustizia tributaria, in ilTributario.it, 11 novembre 2020; Chindemi e. LabrunaD.l. 28 ottobre 2020, n°137, c.d. “decreto ristori”; d.p.c.m. 3 novembre 2020 e d. mef 6 novembre 2020, n°44: ultime misure governative volte al contenimento della diffusione contagiosa “covid-19” che impattano sulla giustizia tributaria in ilTributarista.it del 10 novembre 2020; Consolo, Glendi, Commentario breve alle leggi del processo tributario, Padova, 2012; Colli Vignarelli, La revocazione delle sentenze tributarie, Bari, 2007; De Gregorio, Il punto sulla giurisprudenza in tema di revocazione, in Riv. trib. 2001; Di Paola, Come applicare la procedura civile nel contenzioso tributario, Maggioli, 2011; Di Paola, Tambasco, Il processo tributario nel c.p.c., Santarcangelo di Romagna, 2014; Di Paola, Trattato del nuovo contenzioso tributario, I, Santarcangelo di Romagna, 2016; Finocchiaro A., Finocchiaro M., Commentario al nuovo contenzioso tributario, Milano, 1996; Giuliani, Codice del contenzioso tributario, Commentario, Milano, 2012; Gobbi, Il processo tributario, Milano, 2001; Labruna Sintesi del processo incidentale di sospensione cautelare dell’esecutività della sentenza e/o dell’esecuzione dell’atto impugnati in ilTributarista.it del 04 febbraio 2020; Mandrioli, Diritto processuale civile, Torino, 2006; Mandrioli, Corso di diritto processuale civile. Il processo di cognizione, Torino, 2011; Muleo, La revocazione, in Riv. trib. 2001; Rosito, La revocazione nel processo tributario, in AA.VV., Il processo tributario, a cura di Loiero, Battella, Marino, Torino, 2008; Russo, Processo tributario, in Enc. dir., XXXVI, Milano, 1987; Russo, Manuale di diritto tributario. Il processo tributario, Milano, 2005; Tesauro, Manuale del processo tributario, Torino, 2014; Turchi, La revocazione, in Il processo tributario, in Giur. sist. dir. trib. Tesauro, Torino, 1998; Turchi, Ricorso per revocazione: contenuto, notifica e deposito, in Tesauro (a cura di), Codice commentato del processo tributario, Milano, 2016. |