Codice Civile art. 86 - Libertà di stato.

Giuseppe Buffone

Libertà di stato.

[I]. Non può contrarre matrimonio chi è vincolato da un matrimonio o da un'unione civile tra persone dello stesso sesso precedente [65, 116 2, 117, 124; 556 c.p.] (1).

(1) L'articolo 1, comma 32, della l. 20 maggio 2016 n. 76 ha inserito le parole "o da un'unione civile tra persone dello stesso sesso"; ai sensi del comma 35 del medesimo articolo la disposizione acquista efficacia a decorrere dalla entrata in vigore della l. 76 cit.

Inquadramento

Chi è vincolato da un matrimonio precedente o da una union civile (v. infra) non può contrarre matrimonio: la libertà di stato è un impedimento non dispensabile (cd. impedimentum ligaminis) previsto a pena di nullità (v. art. 117 c.c.). Secondo la Dottrina prevalente, talune disposizioni della legislazione italiana, regolative delle condizioni per contrarre matrimonio, costituiscono norme di applicazione necessaria in quanto rispondenti all'ordine pubblico interno: tra di esse si annovera l'art. 86 c.c. in materia di libertà di stato, infatti richiamata finanche dall'art. 115 c.c. (aderisce a questa tesi: Trib. Milano IX, 20 maggio 2015). Conferma questa tesi, il fatto che la bigamia non infranga solo il divieto di cui all'art. 86 c.c. ma costituisca anche un delitto contro il matrimonio e, segnatamente, la fattispecie incriminatrice tipizzata nell'art. 556 c.p.: il delitto si perfeziona sia che si tratti di bigamia propria, che ricorre quando un soggetto già legato da un precedente matrimonio giuridicamente efficace ne contrae un altro, sia che si tratti di bigamia impropria, che si verifica invece quando un soggetto non coniugato contrae matrimonio con persona già coniugata.

Principio monogamico

L'ordinamento italiano aderisce a una visione monogamica del matrimonio e, pertanto, non ammette che una persona non libera di stato possa contrarre un nuovo matrimonio. Lo stato libero si consegue (seppur in modo non irretrattabile) anche per effetto della dichiarazione di morte presunta del coniuge ex art. 58 c.c. Non consuma pertanto il reato di bigamia chi contragga matrimonio dopo la eseguibilità della sentenza ex art. 58 c.c. (Santoro, 49). Fattispecie diversa è quella del matrimonio contratto prima della eseguibilità della sentenza di dichiarazione di morte presunta: in questo caso, la successiva emanazione della pronuncia ex art. 58 c.c. opera come causa di risoluzione ex tunc del reato (Spena, 70). In entrambi i due casi, il matrimonio resta valido e non opera l'impedimento ex art. 86 c.c. Ai fini della norma in rassegna rileva anche il matrimonio del cittadino all'estero, ancorché non trascritto in Italia (Sesta 329), in quanto la trascrizione, in tale ipotesi, non riveste carattere costitutivo (Cass. n. 3599/ 1990).

L'impedimento, rispondendo a principi di ordine pubblico, vale anche per lo straniero non rilevando che il suo ordinamento ammetta la poliandria o la poliginia (quali figure poligamiche). Ciò ha valore anche ai fini penalistici atteso che il delitto di bigamia è configurabile nei confronti di persona che abbia contratto matrimonio all'estero con cittadino straniero, non rilevando, in contrario, la nazionalità del coniuge, né l'ignoranza della legge extrapenale, integrativa del precetto penale, che regola la validità del matrimonio (Cass. pen. n. 9743/2006).

La violazione dell'art. 86 c.c. determina nullità matrimoniale (art. 117 c.c.) che può essere fatta valere dal coniuge in ogni tempo (v. art. 124 c.c.). Il matrimonio celebrato all'estero tra cittadini italiani e tra italiani e stranieri, secondo le forme previste dalla legge straniera, ha immediata validità nel nostro ordinamento, e, quantunque sia stato contratto — in violazione dell'art. 86 c.c. — da chi non aveva libertà di stato, è destinato a produrre effetti finché non sia impugnato da uno dei soggetti legittimati (tra cui anche il pubblico ministero) e non sia emessa la pronuncia del giudice di nullità (Cass. n. 5537/2001). Deve, inoltre, trattarsi di una dichiarazione espressa di annullamento: infatti, le questioni di stato non possono formare oggetto, ai sensi dell'art. 34 c.p.c., di pronunce incidentali senza efficacia di giudicato e cioè con effetti limitati alla questione principale, atteso il loro carattere di assolutezza e la loro efficacia «erga omnes» (Cass.S.U., n. 1615/ 1969).

Stato libero

Lo stato libero, in caso di matrimonio, si consegue per effetto del divorzio, della morte (anche presunta) del coniuge, dell'annullamento del matrimonio, del venir meno dei suoi effetti civili (ad es., per annullamento della trascrizione del matrimonio religioso). Per il cittadino straniero, lo stato libero va valutato in base alla sua legge nazionale, senza necessità di delibazione in Italia della sentenza di divorzio emessa nell'Ordinamento straniero (v. art. 64 l. n. 218/1995 e già, in precedente, Cass. n. 3187/1985). In caso di dichiarazione di assenza di un coniuge, non viene meno l'impedimento ma il matrimonio non può essere impugnato finché perdura lo stato di assenza.

