Decreto legislativo - 31/12/1992 - n. 546 art. 72 - Controversie pendenti davanti alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado di primo e di secondo grado 1 .

Salvatore Labruna

Controversie pendenti davanti alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado di primo e di secondo grado1.

1. Le controversie pendenti dinanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado di primo e di secondo grado previste dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636, alla data d'insediamento delle corti di giustizia tributaria di primo grado e regionali, sono ad esse rispettivamente attribuite, tenuto conto, quanto alla competenza territoriale, delle rispettive sedi. La segreteria della corte di giustizia tributaria di primo grado o regionale dà comunicazione alle parti della data di trattazione almeno trenta giorni liberi prima. La consegna o spedizione del ricorso o dell'atto di appello, ai sensi degli articoli 17, comma primo, e 22, comma secondo, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 636, equivale a costituzione in giudizio del ricorrente ai sensi degli articoli 22 e 53, comma 2. La parte resistente può effettuare la costituzione in giudizio entro il termine di cui all'art. 32, comma 1 2.

1-bis. In deroga alle disposizioni del presente decreto, le controversie previste dal comma 1, pendenti alla data ivi indicata dinanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado ed il cui valore, determinato ai sensi dell'articolo 12, comma 5, sia inferiore a euro 2.582,28, sono trattate e decise in pubblica udienza da un giudice singolo, nominato per ciascun ricorso, ai sensi dell'articolo 30, comma 1, dal presidente della sezione alla quale il ricorso medesimo è stato assegnato. Il presidente, se non intende designare se stesso, può nominare giudice unico il vicepresidente od un componente della sezione appartenente ad una delle categorie di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545, ovvero che sia in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio ed abbia un'anzianità di servizio presso le corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado di almeno dieci anni. Per la trattazione della controversia si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni delle sezioni III e IV del Capo I del Titolo II del presente decreto, ad eccezione dell'articolo 33, intendendosi sostituito in ogni caso il giudice singolo al relatore e al collegio. Restano ferme tutte le altre disposizioni del presente decreto, comprese, con la medesima sostituzione, quelle del Capo II del Titolo II. Il tentativo di conciliazione di cui all'articolo 48, comma 2, è obbligatorio se all'udienza sono presenti entrambe le parti. Le controversie di cui al presente comma sono trattate dal giudice singolo in udienze distinte da quelle collegiali 3.

2 . Se alla data indicata al comma 1 pendono termini per la proposizione di ricorsi secondo le norme previgenti, detti ricorsi sono proposti alle corti di giustizia tributaria di primo grado entro i termini previsti dal presente decreto, che decorrono dalla suddetta data. Se alla data indicata al comma 1 pendono termini per impugnare decisioni delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado , dette impugnazioni sono proposte secondo le modalità e i termini previsti dal presente decreto, che decorrono dalla suddetta data 4.

3. Se i termini per il compimento di atti processuali diversi dai ricorsi secondo le norme vigenti, alla data di cui ai commi 1 e 2, sono ancora pendenti, tali atti possono essere compiuti nei termini previsti dal presente decreto, che decorrono dalla suddetta data.

4. Le segreterie delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado indicate nel comma 1 provvedono a trasmettere i fascicoli relativi alle controversie pendenti alle segreterie delle commissioni provinciale o regionale rispettivamente competenti.

5. Le segreterie delle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado indicate nel comma 1 continuano a funzionare, solo per gli adempimenti di cui al comma 4, anche oltre la data indicata nel comma 1.

 

[1] Per l'abrogazione del presente articolo, a decorrere dal 1° gennaio 2026, vedi l'articolo 130, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 14 novembre 2024, n. 175. Vedi, anche, l'articolo 130, comma 3, del D.Lgs. 175/2024 medesimo.

[4] Così rettificato con Comunicato 27 marzo 1993 (in Gazz. Uff. 27 marzo, n. 72), e successivamente modificato dall'articolo 69, comma 3, lettera e), del D.L. 30 agosto 1993, n. 331 e successivamente sostituito dall'articolo 12, comma 1, lettera i), del D.L. 8 agosto 1996, n. 437.

Inquadramento

La formulazione originaria dell'articolo in commento è stata modificata dal d.l. 15 marzo 1996, n. 123, ed integrata dall'articolo 32, comma 2, della legge 8 maggio 1998, n. 146.

