Codice Civile art. 185 - Amministrazione dei beni personali del coniuge (1).Amministrazione dei beni personali del coniuge (1). [I]. All'amministrazione dei beni che non rientrano nella comunione o nel fondo patrimoniale si applicano le disposizioni dei commi secondo, terzo e quarto dell'articolo 217. (1) Articolo così sostituito dall'art. 64 l. 19 maggio 1975, n. 151. L'art. 55 della stessa legge, ha modificato l'intitolazione di questa Sezione e soppresso la suddivisione in paragrafi. InquadramentoSi tratta della disposizione di chiusura in materia di amministrazione dei beni; detta norma regola l'ipotesi dell'amministrazione di beni non rientranti in comunione legale né costituiti in fondo patrimoniale, richiamando la disciplina dei commi 2, 3 e 4 dell'art. 217 c.c. Le norme codicistiche sulla comunione legale si applicano anche alle unioni civili se non disposto diversamente dai costituenti con convenzione matrimoniale come sancito dall'art. 1 comma 13 l. n. 76/2016; per cui la trattazione di quest'articolo si estende anche alle unioni civili. L'amministrazione dei beni personali.La norma in commento non richiama anche il comma 1 dell'art. 217 c.c. che attribuisce a ciascun coniuge l'amministrazione ed il godimento dei beni di cui è titolare esclusivo. Da tale omesso richiamo, parte della dottrina ricava l'attribuzione a favore di ciascun coniuge di un diritto di uso ope legis sui beni personali dell'altro, che non siano stati concessi in godimento a terzi (Bruscuglia), ma la dottrina maggioritaria confuta tale impostazione, non potendo negarsi a ciascun coniuge il diritto di godere e disporre liberamente dei suoi beni personali, secondo le norme codicistiche sulla proprietà (Corsi, 121; Finocchiaro A. e M., 1096; Mastropaolo-Pitter, 229; Di Martino-Rovera, 209; Valignani, 531). In verità, chi scrive ritiene che l'art. 185 sia una disposizione dettata a regolare i rapporti tra i coniugi; e per questo motivo, con riferimento al godimento da parte di un coniuge dei beni personali dell'altro, prevede che debbono trovare applicazione le disposizioni dell'art. 217 commi 2, 3 e 4 c.c. Il richiamo al comma 1 sarebbe stato del tutto inconferente rispetto alla menzionata finalità, ed anzi, il riferimento ai commi 2, 3 e 4 presuppone il principio generale dettato dal comma 1, dal momento che nell'amministrazione e gestione esclusiva di un bene è compresa anche la facoltà del coniuge proprietario del bene di demandarne la gestione e l'amministrazione all'altro. D'altra parte, va sottolineata la superfluità ed inutilità della disposizione, perché anche in sua assenza, le norme dell'art. 217 c.c. avrebbero trovato comunque applicazione analogica per regolare le controversie tra i coniugi scaturite dall'amministrazione ed il godimento da parte di un coniuge dei beni personali dell'altro. La disposizione in commento può trovare applicazione concreta con riferimento, ad es., ai beni che ricadono in comunione ordinaria (art. 1100 c.c.) tra i coniugi (Bruscuglia, 315). Ci si è chiesti in dottrina se il coniuge-proprietario possa rivendicare nei confronti dell'altro coniuge (e degli altri componenti della famiglia), il diritto di godere in modo esclusivo dei beni personali che siano stati in concreto asserviti al soddisfacimento di esigenze della famiglia come ad esempio, il bene immobile personale adibito a residenza familiare (Schlesinger, 428). La dottrina risponde negativamente; si evidenzia che il coniuge proprietario non può riappropriarsi dell'uso esclusivo del bene che è stato asservito alle esigenze familiare secondo l'indirizzo concordato dai coniugi ai sensi dell'art. 144 c.c. (Corsi, 121). Dovrebbe al limite mutare l'indirizzo familiare concordato; mettere a disposizione della famiglia un altro immobile ad uso abitativo riappropriandosi di quello asservito a tale finalità fino a quel momento; ed in caso di disaccordo dovrebbe ricorrere al procedimento di volontaria giurisdizione dettato nell'art. 145 c.c. (Corsi, 121; Mastropaolo-Pitter, 229; Bruscuglia, 316). BibliografiaBruscuglia, Amministrazione dei beni della comunione legale, in Tr. Bessone, Il diritto di famiglia, IV, II, Torino, 1999; Corsi, Il regime patrimoniale della famiglia, in Tr. Cicu-Messineo, Milano, 1979, I, 121 ss.; Di Martino-Rovera, L'amministrazione dei beni, in Il diritto di famiglia, Tr. Bonilini-Cattaneo, II, Torino, 1998, 209 ss.; Finocchiaro A. e M., Diritto di famiglia, Milano, 1984; Mastropaolo-Pitter, Del regime patrimoniale della famiglia, in Comm. Cian-Oppo-Trabucchi, Padova, III, 1992, 229 ss.; Schlesinger, Della comunione legale, in Comm. Carraro-Oppo-Trabucchi, I, Padova, 1977, 428 ss.; Valignani, L'amministrazione dei beni in comunione, in Tratt. Ferrando, II, Bologna, 2008, 531 ss. |