Codice Civile art. 90 - Assistenza del minore (1).

Giuseppe Buffone

Assistenza del minore (1).

[I]. Con il decreto di cui all'articolo 84 il tribunale o la corte d'appello nominano, se le circostanze lo esigono, un curatore speciale che assista il minore nella stipulazione delle convenzioni matrimoniali [165; 38 att.].

(1) Articolo così sostituito dall'art. 7 l. 19 maggio 1975, n. 151.

Inquadramento

I minori non possono contrarre matrimonio. Il sedicenne, tuttavia, può essere eccezionalmente ammesso al vincolo matrimoniale ove debitamente autorizzato dal tribunale che deve valutare la maturità psico-fisica del minore-nubendo. L'autorizzazione è concessa con decreto ex art. 84 c.c., pronunciato dal tribunale per i Minorenni (v. art. 38 disp. att. c.c.) o dalla Corte di Appello adita in sede di reclamo. Può accadere che, all'esito del procedimento, il giudicante stimi meritevole di accoglimento l'istanza del minore ma al contempo ritenga necessario che qualcuno (diverso dai genitori o dal tutore) assista il nubendo nella stipulazione delle convenzioni matrimoniali. Da qui l'art. 90 c.c. che consente al Tribunale o alla Corte di Appello di nominare al minore, a tal fine, un curatore speciale. La disposizione deve essere coordinata con l'art. 165 c.c. ove è espressamente previsto che il minore ammesso a contrarre matrimonio è pure capace di prestare il consenso per tutte le relative convenzioni matrimoniali, le quali, però, sono valide a condizione che egli sia assistito dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale su di lui o dal tutore o dal curatore speciale nominato a norma dell'articolo 90 citato.

Curatore speciale

Nella tradizione romana vigeva la regola per cui habilis ad nuptias, habilis ad pacta nuptialia: regola che, però, incontra una eccezione nel caso di minore infrasedicenne ammesso al matrimonio. In questo caso, la stipulazione di negozi familiari a contenuto patrimoniale è valida purché vi partecipino i soggetti che hanno la rappresentanza del minore.

La previsione di cui all'art. 90 c.c. riconosce al giudice il potere di designare, in favore del minore, anche un curatore speciale. Si tratta, invero di un corollario applicativo, in materia matrimoniale, di un più ampio principio generale. Come ha, infatti, affermato la Corte Costituzionale, il giudice, nel suo prudente apprezzamento e previa adeguata valutazione delle circostanze del caso concreto, può procedere alla nomina di un curatore speciale, avvalendosi della disposizione dettata dall'art. 78 c.p.c., che non ha carattere eccezionale, ma costituisce piuttosto un istituto che è espressione di un principio generale, destinato ad operare ogni qualvolta sia necessario nominare un rappresentante all'incapace (Corte cost. n. 83/2011). Nell'ipotesi di specie, al lume dell'art. 165 c.c. (ma v. anche art. 166 c.c.), il minore potrebbe stipulare una convenzione matrimoniale solo se assistito dai genitori (o dal tutore) e ben potrebbe capitare che si versi in un conflitto di interessi; situazione già sufficiente per l'apertura della curatela speciale.

Impugnazione

Nel testo normativo antecedente alle modifiche apportate dalla riforma del diritto di famiglia del 1975 (legge n. n. 151/1975), il matrimonio del minore, ove ammesso a contrarre il vincolo, richiedeva comunque l'assenso del genitore esercente la responsabilità genitoriale (v. Cass. n. 1556/1960). Per effetto della riscrittura dell'art. 90 cit., è stato abrogato il previgente sistema impugnatorio, enucleato nell'art. 121 c.c. ove era previsto che «il matrimonio contratto senza l'assenso prescritto dall'articolo 90 può essere impugnato dalla persona della quale era richiesto l'assenso e da quello degli sposi per il quale l'assenso era necessario». Il nuovo regime è oggi enucleato nell'art. 117 c.c.

Legge n. 206/2021

La figura del curatore speciale del minore è divenuto ormai asso portante del diritto di famiglia alla luce delle modifiche introdotte dalla legge n. 206/2021. In primo luogo, il potere di designazione del curatore speciale al minore diviene sempre possibile anche officio. Inoltre, la delega legislativa manda agli atti delegati di modificare l'articolo 336 del codice civile, «prevedendo che la legittimazione a richiedere i relativi provvedimenti competa, oltre che ai soggetti già previsti dalla norma, anche al curatore speciale del minore, qualora già nominato; che il tribunale sin dall'avvio del procedimento nomini il curatore speciale del minore, nei casi in cui ciò è previsto a pena di nullità del provvedimento di accoglimento; che con il provvedimento con cui adotta provvedimenti temporanei nell'interesse del minore, il tribunale fissi l'udienza di comparizione delle parti, del curatore del minore se nominato e del pubblico ministero entro un termine perentorio, proceda all'ascolto del minore, direttamente e ove ritenuto necessario con l'ausilio di un esperto, e all'esito dell'udienza confermi, modifichi o revochi i provvedimenti emanati». La figura del curatore è oggi generalizzata nel rito unitario introdotto agli artt. 473-bis e ss del c.p.c. dal d.lgs. n. 149 del 2022. 

Bibliografia

Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Ferrando, L'invalidità del matrimonio, in Tr. ZAT, I, Milano, 2002; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Spallarossa, Le condizioni per contrarre matrimonio, in Tr. ZAT, I, Milano 2011.

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