Il comma 1 della norma in rassegna, dispone il passaggio automatico — senza necessità di alcuna attività di parte — alle nuove Commissioni provinciali e regionali delle controversie tributarie pendenti, dinanzi alle cessate Commissioni tributarie di I e II grado, alla data del 1° aprile 1996.

Per controversia pendente si intende quella per la quale è stato presentato alle soppresse Commissioni tributarie ricorso che non è stato deciso alla data di insediamento dei nuovi organi giurisdizionali. Per effetto della cennata norma, dunque, le controversie tributarie pendenti dinanzi alle Commissioni tributarie di I grado sono devolute alle Commissioni tributarie provinciali, mentre quelle pendenti dinanzi alle Commissioni tributarie di II grado sono trasferite alle Commissioni tributarie regionali.

Circa l'esatta individuazione della Commissione tributaria competente, soccorre il criterio della territorialità, nel senso che sarà competente a proseguire il giudizio pendente in primo grado la Commissione provinciale nel cui territorio ha sede l'ufficio del Ministero delle finanze o l'ente locale impositore o il concessionario del servizio di riscossione che ha emesso l'atto impugnato, ovvero che ha denegato il rimborso, mentre sarà competente a proseguire, in grado d'appello, il giudizio pendente in secondo grado, la Commissione regionale nel cui territorio aveva sede la cessata Commissione tributaria di primo grado che aveva emesso la decisione impugnata.

Con l'art. 2, comma 1, lettera g), del d.l. 15 marzo 1996, n.123, sono stati aggiunti tre periodi al comma 1 dell'art. 72 in rassegna. In particolare il primo periodo stabilisce l'obbligo per le segreterie delle Commissioni tributarie provinciali e regionali a cui sono pervenuti i giudizi pendenti alla data del 1° aprile 1996, di comunicare alle parti la data della trattazione della controversia almeno trenta giorni liberi prima.

Tale disposizione si è resa necessaria, in quanto, disponendo l'art. 31 del d.lgs. n. 546/1992 che l'avviso di trattazione viene comunicato alle sole parti costituite, sia il ricorrente, sia la parte resistente non avrebbero avuto conoscenza dell'udienza di trattazione non essendo prevista la costituzione delle parti con il previgente rito.

Inoltre, sempre al fine di evitare per i giudizi pendenti i pregiudizi processuali che potrebbero derivare alle parti per effetto delle nuove regole processuali, il citato d.l. n. 123 del 1996, integrando il comma 1 dell'articolo in commento, ha previsto che la costituzione in giudizio delle parti, di cui agli artt. 22 e 53, comma 2 del d.lgs. n. 546/1992, in quanto atto processuale previsto dal nuovo rito, possa ritenersi effettuata, per il ricorrente e per l'appellante, con le previgenti regole e cioè mediante la consegna o spedizione del ricorso o dell'atto di appello alla segreteria della Commissione tributaria ai sensi dell'art. 17, primo comma, e 22, secondo comma, del d.P.R. n. 636/1972, mentre al resistente ed all'appellante è stata concessa la facoltà di costituirsi entro il termine di venti giorni liberi prima della data di trattazione.

Per il generale principio della conservazione degli atti giuridici, ed in particolare per quelli processuali, l'attività processuale concernente i giudizi trasferiti riprende dalla fase in cui il giudizio stesso si trova al momento della trasmigratio.

Un caso particolare che merita di essere segnalato concerne l'ipotesi in cui il contribuente abbia impugnato, ai sensi dell'art. 22 del d.P.R. n. 636/1972, decisioni di primo grado mediante spedizione o consegna, in data antecedente al 1° aprile 1996, dell'atto di appello alla segreteria della Commissione tributaria che ha emesso la decisione e questa ultima non abbia notificato, ai sensi del quinto comma del citato art. 22, entro la predetta data, l'atto di appello alla controparte.

In tale ipotesi si ritiene che il processo tributario sia entrato nel secondo grado del giudizio e quindi la controversia può considerarsi pendente alla data del 1° aprile 1996 in secondo grado, anche se l'appellato non ne abbia avuto conoscenza.

Pertanto le cennate controversie, alla data del 1° aprile 1996, sono devolute alle Commissioni tributarie regionali competenti e la segreteria della Commissione tributaria di primo grado avrà cura di trasmettere il fascicolo alla segreteria della Commissione tributaria regionale che, ai sensi dell'art. 72, comma 1, secondo periodo, darà comunicazione alle parti della data di trattazione almeno trenta giorni liberi prima.

Inoltre va chiarito che l'appellato non subisce alcun pregiudizio processuale dal fatto che abbia avuto conoscenza del giudizio solo alla data della ricezione dell'avviso di trattazione, in quanto lo stesso può costituirsi, secondo quanto disposto dal comma 1 del citato art. 72, sino a venti giorni liberi prima della data di trattazione della controversia; in tale circostanza, può essere proposto appello incidentale secondo quanto stabilito dall'art. 54 del d.lgs. n. 546/1992.

Il nuovo comma 1-bis stabilisce che le liti con un valore formale inferiore a cinque milioni di lire (determinato ai sensi dell'articolo 12, comma 5, d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546), già introdotte con ricorso durante il regime processuale tributario di cui al d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 636 e pendenti in prime cure, sono definite monocraticamente da un giudice designato dal presidente della Sezione. Tale articolato va raccordato con l'art. 44-bis, d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 545 (anch'esso aggiunto dall'art. 32, I. n. 146/1998) secondo il quale a tale giudice è dovuto, oltre al compenso fisso-mensile spettante ai sensi dell'art. 13, un compenso variabile-aggiuntivo per ogni ricorso definito in composizione monocratica, commisurato al compenso globalmente determinato per ciascun ricorso definito in composizione collegiale, come stabilito dall'art. 13, comma 2, d.lgs. 31 dicembre 1992, n.546, che prevede come il compenso variabile aggiuntivo sia determinato con "criteri uniformi, che debbono tener conto delle funzioni e dell'apporto di attività di ciascuno alla trattazione della controversia, compresa la deliberazione e la redazione della sentenza".

Il comma 2 dell'articolo in esame, modificato dal succitato d.l. n. 123/1996, detta disposizioni in ordine ai termini per proporre ricorsi o per impugnare le decisioni di controversie nel regime transitorio.

La predetta disposizione stabilisce che qualora alla data del 1° aprile 1996 pendano i termini e si intenda proporre ricorso o impugnare la decisione, occorre osservare i seguenti adempimenti:

– il ricorso introduttivo del giudizio va proposto dinanzi alla competente Commissione provinciale, mentre quello relativo al grado di appello va proposto dinanzi alla competente Commissione regionale:

– i termini per proporre il ricorso introduttivo del giudizio, nonché i termini per impugnare la decisione iniziano a decorrere ex novo, secondo le disposizioni previste dal d.lgs. n. 546/1992, a partire dal 1° aprile 1996, a nulla rilevando eventuali periodi di tempo già trascorsi prima della citata data.

Si precisa che, qualora alla predetta data del 1° aprile 1996 sia intervenuta una decisione della Commissione tributaria di II grado e alla stessa data pendano i termini per l'impugnativa, quest'ultima può essere proposta solo dinanzi alla Commissione tributaria centrale ai sensi del comma 1 del successivo art. 75.

Secondo il comma 3, qualora alla data del 1° aprile 1996 pendano i termini per compiere atti processuali diversi dai ricorsi (istanze, controdeduzioni, deposito documenti, memorie, eccetera) previsti dalle disposizioni del d.P.R. n. 636 del 1972, i predetti atti possono essere compiuti nei termini previsti dalla nuova legge, con decorrenza dal 1° aprile 1996.

I commi 4 e 5 dell'articolo in rassegna dettano regole riguardanti l'attività delle segreterie delle cessate Commissioni tributarie di I e II grado.

In particolare è stabilito che dette segreterie provvederanno a trasmettere i fascicoli relativi alle controversie pendenti dinanzi alle Commissioni tributarie di I e di II grado alle competenti Commissioni tributarie provinciali e regionali e che le stesse, per lo svolgimento di tale attività, continueranno a funzionare anche dopo la data del 1° aprile 1996.

Al fine di un corretto adempimento dell'obbligo di trasmissione dei fascicoli in argomento e di un univoco comportamento di tutte le segreterie interessate si raccomanda a queste ultime:

– di formare, in duplice copia, un elenco dei fascicoli delle controversie pendenti, ove, per ciascun fascicolo, saranno indicati il numero del procedimento, i dati identificativi del ricorrente e dell'ufficio resistente, nonché i documenti e gli atti acquisiti al fascicolo;

– di trasmettere alle segreterie delle nuove Commissioni tributarie i fascicoli corredati dal suddetto elenco, formulato in duplice copia, di cui una copia sarà sottoscritta, in segno di ricevuta, dal direttore della segreteria della Commissione tributaria ricevente, mentre l'altra copia resterà agli atti della segreteria della Commissione tributaria che ha trasmesso i fascicoli stessi.

