Codice Civile art. 139 - Cause di nullità note a uno dei coniugi (1).Cause di nullità note a uno dei coniugi (1). [I]. Il coniuge il quale, conoscendo prima della celebrazione una causa di nullità del matrimonio [117 ss.], l'abbia lasciata ignorare all'altro, è punito, se il matrimonio è annullato, con l'ammenda (2) da 41 euro a 206 euro. (1) Articolo così sostituito dall'art. 22 l. 19 maggio 1975, n. 151. (2) Ora sanzione amministrativa, ai sensi dell'art. 32 l. 24 novembre 1981, n. 689. InquadramentoL'art. 139 c.c. mira a sanzionare il coniuge che abbia contratto in mala fede una unione matrimoniale invalida: è, in particolare, il caso del coniuge che, al momento della celebrazione del matrimonio, sia a conoscenza della causa di nullità ma la taccia al partner (es. persona che sappia di non godere dello stato libero). In questo caso, nell'ipotesi in cui il vincolo sia caducato con decisione passata in giudicato, il coniuge in mala fede è punito con la sanzione amministrativa compresa tra euro 51 ed euro 306. La sanzione amministrativa è aggiuntiva e non sostitutiva rispetto a quella civile invalidatoria o risarcitoria. La disposizione è stata riscritta in occasione della legge 151 del 1975 e l'originaria parte dispositiva che predicava una responsabilità civile di tipo sanzionatorio è confluita nel vigente art. 129-bis c.c. SanzioneL'ipotesi disciplinata dall'art. 139 c.c. è, di fatto, una species del genus tipizzato dall'art. 129-bis c.c.: sebbene formulato in modo lessicalmente diverso dall'art. 139 c.c., questo referente normativo comprende, nella sua portata sicuramente più ampia, anche la ipotesi disciplinata da quest'ultima norma, costituita dalla conoscenza della causa di nullità e dall'onere di comunicarla all'altra parte. Pertanto, per la affermazione della responsabilità in questione e, prima ancora, della imputabilità richiesta dalla norma, non è sufficiente la pura e semplice riferibilità oggettiva della causa di invalidità, e neppure la consapevolezza di essa. Occorre invece, oltre alla consapevolezza di quei fatti che, con giudizio ex post, vengono definiti invalidanti, anche quella della loro attitudine invalidante (Cass. n. 4953/1993). E la prova di tale consapevolezza e del comportamento omissivo o commissivo del responsabile, incombe, secondo le regole generali, su chi afferma la esistenza di tale imputabilità (Cass. n. 2862/1994; Cass. n. 4649/1986). Le due misure sanzionatorie (quella civile e quella amministrativa) possono concorrere in cumulo ma anche essere disposte in via autonoma o separata. La sanzione ex art. 139 c.c. è applicabile anche al cospetto di un matrimonio formatosi secondo rito concordatario. BibliografiaBianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Cian, Trabucchi - a cura di -, Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Dogliotti, Gli effetti del matrimonio invalido. Il matrimonio putativo in Tr. ZAT, I, Milano 2002; Ferrando, L'invalidità del matrimonio in Tr. ZAT, I, Milano 2002; Finocchiaro F., Matrimonio in Comm. S. B., artt. 84 - 158, Bologna - Roma, 1993; Lipari, Del matrimonio celebrato davanti all'ufficiale dello stato civile in Comm. Dif., II, Padova, 1992; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta - a cura di -, Codice della famiglia, Milano, 2015. |