Codice Civile art. 94 - Luogo della pubblicazione (1).

Giuseppe Buffone

Luogo della pubblicazione (1).

[I]. La pubblicazione deve essere richiesta [96] all'ufficiale dello stato civile del comune dove uno degli sposi ha la residenza [43 2] ed è fatta nei comuni di residenza degli sposi [106] (2).

(1) V. artt. 50 ss. d.P.R. 3 novembre 2000, n. 396.

(2) L'articolo recava un secondo e terzo comma abrogati dall'art. 110, comma 3,d.P.R. n. 396, cit., il cui testo recitava: «[II]. Se la residenza non dura da un anno, la pubblicazione deve farsi anche nel comune della precedente residenza. [III]. L'ufficiale dello stato civile cui si domanda la pubblicazione provvede a chiederla agli ufficiali degli altri comuni nei quali la pubblicazione deve farsi. Essi devono trasmettere all'ufficiale dello stato civile richiedente il certificato dell'eseguita pubblicazione».

Inquadramento

La pubblicazione deve essere richiesta all'ufficiale dello stato civile del comune dove uno degli sposi ha la residenza ed è fatta nei comuni di residenza degli sposi. Il contenuto precettivo dell'art. 94 c.c. si limita, oggi, a questa disposizione: i commi 2 e 3 sono stati abrogati dall'art. 110 d.P.R. n. 396/ 2000.

Luogo della pubblicazione

La funzione della norma contenuta nell'art. 94 c.c. vale, da un lato, ad identificare l'ufficiale di Stato Civile che, ai sensi dell'art. 106 c.c., e salva l'ipotesi di celebrazione in un comune diverso (v. art. 109 c.c.), celebrerà il matrimonio, dall'altro lato, è finalizzata a individuare il tribunale competente a giudicare sulle controversie instaurate dalle eventuali opposizioni (Sesta, 339). Se gli sposi risiedono in comuni diversi, l'ufficiale dello stato civile cui è stata chiesta la pubblicazione provvede a richiederla anche all'ufficiale dello stato civile del comune in cui risiede l'altro sposo (art. 53 d.P.R. n. 396/ 2000). Quando uno degli sposi ha la residenza all'estero, l'ufficiale dello stato civile cui ne è fatta richiesta in Italia fa eseguire la pubblicazione alla competente autorità diplomatica o consolare: l'art. 53 del d.P.R. 396/ 2000 richiama, a tal fine, l'art. 11, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 200. Il rinvio va, però, ora inteso al d.lgs. 3 febbraio 2011 n. 71 (Ordinamento e funzioni degli Uffici consolari) che ha abrogato la disciplina previgente di cui al cennato d.P.R. n. 200/1967. In questa ipotesi, il capo dell'ufficio diplomatico o consolare, una volta eseguita la pubblicazione, può richiedere la celebrazione del matrimonio all'ufficiale dello stato civile del comune, in Italia, nel quale gli sposi eventualmente intendano contrarre matrimonio, avvalendosi della facoltà di cui all'articolo 109 c.c. Se invece la richiesta di pubblicazione viene fatta alla competente autorità diplomatica o consolare, quest'ultima la trasmette, in esenzione da ogni onere, all'ufficiale dello stato civile del comune di residenza attuale in Italia di uno degli sposi. Gli uffici cui è richiesta la pubblicazione sono tenuti, quando questa è stata eseguita, a trasmettere senza indugio all'autorità richiedente il certificato di eseguita pubblicazione.

Bibliografia

Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Ferrando, L'invalidità del matrimonio, in Tr. ZAT, I, Milano, 2002; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Spallarossa, Le condizioni per contrarre matrimonio, in Tr. ZAT, I, Milano, 2011.

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