Codice Civile art. 385 - Conto finale.

Annachiara Massafra

Conto finale.

[I]. Il tutore che cessa dalle funzioni deve fare subito la consegna dei beni e deve presentare nel termine di due mesi il conto finale dell'amministrazione al giudice tutelare [263 c.p.c.]. Questi può concedere una proroga [46 1 att.].

Inquadramento

L' art. 385 c.c. disciplina gli obblighi consequenziali alla cessazione del tutore dalle sue funzioni: la consegna dei beni e la presentazione del conto finale dell'amministrazione.

La prima deve essere effettuata immediatamente mentre la presentazione del conto finale deve essere effettuata entro due mesi decorrenti dall'evento che ha determinato la cessazione dalle funzioni (in merito Santarcangelo, 536; Bucciante, 728; Dell'Oro, 266, il quale, con riferimento alla consegna, specifica che il termine debba essere inteso come «appena possibile»).

Gli obblighi testé indicati sorgono qualsiasi sia la causa di cessazione del tutore dalle sue funzioni, sia afferente al minore, come il raggiungimento della maggiore età, sia che inerisca il tutore, come la rimozione o l'esonero (in questo senso De Cupis, 511, Dell'Oro, 265). Ove la cessazione dalle funzioni dipenda dalla sopravvenuta incapacità del tutore, gli obblighi di cui alla disposizione in commento gravano sul legale rappresentante di quest'ultimo. Qualora il tutore muoia prima di consegnare i beni e di redigere il conto finale, tale obbligo deve essere adempiuto dai suoi eredi (Dell'Oro, 256).

È opportuno rilevare, in questa sede, che altra dottrina in considerazione della natura personale e non trasmissibile delle funzioni di tutore, esclude che gli eredi siano tenuti a redigere il conto finale. Essa ritiene diversamente che gli eredi debbano consegnare tutti i beni, le scritture contabili ed i rendiconti parziali di cui siano in possesso (Rossi, 595).

Finalità e termini di presentazione del conto

Il conto finale serve a verificare l'attività complessivamente svolta dal tutore, i  risultati conseguiti, l'eventuale esistenza di crediti verso il tutore e le sue eventuali responsabilità nella gestione del patrimonio.

Al rendiconto devono inoltre essere compresi i risultati, sulla base dei conti periodici di cui all'art. 366 c.c., dell'amministrazione dei beni per i quali è stato nominato un curatore speciale, ai sensi dell'art. 356 c.c., salvo che il disponente lo abbia esonerato dal rendere il conto al tutore (in questo senso De Cupis, 512).

La presentazione del rendiconto è obbligatoria e deve essere effettuata in un preciso arco temporale: due mesi. Tale ampio termine è giustificato dalla complessità inerente alla redazione del rendiconto finale, potendo quindi essere concessa una proroga dal Giudice tutelare. Secondo quanto prevede l'art. 154 c.p.c. la proroga concessa non può essere superiore al termine originario, ma essendo un termine ordinatorio, autorevole e condivisibile dottrina ritiene che possa essere concessa una seconda proroga, se le circostanze concrete la rendano opportuna (in questo senso Dell'Oro, 267).

Sotto il profilo fiscale trova applicazione l'art. 46 disp. att. c.c. che prevede che il conto finale, al pari degli altri atti della procedura della tutela, è esente da bollo ed imposta di registro oltre che dal contributo unificato (in merito Dell'Oro, 267, De Cupis, 511). Per il caso di mancata presentazione del conto finale il legislatore non prevede alcuna specifica sanzione, pertanto il tutore risponderà, in questo caso, secondo i principi generali in materia di responsabilità (Dell'Oro, 267).

La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito che l'omesso deposito del rendiconto finale al momento della cessazione dalle funzioni  integra il delitto di cui all'art. 328 c.p. integra il delitto di omissione di atti di ufficio, in quanto la qualifica pubblicistica connessa alla funzione svolta non viene meno nel caso di mancata redazione e presentazione dei rendiconti dovuti.(Cass. pen. VI, n. 31397/2023).

Bibliografia

Bisegna, Tutela e curatela, Nss. D.I., XIX, Torino, 1973; Bucciante, La potestà dei genitori, la tutela e l'emancipazione, in Rescigno (diretto da) Trattato di diritto privato, Torino, 1997; De Cupis, Della tutela dei minori, sub Artt. 343-389, in Cian-Oppo Trabucchi (diretto da), Commentario al diritto italiano della famiglia, Padova, 1992; Dell'Oro, Tutela dei minori, in Comm. S.B., artt. 343-389, Bologna- Roma, 1979; Jannuzzi-Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Pazè, La tutela e la curatela dei minori, in Zatti (diretto da), Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012, 336; Rossi, Il minore e il Giudice tutelare, in Campanato-Rossi-Rossi, La tutela giuridica del minore, Padova, 2005; Santarcangelo, La volontaria giurisdizione, II, Milano 2003; Stella Richter- Sgroi, Delle persone e della famiglia, in Commentario del codice civile, Torino, 1958; Tamburrino, Delle persone fisiche, Torino, 1990.

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