Lo stato libero, in caso di unione civile, si consegue per morte o dichiarazione di morte presunta dell'unito civilmente oppure in caso di scioglimento del vincolo unionale (ai sensi dell'articolo 1, commi 23 e 24, legge n. 76/2016, l'unione civile si scioglie nei casi previsti dall'articolo 3, numero 1) e numero 2), lettere a), c), d) ed e), della legge 1° dicembre 1970, n. 898; si scioglie, inoltre, quando le parti hanno manifestato anche disgiuntamente la volontà di scioglimento dinanzi all'ufficiale dello stato civile. In tale caso la domanda di scioglimento dell'unione civile è proposta decorsi tre mesi dalla data della manifestazione di volontà di scioglimento dell'unione).

Invalidità matrimoniale

L'azione di impugnazione del matrimonio contratto in violazione dell'art 86 (vincolo di precedente matrimonio), qualunque sia il soggetto ammesso dall'art 117 stesso codice ad esercitarla, è imprescrittibile (Cass. n. 629/1979), trattandosi di azione di nullità in quanto rivolta ad accertare l'assoluta inidoneità del matrimonio del bigamo a realizzare la funzione di creazione della famiglia (Cass. n. 4567/1978). Nella categoria di soggetti legittimati ad impugnare il matrimonio contratto con violazione dell'art 86 (vincolo di precedente matrimonio), ai sensi dell'art 117 stesso codice, rientra anche la vedova del coniuge il quale abbia contratto un precedente matrimonio con una bigama, poi deceduta, sempre che la vedova stessa sia portatrice di un interesse legittimo ed attuale all'anzidetta impugnazione (Cass. n. 629/ 1979).

Libertà di stato e unione civile

L'articolo 1, comma 32, della l. 20 maggio 2016, n. 76 ha modificato l'articolo 86 e, nella specie, ha inserito le parole «o da un'unione civile tra persone dello stesso sesso». A seguito dell'unione civile si consegue, infatti, uno «status»: quello di persona unita civilmente ad altra e, quindi, la condizione libera viene meno. Ne consegue che ai fini della libertà di stato rilevano non solo i matrimoni ma anche le unioni civili. La rilevanza si riflette in ambito penale, per effetto del d.lgs. 19 gennaio 2017 n. 6 (Modificazioni ed integrazioni normative in materia penale per il necessario coordinamento con la disciplina delle unioni civili, ai sensi dell'articolo 1, comma 28, lettera c, della legge 20 maggio 2016, n. 76). Questa normativa ha introdotto, infatti, l'art. 574-terc.c. (Costituzione di un'unione civile agli effetti della legge penale) ove si afferma agli effetti della legge penale il termine matrimonio si intende riferito anche alla costituzione di un'unione civile tra persone dello stesso sesso. Quando la legge penale considera la qualità di coniuge come elemento costitutivo o come circostanza aggravante di un reato essa si intende riferita anche alla parte di un'unione civile tra persone dello stesso sesso.

Rito Unitario

Il decreto legislativo n. 149 del 2022 (cd. Riforma Cartabia) ha modificato il codice di procedura civile prevedendo, in particolare, nuove disposizioni nel libro II, titolo VI-bis ove sono state introdotte: «Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», cd. pPMF).  Quanto al campo di applicazione del nuovo rito unitario – che non è più un procedimento speciale – l'art. 473-bis c.p.c. prevede che le disposizioni contenute nel nuovo titolo IV-bis si applichino a tutti i procedimenti (di natura contenziosa) relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie di competenza del tribunale ordinario, di quello per i minorenni e del giudice tutelare, salvo che non sia diversamente stabilito e salve le esclusioni espressamente indicate dallo stesso articolo. Queste riguardano, in particolare, sia i procedimenti che in questa materia siano espressamente sottoposti dal legislatore ad altra disciplina processuale, sia i procedimenti volti alla dichiarazione dello stato di adottabilità, dei procedimenti di adozione dei minori, sia, infine, i procedimenti (di diversa natura e oggetto) attribuiti alla competenza delle sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea. La clausola generale di esclusione del rito unitario poggia le basi su due circostanze: 1) che il procedimento “non sia contenzioso”; 2) che sia “diversamente stabilito”. In virtù della cd. Riforma Cartabia, il procedimento che abbia ad oggetto questioni relative alla validità del matrimonio è regolato dagli artt. 473-bis e ss c.p.c.

Bibliografia

Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Cian, Trabucchi - a cura di -, Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Ferrando, L'invalidità del matrimonio, in Tr. ZAT, I, Milano, 2002; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Santoro, Bigamia e nuovo matrimonio del coniuge del presunto morto, in Foro it.,1952, II, 49;  ;  Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Spena, Reati contro la famiglia, Milano, 2012.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario