Codice Civile art. 103 - Atto di opposizione.Atto di opposizione. [I]. L'atto di opposizione deve dichiarare la qualità che attribuisce all'opponente il diritto di farla, le cause dell'opposizione, e contenere l'elezione di domicilio nel comune dove siede il tribunale nel cui territorio si deve celebrare il matrimonio [47] (1). (1) L'articolo recava un secondo comma abrogato dall'art. 110, comma 3, d.P.R. 3 novembre 2000, n. 396. V. d.P.R. 3 novembre 2000, n. 396, il cui testo recitava: «L'atto deve essere notificato nella forma della citazione agli sposi e all'ufficiale dello stato civile del comune nel quale il matrimonio deve essere celebrato». InquadramentoL'art. 103 del codice civile regola le modalità dell'opposizione promossa ex art. 102 c.c. Il secondo comma della disposizione in esame è stato abrogato dal d.P.R. n. 396/ 2000, che oggi interviene sull'istituto con l'art. 59 d.P.R. n. 396/ 2000. OpposizioneL'atto di opposizione deve essere proposto con ricorso al presidente del tribunale del luogo dove è stata eseguita la pubblicazione (art. 59 comma 2 d.P.R. n. 396/2000) e deve dichiarare la qualità che attribuisce all'opponente il diritto di farla, le cause dell'opposizione, e contenere la elezione di domicilio nel comune dove siede il tribunale nel cui territorio si deve celebrare il matrimonio (art. 103 c.c.). L'opposizione può essere sempre proposta prima che il vincolo matrimoniale è celebrato, anche se è trascorso il termine durante il quale l'atto di pubblicazione deve rimanere affisso (art. 60 d.P.R. n. 396/2000). L'atto oppositivo è annotato nel processo verbale di richiesta della pubblicazione dove pure è annotato il decreto conclusivo del giudizio (art. 62 d.P.R. n. 396/2000). A seguito del deposito del ricorso, il Presidente adito fissa con decreto la comparizione delle parti davanti al collegio per una data compresa tra i tre e i dieci giorni da quella di presentazione del ricorso stesso e dispone che il libello introduttivo del giudizio e il decreto di fissazione dell'udienza siano comunicati al procuratore della Repubblica e siano notificati, a cura del ricorrente, entro il giorno precedente a quello fissato per la comparizione, ai nubendi e all'ufficiale dello stato civile del comune nel quale il matrimonio deve essere celebrato o a quello che ha rilasciato l'autorizzazione o il nulla osta per la celebrazione del matrimonio davanti a un ministro di culto. Con il decreto di fissazione dell'udienza o con separato provvedimento anteriore comunque alla comparizione delle parti, il presidente del tribunale ove ne sussista la opportunità, può sospendere la celebrazione del matrimonio sino a che sia stata rimossa la opposizione. La sospensione è ammissibile solo se l'opposizione è stata proposta da chi ne ha facoltà, per causa ammessa dalla legge. Il tribunale, sentite le parti ed acquisiti senza particolari formalità gli elementi del caso, decide con decreto motivato avente efficacia immediata, indipendentemente dall'eventuale reclamo. Si applicano le norme del rito camerale ex art. 737 c.p.c. e non è necessario che l'opponente sia assistito da un difensore, tenuto conto del regime speciale che assiste l'istituto. Nel caso di matrimonio da celebrare davanti a ministro di culto diverso da quello cattolico, l'ufficiale dello stato civile che riceve la notizia di una opposizione, dopo aver rilasciato l'autorizzazione o il nulla osta previsti dalla legge, ne dà immediata notizia al ministro medesimo. Se il matrimonio è stato celebrato nonostante l'opposizione, l'ufficiale dello stato civile sospende la trascrizione del relativo atto fino a che non sia definito il procedimento di opposizione (art. 61 d.P.R. n. 396/2000). De jure condendo , giova ricordare che l'art. 1, comma 24 della legge 26 novembre 2021 n. 206, ha introdotto, nell'ordinamento giuridico italiano, il «Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie» (TPMF) che comporta l'istituzionalizzazione di un unico Ufficio giudiziario che assorbe il tribunale ordinario e il tribunale per i minorenni. Al contempo, l'art. 1 comma 23, lett. a) della medesima normativa ha introdotto nuove disposizioni in un apposito titolo IV-bis del libro II del codice di procedura civile, rubricato «Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie»; per i procedimenti civili elencati nel comma 23, lettera a), si applica il rito unificato in materia di persone, minorenni e famiglie previsto dal medesimo comma 23. Le previsioni in esame sono oggetto di delega legislativa da emanare entro il 24 dicembre 2022 e le norme relative al TPMF saranno efficaci decorsi due anni dalla data della loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Nel complesso, la nuova architettura riguarda “tutti i procedimenti relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie di competenza del tribunale ordinario, del tribunale per i minorenni e del giudice tutelare”; restano esclusi solo i procedimenti volti alla dichiarazione di adottabilità, i procedimenti di adozione di minori di età e i procedimenti attribuiti alla competenza delle sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea. ProvaL'onere della prova è interamente a carico della parte che propone opposizione: il giudice non può introdurre prove ex officio. Rito UnitarioIl decreto legislativo n. 149 del 2022 (cd. Riforma Cartabia) ha modificato il codice di procedura civile prevedendo, in particolare, nuove disposizioni nel libro II, titolo VI-bis ove sono state introdotte: «Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», cd. pPMF). Quanto al campo di applicazione del nuovo rito unitario – che non è più un procedimento speciale – l'art. 473-bis c.p.c. prevede che le disposizioni contenute nel nuovo titolo IV-bis si applichino a tutti i procedimenti (di natura contenziosa) relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie di competenza del tribunale ordinario, di quello per i minorenni e del giudice tutelare, salvo che non sia diversamente stabilito e salve le esclusioni espressamente indicate dallo stesso articolo. Queste riguardano, in particolare, sia i procedimenti che in questa materia siano espressamente sottoposti dal legislatore ad altra disciplina processuale, sia i procedimenti volti alla dichiarazione dello stato di adottabilità, dei procedimenti di adozione dei minori, sia, infine, i procedimenti (di diversa natura e oggetto) attribuiti alla competenza delle sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea. La clausola generale di esclusione del rito unitario poggia le basi su due circostanze: 1) che il procedimento “non sia contenzioso”; 2) che sia “diversamente stabilito”. In questo caso, opera la clausola “salvo sia diversamente previsto” e, pertanto, l'opposizione non è retta dalle norme del rito unitario (le regole procedurali speciali ex art. 59 e ss d.P.R. n. 396/2000 non sono state modificate o abrogate). BibliografiaBenedetti, Il procedimento di formazione del matrimonio e le prove della celebrazione, in Tr. ZAT, I, Milano, 2011; Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Ferrando, L'invalidità del matrimonio in Tr. ZAT, I, Milano, 2002; Lipari, Del matrimonio celebrato davanti all'ufficiale dello stato civile in Comm. Dif., II, Padova, 1992; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Spallarossa, Le condizioni per contrarre matrimonio, in Tr. ZAT, I, Milano, 2011. |