Infine si ricorda che, secondo quanto disposto dal comma 3 dell'art. 2 del citato d.l. n. 123 del 1996, nell'ipotesi in cui alla data del 1° aprile 1996 sia stato emesso solo il dispositivo e non sia stata ancora depositata la decisione (comprensiva sia del dispositivo che della motivazione), la sentenza (rectius: decisione), sottoscritta dal presidente del collegio e dal relatore, va depositata entro il 30 maggio 1996 presso la segreteria della Commissione tributaria che ha emesso il dispositivo, la quale provvederà a trasmetterla alla Commissione tributaria competente unitamente al relativo fascicolo. Si rileva infine, che, in tal caso, dalla data di deposito della decisione presso la segreteria, decorrono i termini per proporre l'impugnazione. Si precisa che, qualora entro la predetta data non venga effettuato il deposito della decisione, la controversia dovrà formare oggetto di trattazione ex novo dinanzi alla Commissione tributaria provinciale o regionale territorialmente competente. (Circ. n. 98/E-II-3-1011 del 23 aprile 1996, Dir. AA.GG. e cont. trib. Contenzioso tributario — Nuova disciplina – Istruzioni).

La designazione del giudice singolo/unico/monocratico, decretata ex comma 1-bis dal presidente fra i componenti della propria sezione, è la medesima reintrodotta poi a regime dall'articolo 9, comma 1, lettera ii), numero 5), del d.Igs. 24 settembre 2015, n. 156, a decorrere dal 1° gennaio 2016, con l'art. 70, comma10-bis. d.lgs.546/1992: "Per il pagamento di somme dell'importo fino a ventimila euro e comunque per il pagamento delle spese di giudizio, il ricorso è deciso dalla Commissione in composizione monocratica".

Coordinamento normativo con la riforma.

Recentemente, la figura del giudice monocratico è stata implementata dalla LEGGE 31 agosto 2022, n. 130, vigente dal 16-9-2022 nelle seguenti ipotesi:

Art. 4, c.1:

Al decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546,  sono apportate le seguenti modificazioni:

                      a)    dopo l'articolo 4 e' inserito il seguente:

«Art. 4-bis (Competenza del giudice monocratico). —

  1. Le corti di giustizia tributaria di primo grado decidono in composizione monocratica le controversie di valore fino a 3.000 euro. Sono escluse le controversie di valore indeterminabile.
  2. Per valore della lite si intende quello determinato ai sensi dell'articolo 12, comma 2. Si tiene conto anche dell'imposta virtuale calcolata a seguito delle rettifiche di perdita.
  3. Nel procedimento davanti alla corte di giustizia tributaria di primo grado in composizione monocratica si osservano, in quanto applicabili e ove non derogate dal presente decreto, le disposizioni ivi contenute relative ai giudizi in composizione collegiale»;

       Art. 4, c.4,    alinea:

Il comma 4 dell'articolo 16 del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2018, n. 136, e' sostituito dai seguenti:

"Le udienze di cui all'articolo 34 del decreto legislativo n. 546 del 1992, tenute dalla corte di giustizia tributaria di primo grado in composizione monocratica, e quelle di cui agli articoli 47, comma 2, e 52, comma 3, del medesimo decreto legislativo n. 546 de11992 [nonché, ovviamente, degli artt. 62-bis, c.1; 65, c.3-bis d.lgs.546/92, ed art.19, c.2, d.lgs.472/1997. N.d.R.] si svolgono esclusivamente a distanza, fatta salva la possibilita' per ciascuna delle parti di richiedere nel ricorso, nel primo atto difensivo o nell'appello, per comprovate ragioni, la partecipazione congiunta all'udienza del difensore, dell'ufficio e dei giudici presso la sede della corte di giustizia tributaria. Il giudice decide sulla richiesta di cui al periodo precedente e ne da' comunicazione alle parti con l'avviso di trattazione dell'udienza".

Art. 8, c.4,

"Le disposizioni di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), si applicano ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° gennaio 2023. Entro il 31 dicembre 2022, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545, e' stabilita la misura del compenso variabile spettante al presidente e al presidente di sezione delle corti di giustizia tributaria e al giudice monocratico per le controversie di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b”.

Bibliografia

Baglione, Menchini, Miccinesi, Il nuovo processo tributario: commentario, Milano, 2004.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario